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TRANSNISTRIA: Altra benzina sui già compromessi rapporti fra la Russia e l’Ucraina

Invece di trovare una soluzione alla gravissima crisi ucraina, gli attori coinvolti mettono in opera azioni tendenti all’esatto opposto

di Emanuele G. - domenica 19 luglio 2015 - 2281 letture

Non solo l’Europa è stratta da un pericoloso vortice di crisi regionali, ma le stesse, invece, di trovare una soluzione declinano verso un consistente peggioramento. Oppure, si aprono nuovi fronti di criticità.

La Transinistria è da sempre un’entità indefinibile collocata fra la Repubblica di Moldova e l’Ucraina. Nel corso degli anni novanta la Moldova cercò di impossessarsene, ma senza successo. Ciò diede i natali a uno strano paese/non-stato non riconosciuto a livello internazionale. A parte la Russia, l’Abkhazia e l’Ossetia del Sud. Attualmente per evitare che la situazione sfugga di mano ci sono 494 militari transnistriani, 355 soldati moldavi, 402 peacekeepers russi e 15 osservatori ucraini dislocati in 15 zone di sicurezza. Più 1000 effettivi del Gruppo Operativo delle Truppe Russe (GOTR) sorto dalla dissoluzione della 14^ Armata Rossa. Mille soldati che non rendono felice il regime di Chisinau.

Cosà avrà di cosi strategico la Transinistria? La sua principale attività economica è quella di produzione di armamenti che sono acquistati dall’esercito russo. La fabbrica si trova a Bender. A ciò aggiungasi depositi di armi una volta dell’Armata Rossa e importanti fabbriche siderurgiche. In breve, produzioni strategiche e che fanno gola non solo alla Russia, ma anche a Moldova ed Ucraina.

La situazione si trascina da anni, ma di recente sono intervenuti due fatti non proprio positivi.

Il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha nominato governatore dell’oblast di Odessa l’ex Presidente georgiano Mikhail Saakashvili. L’oblast di Odessa si trova sulla linea di confine con la Transnistria.

Il 21 maggio di quest’anno il Parlamento ucraino ha deciso il divieto di transito all’esercito russo sul suolo ucraino per la Transinistria. Il che rappresenta un serio problema di logistica per la Russia.

In breve, due novità che fanno prevedere che un focolaio di guerra possa sorgere proprio sul limite di confine fra l’Ucraina e la Transnistria.

A ciò aggiungasi che la Russia ha decretato la fine degli aiuti nei confronti della Transinistria. Infatti, non saranno più versati 100 milioni di dollari che sono essenziali per mantenere in vita il governo transnistriano. Si aggiunga la sopressione del "bonus pensioni", il taglio degli stipendi del 20 %, il riscaldamento non più gratuito mentre gli anziani dovranno pagarsi il biglietto per viaggiare. La Russia si sta allontanando dalla Transinistria?

Il Vice Presidente della Duma Sergey Zhelezniak, tuttavia, ha dichiarato che se i peacekeepers russi saranno attaccati la Russia entrerà in guerra. Più chiaro di così.

Oramai in Europa le dispute internazionali vengono risolte a colpi di guerra classica o non convenzionale o per interposta persona. Che fina ha fatto la c.d. "comunità internazionale"?


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