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Spesa sanitaria in Campania: "È falso in bilancio?"

Quanto dobbiamo ancora aspettare perché il Governo Nazionale Commissari (dopo la mondezza) anche la Sanità in Campania?

di Enzo Maddaloni - giovedì 26 ottobre 2006 - 5450 letture

La manovra finanziaria nazionale 2007 se da una parte sgrava di tasse il cosiddetto ceto medio (anche se è sempre meno medio) ci stà già impegnando seriamente con nuove tasse a livello locale e regionale (in Campania almeno) per i futuri 30 anni.

Lo stesso patto della salute tra Governo Nazionale e Regione Campania potrebbe contenere di per assurdo una specie di “falso in bilancio?” che potrebbe essere rappresentato dal fatto che la manovra regionale della Campania, di rientro del deficit sul spesa sanitaria, calcolata in via teorica sui prossimi tre anni, in effetti è dilazionata, per effetto dei mutui aperti sia con la SO.RE.SA (Società per cartolarizzazione del debito di oltre 6 Mld di euro), per trenta anni e non solo per questo?

Nella sostanza il Governo Regionale della Campania, a differenza di quello Nazionale che ci impegna con la sua manovra finanziaria di anno in anno, ci ha impegnato per i prossimi trent’anni, anche i nostri figli, al pagamento dei debiti della spesa sanitaria. In verità potremmo essere anche tutti contenti se questa producesse più salute, ma stando ai dati sembra di no!

Perché dicevo potrebbe essere un "falso in bilancio?".

La manovra attuata dalla Regione Campania con la Delibera di Giunta Regiobale n. 1843 del dicembre 2005 è stata costruita sull’esigenza di ripianare il deficit che si produce ogni anno spalmandolo per i prossimi tre (2006/2008). Deficit che negli ultimi sei 6 anni ci ha portato a quota 6 Mdl di euro fino al 31 dicembre 2005. Rientro che dovrà realizzarsi, attraverso un taglio di una quota media sui bilanci aziendali del 6% annuo per i tre anni di riferimento. In verità però non si è tenuto conto, che già il consuntivo 2005, rispetto al consuntivo 2004, anno di riferimento preso ad indice dalla DGRC 1843/05, era superiore del +13% circa.

Quindi la manovra di fatto impegnarebbe (di fatto) le Aziende Sanitarie Locali e le AA.OO., indistintamente (anche chi non aveva prodotto deficit di gestione nel rapporto tra costi e valori prestazionali), non in tagli di bilanci del 6% medio, ma di oltre 19%.

Si possono ben immaginare le conseguenze di questi tagli improponibili, per alcune di queste aziende ed in particolare (per l’esempio che facevo prima) per chi aveva garantito in ogni caso un equlibrio "ragionevole tra "costi e ricevi in ordine alle prestazioni sanitarie rese, perchè come ssi sta verificando c’è il rischio di tagliare prestazioni sanitarie in alcuni casi ed in altri pur di giustificare valori prestazionali di ferne un uso improprio.

Quello che già si sta verificando come fenomeno e che i “nuovi” valori prestazionali di alcune strutture sanitarie pubbliche fanno registrare un’aumento non giustificato delle prestazioni in alcuni casi in altri la rinuncia a fare prestazioni a beneficio della speculazione private in assenza assoluta di un vero è proprio "governo clinico" delle aziende, ma solo ragionieristico.

La manovra è stata anche sempre giustificata sostenendo il fatto che la quota pro-capite per abitante assegnata alla Campania è una delle più basse (1.444,00 anzichè 1.508,00 euro), in verità non è proprio così.

Se prendiamo a riferimento il 2005/2006 abbiamo avuto, più o meno, un aumento significativo sul FSR (anno 2005 circa + 900 milioni di euro - per il 2006 circa + 1.5 mld di euro) ma la tendenza di deficit rimane costante per tutti questi ultimi anni in circa 1,5 miliardi di euro ogni anno perché?

Probabilmente perchè non si è mai definito quel "governo clinico" delle aziende sanitarie della Campania frutto anche di una seria programmazione sanitaria sono anni che si attende il Piano Ospedaliero Regionale a parte prendere atto della mancata applicazione sia del Piano Sanitario Regionale che di molte altre norme di riferimento regolamentare come la definizione dei criteri di accreditamento delle struuture sanitarie.

