Qualche parola, di Luigi Boggio

Qualche parola (2015-2022) / di Luigi Boggio ; introduzione di Fabio Gaudioso. - 480 p. - ebook: ISBN 978-88-6711-215-9, press: ISBN 978-88-6711-216-6.
di Redazione Zerobook - sabato 13 agosto 2022 - 12239 letture

I corsivi e gli interventi di Luigi Boggio (classe 1942) hanno il pregio della chiarezza e dell’essenzialità. Quella di Boggio è una mente fresca, attiva, capace di cogliere l’essenziale di quel che accade: sia che si tratti della città natale (Nicosia) o della città in cui vive (Lentini), o delle vicende politiche italiane e siciliane. Nei suoi corsivi c’è a sua passione civile, l’insofferenza per i soprusi dei potenti, il suo sotterraneo amore per il cinema, l’amore per la musica. Luigi Boggio nella sua “terza vita” - dopo essere stato dirigente sindacale e poi parlamentare e dirigente di partito (nel PCI) – ha scelto una testata online di giovani post-1989, Girodivite, per continuare il suo (che è anche il nostro) impegno civile.

Questo volume raccoglie articoli scritti e pubblicati nel 2015-2022 sulla testata Girodivite. Nota introduttiva di Fabio Gaudioso. In copertina un dipinto di Ignazio Vanadia.

In versione ebook e in versione cartacea (print on demand)!


L’eterno ragazzo dalle magliette a strisce / di Fabio Gaudioso

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Copertina del libro di Luigi Boggio "Qualche parola 2015-2022" - versione ebook

Questo è Luigi Boggio, anche se oggi non deve più compiere la veneranda età degli 80 anni; è, infatti, rimasto quel giovane che nella drammatica estate italiana del 1960 fece la sua “scelta di vita”.

La connotazione d’abito credo serva perfettamente a circoscriverne bene due fondamentali caratteristiche.

Da una parte la formazione generazionale, legata agli importantissimi anni della nostra “ricostruzione”, i duri e lunghi anni ’50, che sfociarono – appunto - nelle tragiche contraddizioni della bieca violenza repressiva del Luglio ’60, in Sicilia e in tutta Italia.

Da tutto questo, e altro ancora che maturava “sottopelle” nella società nazionale esplose quello straordinario movimento giovanile, di cui lo studente Luigi - in quel di Messina, dalla natia Nicosia - fu parte attiva, vestendo le celeberrime “magliette a strisce”, emblema colorito e gioioso - bandiera vivente e vissuta - di una nuova Italia, laica e moderna, non ideologica ma piena di ideali, ormai lontana dal ’45 e non ancora vicinissima al ’68, che voleva – definitivamente - chiudere i conti con l’oscurantismo reazionario di polizia scelbiana, Dc anticomunista e Chiesa pacelliana.

Dall’altra parte, anche per chi l’abbia conosciuto solo negli ultimi anni, o ultimissimi decenni, l’On. Boggio non è mai stato un “parruccone” (questo proprio no) da giacca e cravatta - dico Onorevole eh - ma l’amico con abiti informali che anche nella sua “terza stagione” di vita non ha, mai, tolto di dosso le magliette colorate e a strisce.

Ecco chi è l’Autore delle Note che seguono, delle pagine che vi accingete a leggere.

L’ho conosciuto nel 1983 - prima era solo il nome di un dirigente regionale del mio Partito - grazie alla proverbiale “eterogenesi dei fini”; non rieletto, un po’ a sorpresa, in Parlamento (altro che grillino, al buon Luigi è stato destinato solo un mandato), arriva a Catania, nella Segreteria della Camera del Lavoro. Ma è solo nel 1987, con la sua Segreteria del PCI catanese, che nasce la nostra frequentazione e amicizia: fatta di libri, film, concerti, “cene tra amici” e - certo - anche di riunioni politiche, Congressi, campagne elettorali, etc. Nonostante l’ingloriosa e, forse, inevitabile fine - a cui ci opponemmo, comunque, con tutte le nostre insufficienti forze - di quell’amatissimo Partito, ormai più di 30 anni fa, quell’amicizia non si è mai interrotta.

Prima di chiudere questa presentazione, ancora poche parole per cercare di capire meglio chi è il Nostro Autore.

E lo farò con l’aiuto di due aforismi di Franz Kafka: “chi cerca non trova, chi non cerca viene trovato”.

Luigi, fuor di metafora, non ha “cercato” di candidarsi, non ancora 27enne, nelle Liste per la Camera del Pci, ma è stato “trovato” da quel grande Partito per le battaglie che aveva cominciato a condurre, addirittura tra i giovani di leva.

