Sant’Ambrogio e Santa Prescrizione

A Milano c’è anche la par condicio fra i morti. Premiati il magistrato Borrelli e il prescritto Penati

di Adriano Todaro - mercoledì 27 novembre 2019 - 1718 letture



striscia_ilfattoeilcommentoIL FATTO

La massima onorificenza del Comune di Milano alla memoria andrà a Francesco Saverio Borrelli, ex magistrato e capo della Procura di Milano, proposto dalla società civile, Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano ed esponente del Partito democratico… (la Repubblica)

E le polemiche più accese sono state su Borrelli e Penati, con Lega e Forza Italia che hanno bocciato entrambi (anche se Penati era stato proposto dall’azzurro De Chirico e condiviso dal Pd) e anche Basilio Rizzo si è espresso contro la Medaglia all’esponente dem. (Il Giornale, 19 ottobre)

Il primo cittadino si è detto "totalmente favorevole" perché a suo avviso "sarebbe un giusto risarcimento". In merito alla candidatura bipartisan del Consiglio comunale per la massima onorificenza del capoluogo meneghino il sindaco ha aggiunto "però sono molto di parte, Filippo Penati era un amico… (Il Giorno, 12 ottobre)

IL COMMENTO

Milano riesce sempre a stupire. È un vero laboratorio politico ed ora si sono inventati anche la par condicio fra i morti. Sì perché se premio un giudice, morto, debbo premiare, per la regola dei contrappesi, un prescritto, morto anch’esso. E così la Commissione che assegna ogni anno gli “Ambrogini d’oro” ha deciso di premiare sia Francesco Saverio Borrelli che tanto ha lavorato per Mani pulite attirandosi le ire dei partiti dei condannati quando pronunciò la celebre frase “Resistere, resistere, resistere!” e uno che faceva proprio parte di quel mondo che Borrelli combatteva.

Filippo Penati faceva parte della “Ditta” tanto che era capo della segreteria di Bersani. Poi le vicende giudiziarie con l’accusa di aver intascato una tangente di 5 miliardi e 750 milioni di lire, come anticipo di una mazzetta complessiva di 20 miliardi di lire, per ottenere di poter costruire sull’area dove sorgevano le acciaierie Falck, a Sesto San Giovanni. Lo accusa l’imprenditore Giuseppe Pasini. Calunnie? Pasini non è stato mai condannato per calunnia.

Il relativo processo si ferma perché scatta la prescrizione. Penati aveva assicurato che avrebbe rinunciato alla prescrizione. Bel colpo! Poi si deve essere distratto perché si è dimenticato di andare nell’aula del tribunale e così scatta la prescrizione. Per altre vicende è stato assolto o per insufficienze, appunto, di prove o perché “il fatto non costituisce reato”. La Corte dei conti vuole indietro da lui e da altri 11 coimputati, 44,5 milioni di euro. Secondo l’accusa, Penati ha acquistato, quando era presidente della Provincia, un pacchetto di azioni dell’autostrada Milano-Serravalle, facendo realizzare al gruppo Gavio una plusvalenza di 176 milioni.

Comunque poco tempo fa Penati è morto e ai morti si porta rispetto e pietà. L’Ambrogino d’oro, invece, potevano far meno a concederglielo. Quale lustro ha dato alla città Filippo Penati? In una delle sentenze assolutorie i magistrati scrivono che il “Sistema Sesto esisteva: come luogo di incontro tra gli interessi di imprenditori spregiudicati e le esigenze di finanziamento della politica e, in particolare, degli eredi del Pci, che da sempre amministravano Sesto San Giovanni”. E allora era proprio necessario premiare Penati che è stato al centro del “Sistema Sesto” e sindaco della città?

Il sindaco Giuseppe Sala (condannato anch’esso a sei mesi per l’assegnazione del maxi-appalto per la Piastra dei servizi dell’Expo del 2015, che però nessuno ricorda) ha dichiarato di essere "totalmente favorevole" alla benemerenza per Penati perché, a suo avviso, "sarebbe un giusto risarcimento". Un “giusto risarcimento” de che? E a noi quando ci risarciscono per tutto quello che abbiamo dovuto subìre in tutti questi anni? Il ministro Bonafede si sta battendo per cancellare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Faccio il tifo in questo senso e porgo una prece per Filippo Penati.


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