Trippa per gatti

Vita dura per i manager che continuano a essere licenziati. Per fortuna noi, nel 2014, guadagneremo ben 17 euro in più

di Adriano Todaro - martedì 15 ottobre 2013 - 2451 letture

Come risaputo, una fotografia vale più di cento (o mille?) parole. Questo perché la fotografia ha un impatto immediato, di sicura efficacia. Pensavo a questo vedendo, qualche tempo fa, durante la crisi governativa, una foto pubblicata da diversi giornali. Nella foto si vedeva l’uscita di un gruppo di persone da un portone privato, dopo una delle tante riunioni di partito. In primo piano, il volto di una ragazza, sfuocato; più indietro, perfettamente a fuoco, l’Omino Furente attorniato dalle guardie del corpo da noi pagate. Gli occhi, semichiusi, guardano alla sua destra, le labbra sono raggrinzite e cattive, da stitico, le guance pendule.

E, perfettamente a fuoco, un carabiniere sull’attenti, con il braccio destro alla visiera del cappello, nel tradizionale saluto istituzionale. Era la rappresentazione plastica dello sfascio italiano. Se io vado a rubare, giustamente, i carabinieri intervengono e mi mettono le manette. Se, invece, ruba l’Omino Delinquente, invece delle manette, gli fanno il saluto istituzionale. Nel Paese "all’incontrario" succede anche questo. Succede che i delinquenti siano considerati furbi; gli onesti, fessi; i cinici, intelligenti e i critici qualunquisti.

Bisogna anche dire che il carabiniere non ha colpa. Se il ministro dell’Interno difende un delinquente, mi sembra giusto che il carabiniere lo saluti con rispetto, mettendosi sull’attenti. Eh sì, la foto vale mille parole! Ma anche le parole (e soprattutto le cifre) danno il senso di quel che succede nel nostro bel Paese.

Prendete, ad esempio, i manager delle industrie pubbliche e private. Una vita d’inferno. Sempre in giro per il mondo, sempre al ristorante, bruciori di stomaco, stitichezza, riunioni sopra riunioni, litigi con la moglie, con l’amante, con l’amica dell’amante, le scappate a Saint Moritz a prendere un regalino per la moglie ed anche per l’amante, qualche crociera ogni tanto con qualche politico d’accatto e, soprattutto, tante preoccupazioni. Se l’azienda va male? Macché, cosa avete capito. Quello è l’ultimo dei problemi. Preoccupazioni del tipo che cravatta metto stasera? Oppure, i soldi meglio portarli in Svizzera o alle Cayman? E ancora, l’acquisto oppure no quella villa in Kenia? Questo inverno dove vado a sciare?

Come si vede problemi che hanno tutti i comuni mortali. Le statistiche c’informano che sempre più pensionati acquistano cibi per gatti e se li pappano loro. Sempre più frequentemente, nei supermercati, vedi persone che aprono le confezioni e mangiano il loro contenuto, si mangia, come si dice a Milano, "a gratis" e sempre più persone, finiti i mercati rionali, fanno la cernita fra le cassette abbandonate dai commercianti, nella speranza di trovare qualcosa di commestibile e sempre più aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas per un pasto. Non solo stranieri, ma anche italiani, vestiti dignitosamente ma che non riescono a tirare la fine del mese. Questi dove porteranno i loro soldi? Dove andranno a sciare quest’anno?

Dovete convenire che sono problemi grossi. In più i manager sono gravati da contratti capestri: se non raggiungono gli obiettivi prefissati, sono licenziati. Per fortuna che sono tutti molto intelligenti e svegli e riescono, anche se a fatica, a barcamenarsi. Qualche esempio. Milano. Via Solferino. In pieno centro, una zona molto ambita con costi delle case alle stelle. In via Solferino c’è la sede del Corriere della Sera. Si fanno due passi e sei in via Brera. Allunghi un po’ e sei in piazza della Scala. Ebbene i giornali, si sa, sono in crisi ed ecco che i manager del Corriere hanno pensato di vendere il prestigioso stabile dopo 100 anni di vita.

Bel colpo, direte voi. Ecco, appunto un bel colpo che farà il fondo americano Blackstone che si è detto interessato all’acquisto dello stabile nella zona dove si acquista a più di 8 mila euro al metro quadro. Gli americani, però, pagheranno solo 4.250 euro facendo così un affarone. L’amministratore delegato del Corriere, il giovane Pietro Scotto Jovane, poco più di 40 anni, nato negli Usa ed ex di tante aziende fra le quali Microsoft, ha detto che l’attuale personale continuerà a lavorare in via Solferino. E se diventa proprietario il fondo Pietra nera? Nessun problema. Gli italiani pagheranno l’affitto per una durata di 15-20 anni, a prezzi di mercato, 2 milioni di euro l’anno.

Certo una bella pensata. Se a dirigere l’amministrazione del Corriere con soci come Fiat, Mediobanca, Intesa San Paolo, ci mettevano la signora Maria del terzo piano dove abito, avrebbe fatto di meglio.