Nel frattempo il cartello di Banche (Caylon, Credit Suisse e Lehman Brothers) che hanno finanziato la SO.RE.SA. (con i primi 3 Mld di euro) criticano l’azione della Regione perché non riesce a definire la certificazione del credito delle strutture private accreditate.

Per assurdo, a fronte di questa protesta, si potrebbe verificare che i “fornitori privati di prestazioni sanitarie al SSR”, oggi più interessati a “sanare” i propri conti, anche in ordine alle prestazioni rese in più e fuori i Tetti di Spesa o Capacità Operative Massime, sarebbero i primi ed i più disponibili a chiudere i loro conti, a differenza delle strutture accreditate che non intendendo rinunciare al credito maturato per le prestazioni effettivamente rese e nel rispetto dei criteri di accreditamento provvisorio, continuano con l’azione (a questo punto pure giustificabile) del contezioso legale e dei decreti ingiuntivi, facendo fallire di fatto l’azione della SO.RE.SA che sia questa la base della stessa lamentela delle banche di pochi giorni fà apparsa su alcuni giornali locali?

Tutto ciò anche con l’effetto di affogare ulteriormente le singole AA.SS.LL. che a tutt’oggi continuano ad avere i conti in rosso per oltre 1,6 Mld di euro in ordine alla vecchia “fattorizzazione” del debito dal 2002 ( e qui non si comprende se questa cifra sia considerata già nel debito del 6 Mld di euro oppure è extra).

Nel frattempo la Regione Campania è stata costretta a fare una nuova Delibera di G.R.C. la n. 1846 del 22 settembre 2006 (BURC 47 del 16 ottobre 2006) per disciplinare questo aspetto del debito (nelle more?), autorizzando le singole AA.SS.LL. a convenire direttamente con le Banche già impegnate in precedenza nella factorizzazione, con accordi di dilazione dei crediti, allungando la scadenza per altri 15 anni.

Con questi accordi di dilazione di questa parte del debito, (e qui la domanda sorge spontanea) si baypassa la SO.RE.SA ?

Certo tutto ciò per liberare subito le risorse necessarie al pagamento dell’anno corrente (2006) gravato già anch’esso del deficit strutturale degli anni precedenti (vedasi DGRC 2089 del 2002 e DGRC 1722 del 2004), (ed anche qui nasce spontanea la seconda domanda): ma, in questo caso, a che cosa è servita la SO.RE.SA. ?

La matassa a questo punto rischia di essere molto ingarbugliata e come al solito non si è chiarito ancora ai cittadini la vera dimensione della partita e come la regione, ed a questo punto il governo nazionale, che stà già affiancando la regione nel "ripristino del sistema", come intendono evitare di farci fare debiti per i futuri quindici e/o trentanni (pignorando anche i nostri figli) e come evitare per il futuro di far rientrare una spesa sanitaria ormai fuori da ogni controllo controllo.

Qualche risposta a quest’ulimo problema ho cercato di darla anch’io ultimamente:

 una sana programmazione, riorganizzazione e riconversione di strutture;
 definizione dell’utilizzo delle risorse in conto capitale con le quali si intende attuare gli investimenti per garantire gli adeguamenti strutturali e tecnologici delle strutture sanitarie pubbliche ormai obsolete;
 indicazioni di tempi certi per i futuri accreditamenti al SSR e nazionale al momento ancora rinviati.

A questo punto lo stesso Patto della Sanità tra Governo e Regione Campania sta cercando, nella sostanza, di rianimare con “boccate d’ossigeno” una sanità malata in Campania non solo, nella sua incapacità di definire conti e bilanci, ma anche nell’inadeguatezza storica di programmare.

D’altronde l’esempio è ormai scontato, se avessimo programmato seriamente non avremmo avuto Direttori Generali che praticavano solo "crediti clientelari", e probabilmente non saremmo oggi a questo punto.

Ed a questo punto non resta che chiederci ancora una volta: Quanto dobbiamo aspettare perché il Governo Nazionale Commissari (dopo la mondezza) anche la Sanità in Campania al di là dell’affiancamento già attuato dell’Assessorato alla Sanità e non ancora della "Salute"?


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Spesa sanitaria in Campania: "È falso in bilancio?"
10 gennaio 2007, di : pinketto

E’ delle agenzie finanziarie che dicevano australiane, e che invece sono gestite da finanzieri locali, con nomi da soap operas che incasseranno 18 mln di euro che ne dite? Ma poi chi dice che le hanno indicate le banche, le banche le criticano, a chi credere?