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Sabina Guzzanti, ospite d’onore al Taormina Film Fest 2018

Con l’intelligente sarcasmo di sempre, la Guzzanti ha parlato di cinema, sfiorando l’attuale situazione politica e con uno sguardo al recente passato.

di Piero Buscemi - venerdì 20 luglio 2018 - 6663 letture

Scherzando scherzando, spesso si dice la verità. Potremo citare i più svariati modi di dire per rafforzare questo concetto. Di certo, la satira ha sempre lasciato l’amaro in bocca a coloro che ne sono diventate vittime. Compiacersi della satira, diventa una ruffiana conciliazione con il potere.

IMG_8335Sabina Guzzanti è sempre stata quella mina vagante, alla quale i manipolatori della comunicazione, che passasse per la televisione o il cinema, hanno dovuto dosare la libertà di espressione per paura di rimanerne schiacciati. Sin dai tempi della Tv delle Ragazze, o Avanzi, quando un nugolo di donne, capitanate da Serena Dandini, ridicolizzavano la donna in carriera che si fa politica, per emancipare un lato della società italiana, combattuta tra una rivendicazione di ruolo e una passiva accettazione di una cultura votata al maschilismo, che l’ha da sempre relegata a oggetto da mostrare.

L’attrice si è presentata al pubblico del Festival di Taormina, disposta a ripercorrere gli anni cruciali della sua carriera, moderata nel suo conturbante monologo da Silvia Bizio, IMG_8337 direttrice artistica di questa nuova edizione del festival. Ci ha raccontato dell’inizio della sua carriera, quando una delle sue vittime preferite, Silvio Berlusconi, si complimentò con lei, giovanissima, non dimenticando di ammonirla sulle sue eventuali scelte artistiche del futuro.

Sappiamo come si sviluppò questo rapporto di palese ritrosia del cavaliere verso la Guzzanti, giullare al femminile, più tagliente e più difficile da domare, sfruttando il fascino di un ammaliante femminilità che finisce per prenderti per culo, come direbbe lei stessa, senza tante mezze misure.

Il compito del comico non è mai solo stato quello di far ridere. Rientra tra i suoi doveri mai sottoscritti, la capacità di far riflettere lo spettatore che, dalla bizzarra battuta, sappia estrapolare la verità che, forse molti pensano, e pochi hanno ancora il diritto di sostenere.

Abbiamo provato a provocarla, chiedendole se, vivere in Italia, dove un cantante di crociere è diventato Presidente del Consiglio, oltre a uno dei più ricchi uomini del mondo, dove un comico è riuscito a fondare un partito e qualche giornalista ambirebbe a farlo, non avesse mai pensato di fondare un movimento che accontentasse ogni più plausibile deviazione del pensiero politico italiano.

Le abbiamo anche suggerito un possibile nome che soddisfacesse questo requisito di equità di trattamento: il Movimento Democratico del Nord per la Libertà di Sabina. Una provocazione che sottointendeva la necessità di raggruppare gli intellettuali, i registi, gli scrittori ed anche i comici, per tutelare quel poco di idea di libertà di espressione che è rimasta in Italia.

Perché, come la stessa Sabina ci ha evidenziato, di Editti bulgari, se ne sono registrati diversi, anche dopo il ventennio berlusconiano. Una censura, celata da tutela della democrazia, che oltre a riempire la bocca dei politici durante i loro interventi televisivi, ha solo rappresentato una delle tante stronzate utilizzate per soffocare sul nascere l’inizio di una qualsiasi nuova rivoluzione culturale.

IMG_8343 Alla nostra domanda, con malcelata e voluta ironia, la Guzzanti ci ha risposto di sentirsi sufficientemente libera nel nostro Paese, qualunque progetto la sua mente creativa le suggerisce di porre sul tavolo dei produttori italiani. Una "libertà" che le ha permesso di realizzare ben sette film, rigidamente autoprodotti. Censurati, criticati, ridicolizzati da giudizi ipocriti di chi, la verità, non ha nessuna intenzione di farla emergere, neanche dietro una sonora risata che, qualche illuso anni fa, sognò che un giorno avrebbe seppellito tutto. Anche la meschinità umana, sotto qualsiasi forma di potere si manifesti.

E quando ci sono questi attacchi, in Italia, spesso neanche le testate giornalistiche che pensiamo, non diciamo dalla nostra parte, ma quanto meno disposte a prendere le difese di un personaggio scomodo che, ribadiamo, si espone anche per rilanciare un’immagine di diritto all’informazione ormai fuori moda, preferiscono astenersi. Forse, perché il canonico passo indietro, sarebbe troppo.

Ci permettiamo, in nome proprio di una libertà che Sabina, forse scherzando, durante il suo intervento, avrebbe avuto voglia di cercare in un altro continente, di affermare che questo diritto di espressione delle proprie idee è, e rimarrà sempre sacrosanto, solo se nessun guinzaglio culturale, o politico che sia, attraverso anche solo con un ricatto economico, spacciato per finanziamento, ci leghi a un ringraziamento forzato verso chi non farà mai nulla per niente.

E’ una rivendicazione che sosteniamo da oltre venti anni, dalla pagine del nostro giornale. Un privilegio che ci permette di scrivere quello che vogliamo, senza alcun condizionamento, scegliendo gli argomenti da trattare senza paura di censori benpensanti a suggerirci cosa tagliare, con la scusa di rendere il testo più comprensibile.

Dedichiamo a Sabina Guzzanti un nostro articolo, datato 25 maggio 2010 e a firma di Adriamo Todaro, nostro prezioso collaboratore, scritto in occasione dei problemi che si vennero a creare, dopo l’uscita del film Draquila (uscito il 7 maggio 2010), sulla vergogna del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009.

L’articolo è in piena sintonia sullo stile della satira che, come abbiamo già evidenziato, deve far riflettere. Invitiamo Sabina e tutti i nostri lettori, a rileggerlo seguendo il link che segue. Il titolo dell’articolo è Il ministro budino

https://www.girodivite.it/stampa.html


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