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Una via di fuga dalle responsabilità

Le vicende urbanistiche di Trabia emblematiche del modo di amministrare nel Mezzogiorno.

di Antonio Carollo - martedì 22 maggio 2007 - 2466 letture

Impotenza e disagio sono sentimenti che un amministratore distaccato, intelligente e lungimirante sicuramente prova, a mio avviso, in una situazione politico-amministrativa come quella di Trabia, nella quale gran parte degli spazi decisionali che riguardano il futuro, da qui a trent’anni, della comunità, sono sottratti al libero dispiegarsi del dibattito cittadino.

Che altra lettura può darsi a vicende amministrative che vedono sul filo del rasoio l’esistenza stessa di maggioranze consiliari al solo sentore di un cambiamento nel settore strategico dell’assetto del territorio. Abbiamo avuto quasi delle sollevazioni, veementi discussioni, ricorsi di singoli e di categorie, al profilarsi dell’adozione di un nuovo piano regolatore, con conseguenti paralisi di amministrazioni, peraltro benemerite per altri aspetti.

Si sono avuti girotondi di sindaci che animati dalle migliori intenzioni si sono trovati di fronte a muri invalicabili di interessi e metodi inamovibili. Trabia ha subito l’onta vergognosa di uno scioglimento del consiglio comunale per collegamenti con elementi della mafia. Di quel consiglio conosco diverse persone di specchiata moralità che hanno sofferto sulla propria pelle il disonore di un tale trattamento da parte degli organi preposti dello Stato.

Credo che molte cose in seguito si siano chiarite e in parte attenuate. Quel marchio d’infamia brucia ancora. Ho patito anch’io questa macchia nella storia del nostro paese. Non è piacevole sentirsi dire ironicamente da qualche amico di appartenere per nascita ad un certo tristemente famoso triangolo della criminalità organizzata. Trabia ha conosciuto lunghi periodi oscuri. Il tabù del piano regolatore ha funzionato benissimo per gli speculatori. La devastazione edilizia del territorio è proseguita alacremente in assenza di un piano che fosse degno di questo nome.

Proprio il provvedimento punitivo, anziché funzionare da deterrente contro la prepotenza affaristica, ha paralizzato ogni proposito di recupero di un minimo di dignità pianificatrice del territorio. Si è arrivati, qualche anno fa, alla felice invenzione di una pretesa impossibilità da parte del consiglio comunale, di occuparsi dell’argomento piano regolatore in quanto incompatibile.

Certo, tutti i consiglieri comunali saranno incompatibili fino a quando non ci sarà più un metro di terreno da edificare. A Trabia è raro che un cittadino non possieda un appezzamento di terreno. Pensiamo di affidare il nostro destino al gruzzolo di denaro ricavato dall’area prepotentemente edificabile? Questa cecità, questa assoluta incapacità di guardare oltre un palmo dal proprio naso è la ragione del disastro in cui è precipitato il paese di Trabia.


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