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Racconti ischitani (ragazzo di strada 15)

di junior - domenica 18 maggio 2008 - 3882 letture

Il pallone rotolava lungo la discesa. Alessandro gli correva dietro. Sembrava stesse per afferrarlo. Inutile, la corsa sembrava inarrestabile. Il ragazzo era molto agile. La forza di gravità pareva non interagire con il suo corpo perfettamente longilineo. Alessio se ne stava seduto sul muretto alla sommità della strada. L’osservava divertito. Finalmente la palla si fermò sulla piazzola sottostante. Il giovane la raccolse da terra. L’appoggiò lateralmente al busto bloccandola con il braccio sinistro. Si avviò lungo la strada in salita. L’ingegnere guardò l’orologio. Aveva un appuntamento di lavoro. Allungò lo sguardo all’orizzonte. La baia vista dall’alto aveva un colore biondo dorato. Due gabbiani si erano poggiati sulla sommità appuntita di uno scoglio affiorante. Poteva distinguerne chiaramente i profili eleganti.
- Cosa guardi...? - chiese Alessandro appena l’ebbe raggiunto.
- Niente, niente... - rispose l’uomo - stavo pensando... -
- A cosa stavi pensando...? - insistè il ragazzo cominciando a palleggiare.
- Pensavo al lavoro... - aggiunse l’uomo scendendo dal muretto. Alessandro gli rivolse un’occhiata indagatrice.
- Domani è il mio compleanno... - disse.
- Auguri... - rispose Alessio - Cosa vuoi per regalo...?-
- Mi serve un computer di ultima generazione... - aggiunse Alessandro.
- Un computer di ultima generazione...? - ripetè lui - Sei sicuro di non volere una Ferrari...? Vuoi solo un computer di ultima generazione...? -
- Se mi regali questo computer vengo a dormire da te per un’intera settimana... - propose il ragazzo. Alessio scoppiò a ridere.
- Non devi usare quel tono con me... - osservò l’uomo.
- Hai ragione... - annuì il ragazzo - Sono disposto anche a preparati la cena. - Il cellulare cominciò a squillare. Alessio rispose allontanandosi di qualche passo. Alessandro riprese a palleggiare.
- Devo andarmene... - disse riponendo il telefono nella tasca della giacca - Ho un problema da risolvere... -
- La matematica non mi è mai piaciuta... - scherzò Alessandro.
- Vieni... - continuò lui dirigendosi verso la macchina - Sali. Ti accompagno... - Alessio salì in auto. Chiuse la portiera. Allacciò la cintura di sicurezza.
- Sbrigati... - insistè guardando lo studente in piedi davanti a se.
- Voglio quel computer... - ripetè il giovane lasciando cadere il pallone all’interno della vettura dal finestrino abbassato.
- Ho detto di non usare quel tono con me... -
- Stasera vengo a casa tua... -
- No...non se ne parla proprio... - protestò Alessio allentandosi il nodo della cravatta. Alessandro entrò in macchina. L’ingegnere partì.
- Certe volte sembri un bambino viziato... -
- Scommetti che questa è l’ultima volta che ci vediamo...? - sbottò il ragazzo.
- L’ultima volta dici...? - ripetè l’uomo rivolgendogli lo sguardo.
- Proprio così...- continuò lo studente guardando fisso la strada davanti a se - Da oggi non mi vedrai più. Non potrai più parlarmi. Starai male. Soffrirai per il resto dei tuoi giorni... -
- Davvero...? - esclamò Alessio senza trattenere una sonora risata.
- Facciamo pace...? - chiese l’ingegnere in tono scherzoso.
- Solo se mi regali un computer di ultima generazione... - rispose Alessandro
- D’accordo...d’accordo...- promise l’ingegnere - Te lo regalo...- Fu in quel momento che il ragazzo si lanciò su di lui abbracciandolo. L’uomo frenò bruscamente. La macchina slittò sul terriccio finendo contro il muro. Il colpo li fece sobbalzare.
- Accidenti...accidenti... - urlò Alessio scendendo dalla macchina - accidenti...accidenti... - Sull’asfalto c’erano i vetri dei fari in frantumi. Un automobilista si fermò.
- Tutto bene...? - chiese avvicinandosi.
- Tutto bene, grazie... - rispose Alessio. Alessandro li raggiunse.
- Chiamo il carro attrezzi... - disse l’ingegnere rivolgendosi al ragazzo - Tu avviati con il pulman. La fermata è più avanti. -
- Posso accompagnarlo io... - propose lo sconosciuto.
- Accetto... - rispose il giovane senza aggiungere altro. Alessio l’osservò allontanarsi di spalle. Infilò la mano nella tasca della giacca. Prese il telefonino. Compose il numero del soccorso stradale.

continua...

Angela Colella


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