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Sanità siciliana: due pesi e due misure

Una vera rivoluzione per il riordino della rete siciliana dei Laboratori Privati che si è basata sull’applicazione dei requisiti minimi previsti dal D.P.R. 14.01.97 (aggiornamento del D.P.C.M. 10.02.84 – c.d. Craxi), e sulla presenza di eventuali settori specializzati.

di cirignotta - mercoledì 7 aprile 2010 - 3072 letture

Molte le vicissitudini dopo la riforma del Servizio Sanitario Siciliano, collegato con la legge n°5 del 14/4/2009, dove si è agito sia in termini di risparmio economico che di riorganizzazione Sanitaria.

Tra gli altri, ad essere oggetto dei tagli, anche i laboratori di analisi cliniche che sono stati aggregati alle strutture pubbliche nell’ambito dei territori dedicati.

Tra gli accordi attuativi di tale linea di riferimento il decreto del Dirigente Generale n° 1903/09 ed il Decreto Assessoriale n° 1933/09 che sono stati emanati in riferimento anche alla legge nazionale del 30 Dicembre 2004 n° 311 (finanziaria 2005) ed in seguito a specifici accordi con il Ministero del Lavoro, delle Politiche Sociali, della Salute e delle Finanze.

Una vera rivoluzione per il riordino della rete siciliana dei Laboratori Privati che si è basata sull’applicazione dei requisiti minimi previsti dal D.P.R. 14.01.97 (aggiornamento del D.P.C.M. 10.02.84 – c.d. Craxi), e sulla presenza di eventuali settori specializzati.

Una nota dolente che l’Assessorato Regionale ha voluto precisare in relazione al fatto che molti di questi adempimenti in Sicilia non sono ancora esistenti.

La Sicilia è fortemente indebitata e continua a retribuire le prestazioni di laboratorio con tariffe di remunerazione del 32% più alte di quelle ministeriali. Una lunga premessa che sicuramente è rimasta utile per capire quanto denaro negli anni scorsi è circolato in questo settore cardine della Sanità Siciliana.

Tra polemiche e ricorsi al Tar da parte della Federlab Siciliana arriviamo comunque ai giorni nostri con un pacchetto di laboratori analisi privati già accreditati per ogni ASP Provinciale e con l’assegnazione dei fondi 2010 (decreto assessoriale 0779 del 15/03/2010) dedicati per provincia da parte dell’assessorato Regionale alla Salute.

Ancora una volta è polemica che questa volta si basa su una realtà monetariamente quantificabile per ogni provincia. Tra le assegnazioni infatti si nota come la provincia di Caltanissetta, quella di Ragusa oltre che quella di Enna siano state nettamente penalizzate.

La provincia nissena, infatti, su di un fabbisogno collegato alla popolazione di 6.968.199,00 di euro ha avuto un’assegnazione di soli 4.048.000,00 di euro. Quella ragusana, invece, su 8.173.241,00 euro di fabbisogno ha avuto un’assegnazione di soli 4.344.000,00 euro. Ed infine, qualle ennese su un fabbisogno di 3.287955,00 euro, ha avuto un’assegnazione di 1.779,000,00 di euro.

In parole povere l’offerta sanitaria legata alla patologia clinica privata per queste provincie è al di sotto degli standars e dei fabbisogni e provocherà dopo i primi 4 mesi, ma già da aprile, il solito disagio per i cittadini esenti per patologia ed altri che dovranno pagare la quota per intero delle prestazioni di laboratorio se vorranno accedere a queste strutture.

Due pesi e due misure che quindi mettono ancora una volta in rilievo la forza del potere politico locale a discapito delle popolazioni residenti di queste provincie.


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