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Report: Chemical Brothers

Oltre 10.000 persone, oltre 50.000 watt, per oltre due ore di live set. Questi sono i numeri, secchi, del concerto dei Chemical Brothers. Martedì 27 Novembre, a Bologna, abbiamo avuto il piacere di seguire l’unica data italiana di “We are the night”, il tour dei fratelli chimici, e vi raccontiamo quel che è successo. Con tanto di fotoreport

di Tano Rizza - giovedì 29 novembre 2007 - 5625 letture

  Palamalaguti, Casalecchio di Reno (Bologna), 27 novembre 2007 -   Oltre 10.000 persone, oltre 50.000 watt, per oltre due ore di live set. Questi sono i numeri, secchi, del concerto dei Chemical Brothers. Martedì 27 Novembre, a Bologna, abbiamo avuto il piacere di seguire l’unica data italiana di “We are the night”, il tour dei fratelli chimici. L’attesa era alta, perché dal vivo il duo non si esibisce spesso. Arriviamo al Palamalaguti presto, verso le 20. Per un evento di questa portata essere abbastanza in anticipo è d’obbligo. L’atmosfera è quella dei grandi eventi, tanta gente che gironzola attorno al palasport, e cancelli ancora chiusi. Ci avviciniamo ad uno degli ingressi, e, sorpresa: l’orario d’inizio concerto è stata posticipata, alle 23. Sul cartello una scritta informa il pubblico che a causa di un problema ad uno dei mezzi, c’è da aspettare un po’ più del previsto. Dopo si scoprirà che mancava una cosa fondamentale, quel tir in panne chissà dove conteneva la consolle dei Chemical. Impossibile farne a meno.

Verso le 20.30 l’organizzazione decide di aprire i cancelli, e la folla immensa inizia velocemente ad invadere il palasport. All’interno una recensione divide la zona del parterre dal palco. Stratagemma necessario per evitare l’accalcarsi delle persone, e per far montare ai tecnici, una volta arrivata, la consolle e il mixer. Alzando lo sguardo il colpo d’occhio è impressionante. Sul palco due enormi file di casse scendevano dal soffitto, e l’impianto per le luci è intricatissimo. Saliamo sulle tribune per aspettare l’inizio del concerto. Il tempo passa, e il Palamalaguti via via si và riempendo sempre più. Ma ancora niente consolle. Facciamo un giro, bello vedere la varietà delle persone presenti al concerto. Gente di tutte le età, ragazzini quattordicenni, che magari manco sapevano a cosa stavano per assistere, signori brizzolati con lo sguardo felice, padri con l’orecchino e con il figlioletto di dieci anni tenuto per mano. Un immenso microcosmo generazionale, tutti lì per i Chemical. Verso le 23 si inizia a muovere qualcosa dalle parti del palco. Vengono tirati su due specie di enormi armadi, alti ognuno due metri e larghi altrettanto. Una decina di tecnici tirano furori da quelle casse di tutto: tastiere, piatti, mixer, bottoncini elettronici, fili, cavetti, computer, borse, keis, e tanto altro. Insomma è arrivata la consolle dei fratelli chimici. Per montarla tutta ci hanno mettono oltre 40 minuti, tanta l’attrezzatura personale dei Chemical. Dopo poco, si aprono, di colpo e assolutamente a sorpresa, le barriere divisorie che stavano tra il pubblico e il palco. Tutta la gente che stava sul parterre inizia a correre, assieme, in direzione della prima fila. Immaginatevi tremila persone ai nastri di partenza dei centro metri, che di colpo partono spedite. Una follia. Lotta per mantenere il posto, e altra attesa.

Poi, dopo un’altra buona mezz’oretta, si spengono le luci, e la gente inizia a impazzire. Al buio, e accompagnati da una serie di rumorini sintetici salgono sul palco i Chemical. E subito, sin dal primo minuto, l’acceleratore è tirato al massimo. Alle loro spalle, per tutta la durate del live, un mega-schermo distribuisce un visual spettacolare, a tempo con i passaggi dei fratelli chimici e assolutamente coerente con l’atmosfera elettronica. Due ore di film, sopra la consolle. Il live è esattamente come lo aspettavamo, i chemical distribuiscono beat, suoni, rumorini, bassi e sfrecciate sonore senza risparmiarsi. Il Palamalaguti si trasforma in un’enorme festa, impressionante il numero di persone che saltellano e ballano, impressionante l’impatto sonoro che ci colpisce in pieno, facendoci tremare non solo i vestiti ma anche tutti gli organi interni. Mai visto una tale potenza a disposizione di un set elettronico. Ma c’era da aspettarselo, sul palco a muovere bottoncini e distribuire suoni c’era la serie A dell’elettronica, i padri fondatori, coloro che hanno buttato le basi per tutto quello che è venuto dopo nella scena elettronica mondiale. Loro, i Chemical, interpretano la cosa con un certo stile. Durante il live ripercorrono un po’ la loro produzione, soprattutto le ultime cose, ma non mancano le chicche che li hanno resi famosi, né le sperimentazioni sonore.

