Rassegna stampa: Villaggio Bunker con vista

A Lentini terreni di pregiate colture agricole trasformati in zone edificabili e aree a vincolo paesaggistico a rischio di colate di cemento, per consentire la costruzione di un complesso residenziale destinato ai militari americani della base di Sigonella

di - domenica 14 gennaio 2007 - 3836 letture

Un tempo “rossa” politicamente con un forte movimento conta¬dino protagonista di storiche lotte bracciantili, Lentini di rosso ha conservato solo il colore della pol¬pa delle celebri e gustose arance Moro, Tarocco e Sanguinello.

Ma almeno un po’ di rosso-vergogna dovrebbe provarlo gran parte del centrosinistra che amministra quel comune e che, in sintonia coi par¬titi del centrodestra ha dato il via libera a un progetto di espansione edilizia che prevede la costruzio¬ne di un complesso residenziale destinato esclusivamente ai mili¬tari americani della vicina base di Sigonella.

Una colata di 670 mila metri cubi di cemento che inonderà oltre 91 ettari delle contrade Xirumi, Tirerò e Cappellina. in un’area dove esistono pregiate colture di agrumi, sottopost a vincolo paesaggistico e in parte archeologico.

Il braccio operativo di questo macro¬scopico attacco al territorio sì chiama Scirumi srl, società catanese costituita nel 2004 e a quanto pare in rapporti di affari con la famiglia dell’editore Ciancio Sanfilippo. Nel 2005 la suddetta società ha provveduto all’acquisto, dei terreni agricoli per poi proporre al Comune di Lentini di cambiare la loro destinazione d’uso e renderli edificabili. Sul piatto l’in¬termediaria Scirumi ha messo la prospettiva dell’investimento di 300 milioni di dollari da parte degli americani e le promesse di contropartite in termini di ricadute occupazionali e di opere di urbanizzazione a beneficio di Lentini. Troppa grazia sant’Antonio, alzi sant’ Alfio. Fìladelfìo e Crino che sono i patroni della città.

E così nell’aprile del 2006 il consiglio comunale lentinese (allora a maggioranza di centrodestra) ha approvato una variante al piano regolatore generale con la quale la zona su cui ricade il progetto è stata trasformata da agricola in zona residenziale, Decisione riconfermata lo scorso ottobre dal nuovo consiglio comunale, stavolta a maggioranza di centrosinistra, che ha rigettato il ricorso presentato dai Verdi insieme al Centro studi Ddisa e al periodico Girodivite, Ricorso rigettato con un pronunciamento trasversale dei partiti di centrosinistra e di centrodestra: 12 voti favorevoli e 8 astenuti dei Ds, Margherita, Sdi e Lista civica.

Mentre le interrogazioni sulla vicenda presentate da deputati dci Verdi all’assem¬blea regionale siciliana e al parlamento nazionale sono rimaste lettera morta, la Commissione regionale all’urbanistica ha approvato in via definitiva la variante al Piano regolatore generale.

I partiti e qualche sindacalista esultano parlando di vantaggi economici e occupa¬zionali, di opportunità e occasioni da cogliere. dìfferentementc dai Verdi (e dagli altri pochi oppositori fra cui Rifondazione Comunista) che denunciano ‘lo stravol¬gimento del modello di sviluppo che si vuole avere per lentini e per quella parte di territorio interessata che non può avere un ruolo di servitù militare, ma deve continuare a svolgere la sua funzione agricola produttiva”.

Decisamente lucido il commento di Salvatore Perna sul mensile siciliano “L’isola possibile”: Il consiglio comunale di Lentini, trascurando qualsiasi analisi sulle finalità del progetto americano (orientato più sul potenziamento militare che su necessita abitative), è incappato in un grande abbaglio politico e culturale. segno di una logica di subalternità, disinformazione e uso sconsiderato delle risorse territoriali.

E’ il presagio del declino dell’intera classe dirigente di una città, incapace di valorizzare le straordinarie risorse del proprio territorio: i prodotti di qualità del comparto agrumicolo, perennemente in crisi; le grandi risorse idriche del lago di lentini (1000 miliardi di lire spesi per la sua rigenerazione) rimaste inutilizzate, seppur necessarie alla diversificazione agricola e al riequilibrio idrico; i preziosi beni culturali e ambientali. Si è condiviso un progetto che crea una nuova servitù militare statunitense, rende off limits l’intero perimetro del villaggio, ed esclude dì fatto la fruibilità dei siti archeologici inglobati nell’area dell’insediamento.

La Sovrintendenza di Siracusa dovrebbe spiegare come ha potuto esprimere parere positivo”.

Fonte: L’isola dei Cani Dicembre 2006


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