Un Calenda d’annata

E’ nato un rivoluzionario. Da libro Cuore

di Adriano Todaro - mercoledì 28 febbraio 2018 - 4607 letture

Mica vero che la materia economica è difficile. E’ semplicissima, basta avere le idee chiare e sapere da che parte stare. Dunque, c’è un’azienda brasileira che opera nel torinese, a Chieri, dove si fanno compressori per frigoriferi. Si chiama Embraco e va bene nel senso che i profitti aumentano, non ha debiti con le banche e su 358 milioni di euro di fatturato, il costo dei 500 dipendenti rappresenta solo il 7,2%. Tutto bene, dunque? Eh no. Perché se c’è la possibilità di guadagnare di più, bisogna farlo. E per far questo l’Embraco si vuole trasferire in Slovacchia, dove il costo del lavoro è più basso.

E i 500 italiani? Chissenefrega. A casa! D’altronde fanno tutti così e, dunque, perché mai quello che si permette ad altri non deve essere concesso ai brasiliani? A questo punto entra in scena Carlo Calenda che di mestiere fa il ministro dello Sviluppo economico. Uno che dovrebbe, visto il ruolo che occupa, sviluppare l’economia. La realtà è ben diversa ma Carletto non è uno che si ferma davanti a nulla. Dentro di lui si annida uno spirito barricadiero e rivoluzionario. La mattina quando esce da casa per andare a sviluppare l’economia, al collo, ha sempre un fazzoletto rosso e la moglie ha il suo bel da fare a convincerlo a vestirsi in modo più adeguato, insomma da sviluppatore economico. Lui ogni mattina, invece, ci tenta: una volta, appunto, il fazzoletto rosso, un’altra volta la kefiah, una volta ancora maglioni sdruciti e cappelletto con, in rosso, una miniaturizzata falce e martello.

Classe 1973, a 8 anni faceva già l’attore nel “Cuore” Tv, diretto dal nonno, Luigi Comencini. Diventato adulto, è andato a lavorare nientepopodimenoche, con Ciuffetto Monze Zemolo e queste sono soddisfazioni. Comunque, a un certo punto, il figlio della regista Cristina Comenicini diventa ministro e deve gestire la vicenda Embraco e non solo. Ora, come noto, noi siamo degli incompetenti, soprattutto in materia economica ma un ministro che definisce “gentaglia” i responsabili di un’azienda con cui ha sempre fatto comunella come lo dobbiamo considerare? In un’intervista al Corriere del 20 febbraio scorso, a un certo punto l’intervistatore rileva che alcuni politici sostengono che chi prende soldi pubblici, debba rimanere in Italia. Sentite la risposta dello sviluppatore economico, la soavità della risposta, da libro "Cuore", se ci capite: “Queste sono boutade da campagna elettorale. L’idea di obbligare le imprese a rimanere in Italia è assurda. Come le facciamo rimanere? Con l’esercito?".

Capito il boutade rivoluzionario? Magari non con l’esercito ma con la Costituzione italiana, articolo 41. Caro Carletto, la vogliamo leggere assieme? Forza. “L’iniziativa economica privata è libera”. Bene, andiamo avanti: “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Quando lei è stato nominato ministro, ha giurato anche su questo articolo della Costituzione, dove si parla di dignità umana. L’Embraco sta facendo esattamente il contrario e pensa solo al profitto (che c’è), nessun interesse per il bene comune e le leggi del Paese. Se questa è “gentaglia”, anche Maglioncino Marchionne fa parte di questa categoria perché ha fatto esattamente il contrario di quello che recita l’articolo 41 della Costituzione.

Naturalmente per Calenda è arrivato il Soccorso Rosso di Repubblica, Corriere, Stampa. Tutti a magnificare la posizione coraggiosa di Carletto, l’uso di “gentaglia” e nessuno a criticarlo perché Calenda, badate bene, non contesta per niente il diritto dei brasileiro di decentrare la produzione in Slovacchia. E uno che di Soccorso Rosso se ne intende è il prode Michele Serra che sdraiato sulla sua comoda amaca, sta sempre dalla parte dei padroni dell’amaca: “Se un ministro dello Sviluppo economico si permette di definire ‘gentaglia’ i responsabili di un’azienda, aggiungendo che non vuole più perdere tempo in inutili colloqui, i casi sono due: o sta gravemente sbagliando nella forma, oppure ha ragione al punto che proprio quella forma corrisponde alla sostanza delle cose… Se non esiste una corrente calendiana è ora di fondarla”. E intanto che ci siamo, perché non lo facciamo santo, subito?

Ecco funziona così l’economia. A Bruxelles si fanno accordi vergognosi e questo interprete deamicisiano firma intrepidi Trattati di libero scambio con tutti. Poi si lamenta se Embraco va in Slovacchia. Più che inviare l’esercito, sarebbe opportuno inviare, ai ministri, qualche Tso (Trattamento sanitario obbligatorio).


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