Io, dopo un po’, non c’è la faccio più. Troppa gente e troppo poco spazio. Esco dal parterre, e cerco rifugio nelle tribune. Salgo, e da sopra il tutto è ancora più spaventoso. Gente dappertutto, sul parterre, nelle tribune, per terra, ai lati, agli angoli, ovunque. Impressionate. Pare utopico buttare uno sguardo attento a quello che i Chemical, intanto, stanno muovendo in consolle. Troppa distanza tra me è il palco. Decido di provare ad andare dietro, nel sottopalco. Esco dal palasport e mi dirigo spedito verso i tir, dietro al palco. Il mio pass-media non è sufficiente per avere accesso al sottopalco, né per fotografare i Chemical da vicino. Ma io ci provo uguale. Passo un primo controllo, un tipo della security mi guarda, io li sorrido, e continuo a camminare. Passo un secondo controllo, c’è un altro tipo della sicurezza, è al telefono e non mi vede. Trovo una porta aperta, mi ci infilo. Con mia grande sorpresa sono dietro al palco, accanto alle scalette che portano su, dove ci sono i Chemical che stanno suonando. Non oso troppo, circumnavigo le scalette e sono davanti al palco, di fronte a me, a un paio di metri la consolle. Accanto a me, dei fotografi, e tanti ragazzi della sicurezza, uno mi ferma, io gli faccio vedere il mio pass, lui lo guarda, dice qualcosa a un suo collega e me lo restituisce. Mi fanno rimanere lì. Spettacolare. Accedendo la digitale e inizio a filmare tutto, i chemical, il pubblico, il visual. Filmo, ma faccio poche foto. Continuo a star lì, per una mezzora buona. Intanto il pubblico oltre a ballare inizia anche a pogare, più i Chemical spingono, e più la gente impazzisce. Sembra quasi un gioco, una sfida chemical-pubblico, a chi va più oltre. Dietro la consolle il visual continua a distribuire visioni per tutti, e io resto lì, bloccato con la digitale in mano. Fin quando la securty non mi sgama, e non proprio gentilmente mi fa presente che io, lì, non ci posso più stare. Accetto la richiesta ad allontanarmi e vado via, direzione tribune.

Salgo e continuo a seguire le traiettore sonore composte da Tom Rowlands ed Ed Simons, loro suonano assieme dal 95, alle loro spalle hanno sette album, tre compilation e tanti singoli. Questo di Bologna è il live di presentazione del loro ultimo album “We where the night”, e il duo lo propone quasi per intero. Il concerto scivola via fluido, per oltre due ore, bello martellante, ossessivo, ed è tutto da ascolatare e ballicchiare.


Tutte le foto, e i video, saranno disponibile a breve su Girodivite e su http://tappetivisivi.blogspot.com


Aggiornamenti dalla scena elettronica italiana. A Roma 4 appuntamenti tra venerdì e sabato

Questo fine settimana a Roma ci sono ben 4 appuntamenti da non perdere. Venerdì tutto dedicato alla musica tekno. Al Forte Prenestino serata “press play and tape”, tra gli altri in consolle anche Nuborduction dei Banditos. Sempre Venerdì, ma al Villaggio Globale si potranno ascoltare i suoni taglienti e martellanti di Crystal Distorsion. Sempre venerdì, all’Alpheus, c’è il “Cocolon Circus” appuntamento dedicato alla musica elletronica che vede in line up, tra gli altri, anche Shokravers. Sabato primo Dicembre, se rimanete nella capitale (e ve lo consigliamo) c’è un altro evento notevole: Aphex Twin. Cambiata la location, non più all’ex Fiera ma allo Zen Plats, all’interno dell’Luneur.


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