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USB P.I.: l’insostenibile alleanza tra Aran e sindacati complici

Ovvero l’attacco ai diritti dei lavoratori, alla democrazia e libertà sindacale

di Redazione Lavoro - martedì 26 febbraio 2019 - 3017 letture

È del 24 febbraio la notizia di una risposta dell’Aran ad una scuola che chiedeva se USB avesse diritto o meno a convocare assemblee sindacali. L’Aran ha risposto negativamente individuando la scadenza del 31 dicembre 2018 come termine ultimo per l’eccezione che consentiva a USB di convocare assemblee nel comparto Istruzione e Ricerca, pur non essendo rappresentativa.

In realtà l’articolo del CCNQ che ci riconosce questo diritto recita “limitatamente al triennio 2016-2018” individuando chiaramente il triennio di riferimento della vigenza contrattuale, pertanto per l’art.39 comma 2, così come per tutti i diritti e le prerogative, vale l’ultrattività del contratto che opera fino a stipula di nuovo CCNQ. Infatti anche le altre prerogative vengono attribuite dallo stesso CCNQ per il triennio 2016-2018, pertanto se Aran fosse nel giusto, gli effetti di quel parere dovrebbero essere estesi a tutti i diritti e le prerogative contenuti nel contratto.

Quindi Aran sbaglia! USB ha diritto a convocare assemblee fino a quando intercorrerà un nuovo contratto quadro sulle prerogative sindacali. Chiarita la vicenda nel merito, questo parere, che va ricordato essere un parere di parte datoriale e non una norma di legge, ripropone il tema del ruolo dell’Aran e del rapporto con le organizzazioni sindacali che hanno scelto la complicità e il collaborazionismo.

Curiosamente infatti la risposta dell’Aran arriva dopo che il MIUR aveva risposto ad altre Istituzioni Scolastiche in maniera differente interpretando correttamente l’articolo del CCNQ e riconoscendo a USB il diritto a convocare assemblee. Non ci sembra azzardato immaginare uno schema già visto in altre occasioni con qualche sindacato che suggerisce all’amministrazione di fare richiesta di parere all’Aran, sapendo in anticipo quale sarà la risposta.

La posizione di Aran di guardiano del monopolio sindacale di CGIL CISL e Uil si è accentuata dopo che USB ha dichiarato guerra alla previsione contrattuale, voluta da Governo e CGIL CISl e UIL, che penalizza la scelta di non firmare i CCNL, negando il diritto a partecipare ai successivi livelli di contrattazione. Ciò ha prodotto un rafforzamento dell’alleanza basata sullo scambio tra complicità e collaborazionismo e tutela del monopolio sindacale.

Tanto che ultimamente abbiamo assistito ad altre curiose situazioni, dalle commissioni per la classificazione del personale arenatesi dopo che, alle prime convocazione delle Funzioni Centrali, i firmatari avevano protestato per la presenza di USB.

Stessi problemi per l’Osservatorio paritetico per gli atti unilaterali delle Amministrazioni che ha visto la sospensione della convocazione effettuata per il 12 febbraio sempre a causa delle proteste di CGIL CISL e UIL per presenza tra le confederazioni convocate di USB.

Da ultimo, abbiamo appreso da un comunicato della CGIL che il 21 febbraio l’Aran ha stilato i calendari delle convocazioni insieme a CGIL CISL e UIL, a conferma che è ormai molto difficile distinguere parti e controparti, visto quanto palese si è fatta quella convergenza di interessi tra alcuni sindacati e Aran, che USB denuncia da anni.

A pagare il frutto avariato di questa convergenza non è solo il sindacato conflittuale e fuori dal coro, ma sono anche e soprattutto i lavoratori. Gli ultimi CCNL, con la restrizione dei diritti e l’elemosina in luogo di veri aumenti, ne sono la più evidente esemplificazione. E proprio per questo USB non si arrende e continua a dare battaglia, contendendo alle controparti ogni centimetro sul piano dei diritti dei lavoratori e della democrazia e libertà sindacale.

Anche in questo caso, siamo pronti a rilanciare! Innanzitutto inviando diffida all’Aran e a tutte le Amministrazioni del comparto Istruzione e Ricerca a riconoscere a USB il diritto a convocare assemblee fino a nuovo CCNQ.

Poi daremo indicazione alle nostre strutture di continuare a convocare assemblee in tutti i luoghi di lavoro del comparto e, qualora negate, oltre a procedere con i ricorsi per condotta anti sindacale, chiameremo i lavoratori alla mobilitazione perché l’attacco alla democrazia sindacale è prima di tutto un attacco rivolto contro di loro.


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