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Quando

di Victor Kusak - mercoledì 6 febbraio 2019 - 5084 letture

Quando / di Victor Kusak

"Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l’esempio" (Jacques Prévert)

E quando pensi di avere una buona idea
e invece è solo vino riscaldato.
E quando vai all’appuntamento
e sbagli il giorno e il luogo
e anche la persona.
E quando credi a quello che mamma dice.
E quando pensavi era un calesse
e invece era solo una borsa dell’acqua calda.
E quando pensavi di fare bene
e invece era tutt’altro.
E quando cadi dalle nuvole.
E quando ti arrabbi
e poi non sai come tornare indietro.
E quando sbagli tutto.
E quando rimandi.
E quando non riesci a capire.
Quando non sai leggere.
Quando non riesci a sentire.
E quando preferiresti diventare invisibile
quando vorresti che qualcuno
ti salutasse o almeno ti sorridesse.
E quando senti freddo
e nessuno ti porta una coperta
e quando sei malato e potresti morire
e quando non sai a chi chiedere aiuto.
E quando sei troppo giovane
e quando sei vecchio
e quando sei senza lavoro
e quando il tuo tempo è divorato
quando non sai rispondere
quando vorresti rispondere
quando non hai idea.
Quando lei ti accusa di un crimine
così enorme che non sai se piangere
o mandare tutti a quel paese.
Quando menti sapendo di mentina.
Quando ricordi interminabili scopate
e nei più diversi luoghi.
Quando non sapevi neppure trovare il buco
e lei non ti aiutava prendendotelo in mano.
Quando desiderio ed esperienza risolvono.
Quando hai i prosciutti sugli occhi.
Quando pensavi che scherzassi.
E quando scaldi il vino
e ti passa il raffreddore.
Quando di tutta la tua vita ricordi
il su e giù del pensiero,
più che quello dei corpi e dei testicoli.
Quando non le dici di amarla
quando le gambe ti tremano
quando lo stomaco ha le farfalle
quando gridi il nome dell’altro al buio
quando uno squillo ti fa sussultare.
Quando non ho l’età.
Quando non rispondi a chi deve mentire.
Quando la bugia è il masso che ti atterrisce.
Quando quarantaquattro gatti
. Quando oggi ci siamo
domani non ci siete più.
Quando l’altro gioca di rugby
e allora gli telefoni.
Quando tua sorella ti salva la vita.
Quando dimentichi tutti
e non riconosci i volti per strada
il nome delle cose
e il mondo si inceppa.
Quando il dolore è così forte
che vorresti morire.
Quando pensi di essere brutto.
Quando corri e lasci le orme nel fango.
E quando il nome di tua cugina.
Quando pensi di essere bello.
Quando non lo sapevo che era una partita.
Quando sei una capra.
Quando immergi la testa nella pozza
e ci rimani secco.
E quando sei solo uno che non capisce niente.
Quando ti accoltellano dietro le spalle.
Quando hai torto.
Quando ti invitano
e quando non ti considerano neppure.
Quando sei colpito dalla sua bellezza.
Quando ti rubano tutto.
Quando le paranoie.
Quando pensavi di aver fatto una cosa buona
e invece era solo una cantonata.
Quando ti guardi allo specchio
e no, non ci sarà mai nessuno che ti amerà.
Quando hai fame.
Quando tu vuoi la pizza e lei vuole zucchine
e ti mangi le zucchine.
Quando hai pulito e lei dice che non hai pulito
quando hai abbassato la tavoletta del vater
quando esci con le mutande sporche.
Quando inveisci contro i Politici
quando hai dimenticato di pagare la tassa dell’auto
quando scivoli come un deficiente
quando vorresti tornare indietro.
Quando hai rimpianti
e quando impari a non averne.
Quando le latterie di Roma,
le librerie di Bologna, i portici di Senigallia.
Quando mille papaveri rossi.
Quando pensi di non avere bisogno di nessuno.
Quando lasci fazzolettini sporchi sotto il letto.
Quando ti manda in bestia.
Quando vorresti avere quella cosa
come se fosse la cosa più importante del mondo
e pagheresti qualsiasi cosa.
Come vorresti essere lui, lei, l’altro.
Quando hai paura
quando sei vigliacco
quando tradisci.
Quando vorresti cambiare lavoro
come ti piacerebbe suonare il piano
la chitarra, il sitar, l’arpa celtica.
Quando ascolti Mark Knopfler.
Quando Alfio e Agata sono gemelli siamesi.
Quando ti piacerebbe essere altrove
a Roma Berlino Mosca New York.
Quando vorresti rivedere tuo padre
tua madre - chi hai perduto.
Quando quattru sbrizzi.
E quando ti scola il naso.
Quando i miei amici.
E quando Lisbona, Amsterdam, Parigi.
Quando vorresti avere una morale
o anche solo un’etica di gruppo
e quando non vorresti avere alcuna costrizione.
Quando il tempo che ci hai messo è troppo.
Quando la foglia di limone vibra tra le labbra.
Quando vorresti una casa nuova.
Quando ti sfilo gli slip.
Quando non hai un posto dove vivere.
Quando vorresti un ettaro di mortadella.
E quando i piccoli dispetti
e quando le litigate le lasciate
le fuitine e il telefono che non squilla.
E quando fotografi i ragni di Praga.
E quando scegliere il giorno del suo onomastico
per sbarazzarsi di lui
e quando non sapere neppure
qual è il giorno del suo onomastico.
Quando Stalingrado, quando i Passagen
quando la grazia innaturale di Nižinskij.
Quando hai la licenza di uccidere
quando hai la famosa carta bianca
e la voce di Totò che ti parla.
Quando se non la fai stai male
quando te la fai addosso
quando non capisci le lezioni di pianoforte.
Quando persino le piante grasse ti marciscono.
Quando stringi le sue mani.
Quando non ha amici
non ha famiglia, non hai neppure un gatto.
Quando il tuo Paese è lontano.
Quando non potrai più tornare nel tuo Paese.
Quando Paese non hai
perché te l’hanno strappato via.
Quando eravamo disconnessi
e da quando non lo siamo più.
Quando nella pubblicità ancora ridono.
Quando hai la casa piena di libri
e la sua vita è qui.
Quando basta una pioggia
basta a ghina ro ciumi pì...
Quando generale sopra la collina.
Quando sei bianco sei nero sei giallo.
Quando proprio così è che doveva andare.
Quando stringi il pugno e non rimane nulla.
Quando tutti insieme stringiamo il pugno.
Quando sinceri
quando metti la cera togli la cera.
Quando sei maschio sei femmina sei
uno dei mille sessi di questo mondo.
Quando il sapore della cannella.
Quando tutto torna
tranne gli accendini.
Quando porcoddio porcalamadonna.
Quando hai il cappello
quando sei senza cappello
quando hai il sigaro in bocca
quando sei senza sigari
quando non ti funziona la zip
quando senti strap al cavallo dei pantaloni
quando faresti meglio a stare zitto
quando ti manca l’aria.
Quando prendi la scossa.
Quando le cose belle spettinano.
Quando ancora senti il tono della voce
di tuo nonno.
Quando hai in bocca
il sapore della nutella
prima del millenovecentosettantacinque.
E quando si potrebbe vivere
e invece si muore.



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