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Storie di ordinaria decadenza

La storia della differenze oltraggiate, discriminate e sfruttate, risale a tempi antichissimi e purtroppo, qualcuno vuole che sia ancora di grande attualità.

di Giovanni Giuffrida - mercoledì 13 maggio 2009 - 3532 letture

Donne, neri, selvaggi, bambini, mostri…il cammino per l’affermazione dei diritti e del principio di eguaglianza fra gli uomini è un processo che matura lentamente, che si sviluppa su sentieri tortuosi e difficili.

La storia della differenze oltraggiate, discriminate e sfruttate, risale a tempi antichissimi e purtroppo, qualcuno vuole che sia ancora di grande attualità. Si alimenta il sentimento dell’odio, della violenza, dell’aggressività e del sopruso, generando diversità e fenomeni di razzismo. Si trasmettono valori e ideologie che allo stesso tempo promettono impunità per alcuni e severità per altri. Si vuole più si-curezza forse anche ordine e disciplina.

E’ evidente che qualcuno ha interesse a creare tutta questa confusione, questo disordine. Tutto questo non ci fa sentire più sicuro; non è questa la sicurezza che è insita nella nostra cultura. O almeno, così dovrebbe essere. D’altronde se qualcuno non vuole che le gente veda certe cose, basta fargliene vedere altre; e se invece, qualcuno non vuole che la gente parli di certe cose, basta darle in pasto altri argomenti.

Ritorniamo alla vecchia concezione che ha generato la separazione tra classi sociali: si ripresentano come fantasmi del passato le antiche gerarchie fra ricchi e poveri, fra nobili e schiavi, fra cittadini (italiani) e non. E tra lavoratori.

Alla base di tutto vi è una grande condizione di precarietà, di profondo bisogno e di povertà. Aumentano sempre più le diseguaglianze, i poveri sono sempre più poveri in quantità e in qualità, i ricchi lo sono sempre di più. E’ sempre stato bello essere ricchi, ma oggi lo è ancora di più, perché puoi contare su amicizie importanti, fare “cordate”, comprare il Colosseo o la Banca d’Italia a prezzi vantaggiosi riservati solo agli “amici”.

Il dramma è che molte persone vivono ormai, involontariamente, una condizione che determina una situazione lavorativa caratterizzata dalla mancanza di continuità del rapporto di lavoro e per la mancanza di un reddito idoneo a pianificare la propria vita, sia quella presente che quella futura.

Ci riferiamo al fenomeno abituale e ordinario del lavoro nero e a quello nuovo e decadente dei contratti cd. flessibili o atipici. All’interno di questi schemi contrattuali soccombono, all’insegna di logiche più o meno accomodanti dettati da esigenze ed interessi considerati superiori (economia e mercato del lavoro), diritti sociali elementari e conquiste sindacali.

Occorre ripristinare la cultura della legalità. Combattere chi sfrutta e chi evade. Sostenere, con un atteggiamento forte e deciso, le forze preposte a tali adempimenti. Dare un segnale di discontinuità rispetto alla politica dei condoni e della tolleranza. Sono state letteralmente spazzate norme circa la tracciabilità degli assegni, obbligo di trasferire on-line l’elenco clienti e fornitori, la tassazione delle stock option, l’obbligo per i professionisti di tenere conti correnti appositamente dedicati ecc..

Per contro, sono state emanate norme circa l’esenzione dalla tassazione delle plusvalenze delle persone fisiche derivanti dalla cessione di partecipazioni azionarie; sono state inventate vere e proprie forme di “condono individuale permanente”. Ci riferiamo agli accertamenti operati dalla Guardia di Finanza dove è prevista la possibilità di chiudere un verbale di accertamento con una considerevole riduzione delle sanzioni.

Se in campo fiscale la situazione è buia e fangosa in campo contributivo è peggio. Basti pensare alle norme recentemente inserite, circa alcuni provvedimenti, in materia di lavoro. Tra i tanti, due tra i più significativi sono:

1) Introduzione del Libro unico del lavoro, articoli 39 e 40 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112. In pratica rende impossibile la lotta al lavoro nero;*

2) Direttiva del Ministro in materia di servizi ispettivi e attività di vigilanza del 18 settembre 2008.**

Norme denominate, forse con ironia, di semplificazione. In effetti queste norme “semplificano” decisamente la vita agli evasori.

*Art. 39. Adempimenti di natura formale nella gestione dei rapporti di lavoro

1. Il datore di lavoro privato, con la sola esclusione del datore di lavoro domestico, deve istituire e tenere il libro unico del lavoro nel quale sono iscritti tutti i lavoratori subordinati, i collaboratori coordinati e continuativi e gli associati in partecipazione con apporto lavorativo. Per ciascun lavoratore devono essere indicati il nome e cognome, il codice fiscale e, ove ricorrano, la qualifica e il livello, la retribuzione base, l’anzianità di servizio, nonche’ le relative posizioni assicurative.

