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RAI: di tutto, il peggio

Infornata di nomine Rai. Decide Draghi. Felicissima Mediaset

di Adriano Todaro - mercoledì 24 novembre 2021 - 1851 letture

Quello che è avvenuto qualche giorno fa nel nostro Paese, potrebbe – a prima vista – essere solo una brutta pagina. E, invece, è qualcosa di peggio, è la pervicace ricerca di eliminare la residua democrazia che ancora esiste – almeno nelle forme – in questo povero Paese in cui, ahinoi, viviamo. Mi riferisco a ciò che è avvenuto alla Rai e alle nomine nei TG e non solo. Qualcuno ha parlato di “manuale Cencelli” dal nome del deputato dc che aveva inventato un metodo-bilancino dove, in modo proporzionale, si premiavano persone legate alle forze politiche che facevano parte di governo e sottogoverno. Ora è diverso. Si premiano anche chi sta all’opposizione e si penalizza chi sta al governo. La penalizzazione avviene, in questo caso, solo nei confronti di una forza politica che guarda caso è la forza più numerosa, in termini di voti, nel governo. Debbo dire molto francamente che se anche fosse stato premiato il M5S, a scapito di altre forze politiche, non avrei gioito. E non lo avrei fatto perché non è questo il punto. Il punto è che è necessario togliere potere alle segreterie politiche partitiche che dispongono della RAI come fosse cosa loro, come fosse un loro territorio di caccia. Sino a quando a decidere le nomine saranno i Gasparri o i Gentiloni di turno o, anche, Luigi Di Maio, la Rai sarà sempre al rimorchio della politica, della bassa politica e non, invece, quella grande azienda culturale che dovrebbe essere.

Per capire meglio ciò che è avvenuto nei giorni scorsi, andiamo per capitoli.

TRE DONNE TRE ‒ Le campane hanno suonato a festa per la nomina di tre donne: Monica Maggioni (TG1), Simona Sala (TG3), Alessandra De Stefano (RaiSport). Che sia questa la democrazia in epoca dei Migliori draghetti? E professionalità e autonomia? Sulla professionalità non ho titoli per giudicare. Sono tre professioniste con grande esperienza. Sull’autonomia ci sarebbe, invece, da dire molto non fosse altro perché quando t’impongono in quel posto, non è che poi decidi di fare quello che vuoi o quello che t’impone la tua coscienza (sic!). Non serve a nulla che in quel determinato posto ci sia una donna. Se sei ricattabile, che porti le gonne o i pantaloni è la medesima cosa. Rimani un servitore dei poteri forti. Un servitore ben remunerato, ma sempre un servitore.

IL RUOLO DI DRAGHI ‒ Le nomine sono state decise da Draghi attraverso Antonio Fumiciello suo capo di Gabinetto come lo era, precedentemente, con Gentiloni. L’ad Carlo Fuortes non ha toccato la palla: ha ricevuto i nominativi all’ultimo minuto e, diligentemente, ha eseguito (si veda il capitolo precedente).

MONICA MAGGIONI ‒ Delle tre donne, la più famosa è Monica Maggioni che è stata tutto. È stata inviata del TG1, conduttrice, caporedattrice, presidente RAI. Nel 2010 è firmataria di una lettera di solidarietà nei confronti del direttore Augusto Minzolini il quale aveva sostenuto che David Mills (l’avvocato accusato di essere corrotto da Berlusconi), fosse stato assolto e non prescritto. Nel 2015, Maggioni diventa presidente Rai e approva le epurazioni cominciando da Massimo Giannini, Bianca Berlinguer e molti altri. Nel 2018 lascia la presidenza Rai a Marcello Foa e si accasa a Rai Com. È stata accusata di far parte della Trilateral, anzi è presidente della Trilateral Italia dal 2018. E Milena Gabanelli, su questa associazione internazionale dai contorni non ben definiti, fece una memorabile puntata di Report. Le motivazioni del perché Maggioni sia la presidente italiana di questa associazione non le conosco. So, invece, che quando ha curato, per Rai1, “Sette Storie”, aveva un incarico da 240 mila euro lordi l’anno.

MARIO ORFEI ‒ Altro personaggio per tutte le stagioni politiche. Infatti ha diretto tutti i tre TG della RAI e, durante il periodo di Renzi, dirige il TG1 che diventa cassa di risonanza del Referendum renziano. Nel 2017 diventa direttore generale della Rai e allontana dall’azienda Milena Gabanelli e altri. Ora dirigerà gli Approfondimenti, vale a dire dirigere, contemporaneamente Report e Bruno Vespa passando per Bianca Berlinguer.

CHI SALE E CHI SCENDE ‒ Maggioni prende il posto di Giuseppe Carboni indicato, a suo tempo, dal M5S. Il TG1 di Carboni guadagna in ascolti, quindi bisogna estrometterlo dalla direzione e far posto, così, a Maggioni. La Lega mantiene due direzioni: Gennaro Sangiuliano resta a dirigere il TG2 così come Alessandro Casarin, continuerà a dirigere le Testate Giornalistiche Regionali (TGR). Fratelli d’Italia va forte pur essendo l’unico partito d’opposizione al governo Draghi: Paolo Petrecca va a dirigere RaiNews e la vicedirezione del TG1 con Nicola Rao. Il Pd, con Andrea Vianello si prende il Giornale Radio e Simona Sala va a dirigere il TG3 (questa è “incasellata” fra Pd e M5S). Nella pratica il M5S non porta a casa nulla o quasi. È, appunto, il nuovo Cencelli.

CHI GUADAGNA PIÙ DI TUTTI – I più felici di queste nomine sono, possiamo ben pensare, quelli di Mediaset. Il TG1 era un problema per il TG di Canale 5, sempre dietro, in termini di ascolti, all’ammiraglia RAI. Ora possono ben sperare.

D’altronde è giusto sia così. La RAI è patrimonio di questa Italietta in cui viviamo dove si premiano le appartenenze politiche, non il merito. Un’Italietta che chiama Antonio Razzi, assieme ad altri, a inaugurare l’Anno accademico dell’Università di Sassari. Vi sembra normale?


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