Versi
Perciò è meglio parlare
ricordando
che non era previsto
che noi sopravvivessimo (Audre Lorde)
LITANIA PER LA SOPRAVVIVENZA, di Audre Lorde
Per quelle di noi che vivono sul margine
ritte sull’ orlo costante delle decisioni
cruciali e sole
Per quelle di noi che non possono
lasciarsi andare
Al sogno passeggero della scelta
Che amano sulle soglie mentre
vanno e vengono
Nelle ore fra un’ alba e l’ altra
Guardando dentro e fuori
e prima e poi allo stesso tempo
cercando un adesso che dia vita
ai futuri
Come pane nelle bocche dei nostri figli
perché i loro sogni non riflettano la fine dei nostri...
Per quelle di noi
che sono state marchiate dalla paura
Come una ruga leggera al centro delle nostre fronti
imparando ad aver paura con il latte di nostra madre
Perché con questa arma
questa illusione di poter essere al sicuro
Quelli dai piedi pesanti speravano di zittirci
Per tutte noi
questo istante e questo trionfo
Non era previsto che noi sopravvivessimo
E quando il sole sorge abbiamo paura
che forse non resterà
Quando il sole tramonta abbiamo paura
che forse non si alzerà dopo mattina
Quando abbiamo la pancia vuota
abbiamo paura di non poter mai più mangiare
Quando abbiamo la pancia piena
abbiamo paura che non mangeremo domani
Quando siamo amate abbiamo paura che l’ amore svanirà
Quando siamo sole abbiamo paura
che l’ amore non tornerà
E quando parliamo abbiamo paura
che le nostre parole non vengano udite
o ben accolte
Ma quando stiamo zitte anche allora abbiamo paura
Perciò è meglio parlare
ricordando
che non era previsto
che noi sopravvivessimo
Audre Lorde (1934-1992), poeta e scrittrice statunitense
da The Black Unicorn (1978)
http://en.wikipedia.org/wiki/Audre_Lorde
Da Mio vero di Mariangela Gualtieri
Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
http://viadellebelledonne.wordpress.com/2010/05/28/bestia-di-gioia-di-mariangela-gualtieri/#more-22640
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