Quarant’anni dopo il 1977

Per una bibliografia sul Settantasette / di Marta F. Di Stefano. - Roma : ZeroBook, 2017. - 150 p., ebook: pdf. - ISBN 978-88-6711-131-2
di Redazione Zerobook - domenica 31 dicembre 2017 - 7645 letture

Per una bibliografia sul Settantasette: Il Settantasette, quarant’anni dopo. Una bibliografia, uno strumento utile per cominciare a conoscere uno dei momenti più controversi, esaltanti, densi di luci e di ombre della storia recente del nostro Paese.


Dal primo capitolo del libro:

0250px Di bibliografie, primi approcci d’orizzonte, al Settantasette ne esistono. Queste pagine hanno un uso privato, ristretto a una prima ricognizione, per un lavoro che molto probabilmente non sarà proseguito.

Settantasette è un periodo della storia italiana con cui si indica una serie di vicende, cronologicamente intercorse tra gli anni successivi al 1969 e, come strascico, la prima metà degli anni Ottanta del Novecento. Il 1977 come apice del “movimento” collettivo della Sinistra (a sinistra del PCI), con il risvolto delle tensioni nelle piazze prima, e poi con quello che chiamano “il fenomeno del terrorismo”.

[...]

uanto hanno contato le azioni dei servizi segreti per destabilizzare e controllare un Paese di confine come l’Italia? Cosa succedeva di analogo e di contrasto negli altri Paesi europei - Francia e Germania...?

Scrive Rossana Rossanda (prefazione a: Una storia italiana / Mario Moretti, 2007):

Le Brigate Rosse non sono simili all’Eta o all’Ira e neppure all’Olp, nate da una radice nazionalista o nazionale che le prolunga nel tempo ma ne condiziona la natura. Non si sono formate per liberare un territorio o per affermare l’indipendenza d’un popolo. Non sono simili alla Raf, come pur parrebbe per parallelismo di tempi e radicalità, perché sorgono sull’onda di un movimento operaio e non, che la Germania non ha avuto. La Raf si sa isolata e vuole scuotere l’accidioso popolo tedesco, nel quale gli operai sono integrati. Le Brigate Rosse nascono dentro una speranza, si sentono immerse in un movimento di operai, alto e più grande di loro, e si formano per esprimere quelli che ne ritengono i bisogni già presneti. Vogliono andare oltre, non solo contro. Non esprimono una protesta, non sono vendicatrici, o lo sono raramente e in genere per proteggere i compagni carcerati. L’essenziale per loro è che in Italia c’è un conflitto di classe radicale, si tratta di dargli un simbolo, essere il suo braccio armato” (p. XVIII).

E’ vero che l’energia che sembra esplodere nel settantasette è il risultato di un accumulo di energia che la società nel suo insieme (e soprattutto la politica) non ha saputo utilizzare per migliorare il mondo? Con la fine della guerra del 1945 le speranze subito deluse della Resistenza; la ricostruzione che ha portato alla ricostituzione di un regime fatto da eredi del fascismo e del cattolicesimo deteriore, a fronte dei tentativi di modernizzazione provenienti dalla tecnica e dall’ingegneria (i piani Marshall e la statistica di matrice anglosassone); la decolonizzazione; la guerra fredda imposta a un’Europa che sperava invece di liberarsi, senza più conflitti; la destalinizzazione e le convulse vicende dell’Impero russo, le alterne vicende delle teologie operaiste e la collaborazione con i regimi fascisti; la crisi economica con lo shock “petrolifero”...


L’autrice: Marta F. Di Stefano ha insegnato nei licei. Si dedica alla ricerca storica e ai suoi nipotini.


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Sul Settantasette abbiamo pubblicato anche il libro di Lorenzo Misuraca dedicato a Radio Alice formato ebook e cartaceo.



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