2. Nel libro unico del lavoro deve essere effettuata ogni annotazione relativa a dazioni in danaro o in natura corrisposte o gestite dal datore di lavoro, comprese le somme a titolo di rimborso spese, le trattenute a qualsiasi titolo effettuate, le detrazioni fiscali, i dati relativi agli assegni per il nucleo familiare, le prestazioni ricevute da enti e istituti previdenziali. Le somme erogate a titolo di premio o per prestazioni di lavoro straordinario devono essere indicate specificatamente. Il libro unico del lavoro deve altresì contenere un calendario delle presenze, da cui risulti, per ogni giorno, il numero di ore di lavoro effettuate da ciascun lavoratore subordinato, nonche’ l’indicazione delle ore di straordinario, delle eventuali assenze dal lavoro, anche non retribuite, delle ferie e dei riposi. Nella ipotesi in cui al lavoratore venga corrisposta una retribuzione fissa o a giornata intera o a periodi superiori e’ annotata solo la giornata di presenza al lavoro.

3. Il libro unico del lavoro deve essere compilato coi dati di cui ai commi 1 e 2, per ciascun mese di riferimento, entro il giorno 16 del mese successivo.

4. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali stabilisce, con decreto da emanarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le modalità e tempi di tenuta e conservazione del libro unico del lavoro e disciplina il relativo regime transitorio.

5. Con la consegna al lavoratore di copia delle scritturazioni effettuate nel libro unico del lavoro il datore di lavoro adempie agli obblighi di cui alla legge 5 gennaio 1953, n. 4.

6. La violazione dell’obbligo di istituzione e tenuta del libro unico del lavoro di cui al comma 1 e’ punita con la sanzione pecuniaria amministrativa da 500 a 2.500 euro. L’omessa esibizione agli organi di vigilanza del libro unico del lavoro e’ punita con la sanzione pecuniaria amministrativa da 200 a 2.000 euro. I soggetti di cui all’articolo 1, comma 4, della legge 11 gennaio 1979, n. 12, che, senza giustificato motivo, non ottemperino entro quindici giorni alla richiesta degli organi di vigilanza di esibire la documentazione in loro possesso sono puniti con la sanzione amministrativa da 250 a 2000 euro. In caso di recidiva della violazione la sanzione varia da 500 a 3000.

7. Salvo i casi di errore meramente materiale, l’omessa o infedele registrazione dei dati di cui ai commi 1 e 2 che determina differenti trattamenti retributivi, previdenziali o fiscali e’ punita con la sanzione pecuniaria amministrativa da 150 a 1500 euro e se la violazione si riferisce a più di dieci lavoratori la sanzione va da 500 a 3000 euro. La violazione dell’obbligo di cui al comma 3 e’ punita con la sanzione pecuniaria amministrativa da 100 a 600 euro, se la violazione si riferisce a più di dieci lavoratori la sanzione va da 150 a 1500 euro. La mancata conservazione per il termine previsto dal decreto di cui al comma 4 e’ punita con la sanzione pecuniaria amministrativa da 100 a 600 euro. Alla contestazione delle sanzioni amministrative di cui al presente comma provvedono gli organi di vigilanza che effettuano accertamenti in materia di lavoro e previdenza. Autorità competente a ricevere il rapporto ai sensi dell’articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689 e’ la Direzione provinciale del lavoro territorialmente competente.

8. Il primo periodo dell’articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 e’ sostituito dal seguente: «Se ai lavori sono addette le persone indicate dall’articolo 4, numeri 6 e 7, il datore di lavoro, anche artigiano, qualora non siano oggetto di comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro di cui all’articolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge 1° ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, nella legge 28 novembre 1996, n. 608, e successive modificazioni, deve denunciarle, in via telematica o a mezzo fax, all’Istituto assicuratore nominativamente, prima dell’inizio dell’attività lavorativa, indicando altresì il trattamento retributivo ove previsto».

9. Alla legge 18 dicembre 1973, n. 877 sono apportate le seguenti modifiche: a) nell’articolo 2, e’ abrogato il comma 3; b) nell’articolo 3, i commi da 1 a 4 e 6 sono abrogati, il comma 5 e’ sostituito dal seguente: «Il datore di lavoro che faccia eseguire lavoro al di fuori della propria azienda e’ obbligato a trascrivere il nominativo ed il relativo domicilio dei lavoratori esterni alla unità produttiva, nonche’ la misura della retribuzione nel libro unico del lavoro»; c) nell’articolo 10, i commi da 2 a 4 sono abrogati, il comma 1 e’ sostituito dal seguente: «Per ciascun lavoratore a domicilio, il libro unico del lavoro deve contenere anche le date e le ore di consegna e riconsegna del lavoro, la descrizione del lavoro eseguito, la specificazione della quantità e della qualità di esso»; d) nell’articolo 13, i commi 2 e 6 sono abrogati, al comma 3 sono abrogate le parole «e 10, primo comma», al comma 4 sono abrogate le parole «3, quinto e sesto comma, e 10, secondo e quarto comma».

