Un caso inquietante

Il suicidio assistito, un nuovo filone di discussioni sulla disponibilità della vita.

di Antonio Carollo - lunedì 5 dicembre 2011 - 1705 letture

Suicidio assistito di Lucio Magri in una clinica svizzera. Meglio sarebbe avvolgere nel silenzio un evento così drammatico e personale, ma per dire una qualche parola che abbia un senso bisognerebbe sapere se Magri era affetto da una normale depressione (magari dovuta alla morte della moglie) o da una depressione patologica. Nel primo caso non ammetterei che una struttura pubblica si prestasse per assistere un aspirante suicida. Nel secondo caso la cosa è discutibile. Dipende dalla gravità della malattia, cioè se essa è reversibile oppure no. Oggi la scienza medica e quella farmacologica sono molto efficaci. Non so se si può parlare di casi estremi, piuttosto direi che abbondano quelli altalenanti. Ma mettiamo il caso estremo, si può parlare di vera volontà di suicidio?, in una condizione psicologica e mentale tanto compromessa? Insomma, i problemi sono tanti, l’invenzione della commissione medica di assistenza al suicida (la chiamerei commissione di procurata morte) mi sembra un qualcosa di invasivo, con aspetti di inquietante paradossalità.


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