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Quisquilie & Pinzellacchere

Per liberare l’Italia dai lacci e lacciuoli.

di Franco Novembrini - martedì 26 giugno 2018 - 3183 letture

Preso da una botta di mania di grandezza, complici l’età e il caldo incipiente, vorrei proporre ai lettori di questo nostro settimanale di partecipare al progetto. L’idea sarebbe quella di togliere o, perlomeno, rendere visibili i macroscopici lacci e lacciuoli al sistema Italia, che ne rallentano il progresso con lungaggini, sprechi e inefficienze per cui, ogni giorno, siamo costretti a fare lunghe file per ogni richiesta e, spesso, alla mercè di alcuni impiegati neghittosi i cui unici scopi sono quelli di far passare il tempo e dell’adorazione della famiglia dei ’’sacri timbri’’ che senza la loro applicazione niente può essere considerato affidabile e veritiero. Una eccessiva burocrazia che fa a cazzotti con la legge sull’autocertificazione, approvata nel 1969, è divenuta operativa esattamente trent’anni dopo, quando altre nazioni avevano adottato pagamenti e voto elettronico.

Vorrei, come accennato all’inizio, che molti lettori partecipassero aiutando così concretamente i nostri dirigenti e politici a rendersi conto, faccio un esempio, che se hanno votato una legge che abolisce le Province, avrebbero dovuto abolire anche le strade provinciali, facendone ricadere la competenza ai Comuni, in grado poi di adeguarne il regolamento, nefasto per il traffico ciclabile, alle strade comunali ed eliminando le differenze che queste hanno anche rispetto a strade a elevato traffico.

Altro esempio sono le spiagge che, in qualche parte d’Italia, sono oggetto di speculazioni malavitose che stanno emergendo. Quanti dei nostri lettori sanno che, piantando un ombrellone o stendendo un asciugamano sulla spiaggia, sono soggetti al controllo che va dal delegato di spiaggia, alle Asl, alle Forze dell’Ordine, alla Capitaneria di porto, alla Guardia costiera e, in certi casi, anche alle Guardie del Parco. All’Isola d’Elba ne ho contate 13 o 14 e, francamente, non è che sia garanzia di efficienza. Prova ne è la condizione e l’accessibilità ai servizi igienici. A ogni lamentela, molte di queste autorità si trincerano sulle responsabilità che è praticamente impossibile riuscire a capire di chi sono realmente.

In altre occasioni, la Capitaneria di porto ha notificato delle multe a ristoranti posizionati in alta collina, a 4-500 metri sul livello del mare, perché nella frittura mista usano del pesce non conforme per dimensioni alle disposizioni del ministero. Di contro, ammettendo il sacrosanto vincolo delle norme per il rispetto dell’ambiente e della riproduzione marina, la Forestale (marittima!), ora confluita nei Carabinieri, sempre all’Elba, utilizza una piccola motovedetta che, ufficialmente servirebbe per portare il personale a Montecristo o Pianosa, isole dell’Arcipelago toscano che, ovviamente, erano meta anche delle motovedette di tutti gli altri corpi di polizia dello Stato, nonché di quelli marittimi, giustificando così per pochi viaggi il mantenimento di un mezzo nautico e del suo equipaggio. Mi fermo qui ed attendo contributi alla rubrica aperta a tutti i contributi e, se funziona, avremo occasione di leggererne delle belle.


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