**Art. 40. Tenuta dei documenti di lavoro ed altri adempimenti formali

1. L’articolo 5 della legge 11 gennaio 1979, n. 12 e’ sostituito dal seguente: «1. Per lo svolgimento della attività di cui all’articolo 2 i documenti dei datori di lavoro possono essere tenuti presso lo studio dei consulenti del lavoro o degli altri professionisti di cui all’articolo 1, comma 1. I datori di lavoro che intendono avvalersi di questa facoltà devono comunicare preventivamente alla Direzione provinciale del lavoro competente per territorio le generalità del soggetto al quale e’ stato affidato l’incarico, nonche’ il luogo ove sono reperibili i documenti. 2. Il consulente del lavoro e gli altri professionisti di cui all’articolo 1, comma 1, che, senza giustificato motivo, non ottemperino entro 15 giorni alla richiesta degli organi di vigilanza di esibire la documentazione in loro possesso, sono puniti con la sanzione pecuniaria amministrativa da 100 a 1000 euro. In caso di recidiva della violazione e’ data informazione tempestiva al Consiglio provinciale dell’Ordine professionale di appartenenza del trasgressore per eventuali provvedimenti disciplinari».

2. All’articolo 4-bis del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, come inserito dall’articolo 6 del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, il comma 2 e’ sostituito dal seguente: «2. All’atto della assunzione, prima dell’inizio della attività di lavoro, i datori di lavoro pubblici e privati, sono tenuti a consegnare ai lavoratori una copia della comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro di cui all’articolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge 1° ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, nella legge 28 novembre 1996, n. 608, e successive modificazioni, adempiendo in tal modo anche alla comunicazione di cui al decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 152. L’obbligo si intende assolto nel caso in cui il datore di lavoro consegni al lavoratore, prima dell’inizio della attività lavorativa, copia del contratto individuale di lavoro che contenga anche tutte le informazioni previste dal decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 152. La presente disposizione non si applica per il personale di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165».

3. All’articolo 8 del decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 234 sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 2 sono abrogate le parole «I registri sono conservati per almeno due anni dopo la fine del relativo periodo»; b) il comma 3 e’ sostituito dal seguente: «Gli obblighi di registrazione di cui al comma 2 si assolvono mediante le relative scritturazioni nel libro unico del lavoro».

4. Il comma 6 dell’articolo 9 della legge 12 marzo 1999, n. 68, e’ sostituito dal seguente: «6. I datori di lavoro pubblici e privati, soggetti alle disposizioni della presente legge sono tenuti ad inviare in via telematica agli uffici competenti un prospetto informativo dal quale risultino il numero complessivo dei lavoratori dipendenti, il numero e i nominativi dei lavoratori computabili nella quota di riserva di cui all’articolo 3, nonche’ i posti di lavoro e le mansioni disponibili per i lavoratori di cui all’articolo 1. Se, rispetto all’ultimo prospetto inviato, non avvengono cambiamenti nella situazione occupazionale tali da modificare l’obbligo o da incidere sul computo della quota di riserva, il datore di lavoro non e’ tenuto ad inviare il prospetto. Al fine di assicurare l’unitarietà e l’omogeneità del sistema informativo lavoro, il modulo per l’invio del prospetto informativo, nonche’ la periodicità e le modalità di trasferimento dei dati sono definiti con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro per l’innovazione e le tecnologie e previa intesa con la Conferenza Unificata. I prospetti sono pubblici. Gli uffici competenti, al fine di rendere effettivo il diritto di accesso ai predetti documenti amministrativi, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, dispongono la loro consultazione nelle proprie sedi, negli spazi disponibili aperti al pubblico».

5. Al comma 1 dell’articolo 17 della legge 12 marzo 1999, n. 68 sono soppresse le parole «nonche’ apposita certificazione rilasciata dagli uffici competenti dalla quale risulti l’ottemperanza alle norme della presente legge».

6. Gli armatori e le società di armamento sono tenute a comunicare, entro il ventesimo giorno del mese successivo alla data di imbarco o sbarco, agli Uffici di collocamento della gente di mare nel cui ambito territoriale si verifica l’imbarco o lo sbarco, l’assunzione e la cessazione dei rapporti di lavoro relativi al personale marittimo iscritto nelle matricole della gente di mare di cui all’articolo 115 del Codice della Navigazione, al personale marittimo non iscritto nelle matricole della gente di mare nonche’ a tutto il personale che a vario titolo presta servizio, come definito all’articolo 2, comma 1, lettera a) del decreto del Presidente della Repubblica n. 324 del 2001.


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