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Un nuovo equilibrio di sistema, parola di Professional Consumer

Una nuova professione si aggira sul web (e nella vita reale): il Professional Consumer. Ideatore/provocatore ne è Mauro Artibani. Girodivite "apre" il 2009 con un suo articolo. Buon consumo (e buona crisi) a tutt* ;-)

di mauro artibani - sabato 3 gennaio 2009 - 3219 letture

La crisi?

Io tu noi voi, tutti clienti. Clienti di tutto.

Tutto si è fatto merce, tutto business: tutto deve essere consumato. Proprio a questo tutto non siamo più in grado di corrispondere. Ci abbiamo provato. Oh, se ci abbiamo provato.

Abbiamo messo in gioco le nostre risorse: prima i redditi poi i risparmi infine il debito su cui il credito a fatto sboom.

Sta qui la crisi: non siamo più in grado di sostenere questa Domanda di tutto.

Le Istituzioni, tutte, di ogni ordine e grado, per tutta risposta confezionano tutto: sussidi, bonus, ricette congiunturali per dare sostegno alle famiglie, per sostenere i consumi, che possano sostenere le imprese, che sostengono l’occupazione e tutti felici e contenti. Già, così però la domanda resta sovralimentata e le risposte solo congiunturali.

Congiunturali appunto, con il fiato corto.

C’è bisogno d’altro.

Occorre un nuovo equilibrio di sistema: parola di Professional Consumer. Tre mosse: scacco matto!

La prima, una provocazione ma non troppo: riduzione della Domanda. Mettiamola così: restituire alla collettività le risorse indebitamente rese merci.

Due per tutte: l’acqua,un diritto non un prodotto e la sosta automobilistica; una parte insomma di quelle cose che necessitano per tirare a campare.

Verrebbe ridimensionata la Domanda complessiva. Con i risparmi ottenuti si può rifocillare il reddito per consumare la domanda restante e generare ricchezza.

Altra provocazione: ampliamento della Domanda mediante l’ampliamento dell’Offerta, la Nostra.

Pure qui due esempi per tutti.

Attenzione e Tempo sono nella disponibilità dei Consumatori. Sono risorse scarse, merci sofisticatissime, immateriali ed ecocompatibili, cedute a titolo gratuito o quasi.

C’è chi sul mercato dell’informazione, della pubblicità, dell’intrattenimento possa fare a meno della nostra attenzione?

C’è chi tra i venditori non abbia bisogno del nostro tempo, al fin di rendere acquistabile l’acquistabile?

Queste nostre risorse vanno messe a reddito!

Dulcis in fundo, restituire dignità al Lavoro di Consumo, non sussidi alle famiglie.

Questo il precetto: riduzione dell’IVA sui prodotti acquistati e della TARSU sullo smaltimento del consumato.

Un modo per fornire risorse “ premio” a quegli individui che hanno mostrato una maggiore propensione al consumo; proprio Quelli dei redditi insufficienti.

Perché Signori, è inverecondo chiedere di consumare per produrre ricchezza fino allo sfinimento economico e veder tassare questo esercizio di Lavoro.

Sissignori, ci sarà un costo da sostenere, non un cent in più di quello previsto dai Sussidiatori con in più i benefici: Dignità, Riscatto, Orgoglio e, ve lo giuro, continuità d’esercizio.


Altre notizie e articoli sulle tematiche svillupate da Mauro Artibani, sul suo blog, che invitiamo a seguire.


Dal "Decalogo del Professional Consumer"

1. La crescita economica rende la pratica dell’Acquisto indifferibile: si rende istituto il LAVORO di consumazione.

2. L’atto dell’acquisto trasforma il Valore delle merci in RICCHEZZA, la consumazione genera nuova PRODUZIONE. Questo il Valore Aggiunto del nostro Lavoro.

3. L’ATTITUDINE al consumare costituisce la nostra RISORSA. Va OFFERTA al mercato: deve produrre REDDITO

4. Il REDDITO ricavato dalla pratica del Consumo consente di produrre risparmio, controllare il debito, garantire l’esercizio del Consumare.

5. Il Reddito da Consumo REDISTRIBUISCE la ricchezza allargando la platea dei consumatori.

6. La pratica del Consumo come esercizio di Lavoro reclama la GESTIONE dei fattori della produzione.

7. Il Consumo come Lavoro promuove la RESPONSABILITA’ SOCIALE del Consumatore.

8. L’AMBIENTE è il luogo delle pratiche del Consumo. La salvaguardia è nostro interesse.

9. Il LINGUAGGIO del Consumo condiziona il pensiero; la pratica del Consumare dispone le forme della SOCIALITA’. Dobbiamo governare questi processi.

10. La gestione dei SIGNIFICATI del Consumare dispone nuove Finalità per il nostro esercizio.


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