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Tre anni in carcere per aver fondato un forum online

“Voglio dire a voi, persone libere che avete preso a cuore il destino di Raif, che le vostre proteste stanno facendo la differenza. Per favore, non fermatevi fino a quando Raif non sarà rilasciato.” – Ensar Haidar, moglie di Raif Badawi.

di Redazione - mercoledì 10 gennaio 2018 - 4651 letture

Il 7 maggio 2014, Raif Badawi è stato condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustate. badawi-296x300

Queste condanne sono state confermate dalla Corte suprema il 6 giugno 2015, segnando un giorno nero per la libertà di informazione in Arabia Saudita.

La sua colpa? Aver fondato “Free Saudi Liberals“, un forum online di dibattito su temi politici e religiosi. Aver “insultato l’Islam“, aver criticato alcuni leader religiosi.

Oltre al carcere, alla lontananza dalla sua famiglia, per Raif sono arrivate anche le frustate. Il 9 gennaio 2015, è stato pubblicamente frustato davanti alla moschea di al-Jafali a Gedda: 50 frustate, una pena disumana, una tortura. E solo per aver espresso le sue opinioni. Il 6 giugno del 2015 la Corte suprema dell’Arabia Saudita ha confermato la condanna, senza possibilità di appello.

Come Raif, anche altri prigionieri di coscienza stanno scontando condanne solo per aver avuto il coraggio di esprimere il loro pensiero. Devono essere tutti rilasciati al più presto.

Il video-appello dei figli di Raif

I figli di Raif non vedono il padre da troppo tempo e sanno che la sua prigionia è profondamente ingiusta. Il loro appello dal Canada, dove si sono rifugiati con la madre.

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