Enrico Tommaso Cucchiani ha lavorato 27 mesi a dirigere Intesa San Paolo. Poi l’hanno cacciato. Il poverino se n’è andato con sette milioni di euro, oltre ad uno stipendio da 10 mila e 786 euro il giorno. Dove andrà a svernare Enrico Cucchiani? E gli altri manager del gruppo Intesa? E’ giusto che prendano meno di Cucchiani? No, certo. E allora la banca ha deciso di acquistare azioni proprie per 15,4 milioni di euro da ridistribuire gratuitamente al top management. Cucchiani fa parte del gruppo Bilderberg, quella congrega di carbonari che si riuniscono di nascosto per discutere di come farci pagare ancora di più. E, naturalmente, è Cavaliere del lavoro.

Un’altra banca, quella di Siena, sbatterà fuori 8 mila dipendenti. E’ in crisi completa e i dirigenti pensano, entro il 2017, in questo modo di avere un utile netto di 900 milioni di euro. Insomma, prima si spolpa l’azienda a beneficio anche dei politici, poi i disastri si fanno pagare ai lavoratori. Il presidente Alessandro Profumo, quello che se andò da Unicredit con una liquidazione di 40 milioni di euro, ha affermato di essere fiducioso della riuscita del piano. Il banchiere vicino al Pd come potrebbe non essere “fiducioso”? Naturalmente Profumo ha il suo bravo rinvio a giudizio per frode fiscale ed è, quindi, Cavaliere del lavoro. Prima di lui, il direttore generale di Banca Monte dei Paschi, Antonio Vigni, se n’è andato con una liquidazione di 4 milioni di euro oltre allo stipendio annuale di 1,6 milioni di euro. Siccome, però, è necessario prenderci per il culo fino in fondo, i nuovi padroni di Mps scrivono che in questo modo “si è mirato a coniugare la politica del contenimento dei costi con l’obiettivo di assicurare al dott. Vigni l’adeguato riconoscimento per l’opera svolta in questi anni alla guida della Banca”. La Banca ha, infatti, un buco di 740 milioni di euro e al presidente Giuseppe Mussari davano, ogni giorno, 2 mila euro.

Lo spolpamento continuo della Telecom ha fatto sì che passasse agli spagnoli. Il numero uno di Telecom, Franco Bernabè, che non conosciamo ma che ci appare uno sveglione, il giorno dopo ha dichiarato bellamente che lui non ne sapeva nulla della vendita. Cioè il presidente di un’azienda come la Telecom che non sa nulla. E lo dice pure. Naturalmente uno così bisogna premiarlo. Lascia il posto ma continuerà a ricevere gli stipendi spettanti fino alla scadenza del mandato, i benefit e tanto altro. Tirando le somme, un bel 6,6 milioni di euro anche perché vedi mai che uno così possa andare a lavorare (?) per la concorrenza? Ed ecco, allora, 2,9 milioni di euro. Naturalmente, Bernabè fa parte del gruppo Bilderberg ed è Cavaliere del lavoro.

E l’Alitalia? Non doveva assolutamente restare italiana? Per farlo, i debiti sono stati distribuiti sui cittadini e se la sono presa un gruppo di privati “capitani coraggiosi” con la benedizione dell’Ometto, del Passerotto Inquisito e di gruppi del Pd. La voleva acquistare Air France ma noi no, per dio, deve restare italiana. Ora stanno implorando Air France di prendersela, naturalmente a prezzi di svendita. Si fanno avanti anche le Poste che metterebbero 75 milioni di euro, soldi dei libretti postali. Ormai le poste vendono di tutto, dai libri alle pentole a pressione. Tutto fuorché consegnare la posta. Ancora non sappiamo, ma possiamo tentare una scommessa: vuoi vedere che Roberto Colaninno e soci, quando se ne andranno, saranno premiati? Il presidente Colaninno è, naturalmente, Cavaliere del lavoro.

Siete scandalizzati che utilizzino i soldi dei libretti? Perché mai. E’ quello che sta facendo la Lega delle cooperative per l’acquisizione, da parte dell’Unipol, della decotta Fonsai di Ligresti. Forse i “probi pionieri di Rochdale” si rivolteranno nella tomba ma intanto l’amministratore delegato dell’Unipol, Carlo Cimbri, si becca 2,153 milioni di euro ogni anno.

La storia, poi, di Ansaldo Energia (gruppo Finmeccanica) è da manuale, quello delle giovani marmotte. Per pagare agli azionisti 237 milioni di euro, nel 2011, la proprietaria Finmeccanica vende al fondo americano First Reserve, una quota del 45 per cento di Ansaldo Energia per una cifra di 225 milioni di euro. Voi, che di economia non capite un cazzo, non avreste pagato 237 milioni agli azionisti e vi sareste tenuti l’Ansaldo. E invece no. Dopo due anni il capo del fondo americano, (che è un italiano), guarda caso ex manager della Finmeccanica rivende il suo 45 per cento per 378 milioni, con una plusvalenza del 72% in due anni. E a chi lo vende al Fondo strategico italiano, cioè a noi.

Comunque state allegri perché il Nipotino Pallido (guarda caso anche lui del gruppo Bilderberg), ha pensato anche a noi tutti e ha ribadito che nel 2014 le buste paga dei lavoratori saranno più pesanti. Un peso della madonna! Ogni anno ci daranno dai 250 ai 300 euro. Che è un bel prendere perché, in soldoni, sono dai 17 ai 21 euro al mese, lordi naturalmente. Dove porterò i miei 17 euro lordi? Meglio alle Cayman o a Sainte-Lucie?

Non voglio fare previsioni azzardate, ma sono convinto che i cibi per gatti avranno un’impennata delle vendite.


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