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Copertina del libro di Luigi Boggio "Qualche parola 2015-2022" - versione print

Luigi non ha “cercato” l’amicizia del grande filosofo veneziano (Massimo Cacciari) o dell’illustre giurista catanese (Pietro Barcellona), ma è stato da loro “trovato” - in quel “gruppone” di oltre 200 deputati comunisti, per il suo inconfondibile spirito creativo e libero, nel lontano 1979, a Roma; Luigi non ha “cercato” di diventare Segretario del PCI a Catania, ma è stato “trovato” - per la sua affidabilità e autorevolezza - da quel Partito e, poi, tanto stimato e, anche, combattuto.

Certo, nella vita si vieni “trovati” solo se uno “c’è” e Luigi, come la famosa Acqua di un manifesto che volle assolutamente far stampare a caratteri cubitali per la Federazione provinciale del Pci etneo, c’era sempre e, ancora, “c’è” (non voglio mica essere blasfemo eh...).

Per chiudere, davvero, con il secondo aforisma kafkiano: “nuotare controcorrente per il piacere di essere sorretti.”

Ecco cosa è stato “il secolo breve” di Luigi Boggio, “nuotare sorretti”: in direzione di un Paese - dall’adottiva Lentini all’intera Sicilia, dall’Italia al mondo intero - di un approdo, migliore.

Nuotando, e non solo ad Agnone o Brucoli, sì controcorrente, ma sempre sorretto - con piacere - dalla stima e dall’affetto di tanti amici e compagni. Sapendo che - nella costante e perenne prospettiva del lavoro e della libertà - verrà, sempre, trovato: anche dai “venticinque” lettori di questo libro. Buona lettura a tutti voi e, ancora, buona scrittura a Luigi!

E, soprattutto, grazie.


L’autore

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Luigi Boggio

Luigi Boggio è nato nel 1942 a Nicosia (Enna), è stato segretario della Camera del lavoro di Lentini e successivamente segretario provinciale della Camera del Lavoro di Enna. Deputato alla Camera, segretario della VIII Legislatura della Repubblica italiana Commissione parlamentare per l’esercizio dei poteri di controllo sulla programmazione e sull’attuazione degli interventi ordinari e straordinari nel Mezzogiorno (1979-1983). È stato nel PCI (Partito Comunista Italiano). Ha svolto attività politica oltre che a Enna, anche a Catania, e a Palermo nella Segreteria regionale del PCI. Ha partecipato alla campagna nazionale contro i missili a Comiso. Si è occupato di sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia, e difesa della legalità contro le mafie.

Luigi Boggio scrive per Girodivite, per cui cura la rubrica "Qualche parola".


"Qualche parola (2015-2022)" è acquistabile in formato ebook presso tutti gli e-store italiani. In versione print on demand il cartaceo con una selezione degli articoli.


Recensioni

Luigi Boggio, Riflessioni sul tempo presente / di Emanuele Gentile

Per i tipi della ZeroBook esce un libro – intitolato “Qualche Parola (2015 – 2022) – che raccoglie gli articoli pubblicati di Luigi Boggio dal 2015 ai giorni nostri sulla testata online Girodivite.

Prima di tutto lasciateci spendere qualche parola di presentazione di Boggio. Nato nel 1942 a Nicosia (Enna), è stato segretario della Camera del lavoro di Lentini. Deputato alla Camera, segretario della VIII Legislatura della Repubblica italiana Commissione parlamentare per l’esercizio dei poteri di controllo sulla programmazione e sull’attuazione degli interventi ordinari e straordinari nel mezzogiorno (1979-1983). E’ stato nel PCI (Partito Comunista Italiano). Ha svolto attività politica oltre che a Enna e Lentini, anche a Catania. Ha partecipato alla campagna nazionale contro i missili a Comiso. Si è occupato di sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia, difesa della legalità contro le mafie.

Il volume si apre con la prefazione di Fabio Gaudioso che dipinge un quadro a tinte vivaci di Boggio raccontandone la storia e, soprattutto, la storia della loro amicizia. Una prefazione davvero originale e che mette in rilievo le doti caratteriali precipue dell’autore del libro. Poi, si passa agli articoli. Sono articoli di varia tipologia sia per argomento che per localizzazione. Tali articoli si possono considerare come “una riflessione ad alta voce” su quanto succede attorno a lui. E la realtà ha fornito a Boggio più di un motivo per scrivere le sue riflessioni. Si passa dalla questione dei rifiuti al Sindaco “contadino” Francesco Guercio. Oppure da Albert Camus alle elezioni. Od ancora dalle problematiche del territorio – con particolare attenzione all’eterna questione dell’Ospedale – ai problemi afferenti alle relazioni umane/sociali. Non ci si annoia leggendo questi articoli poiché hanno un taglio reale ed efficace che li rende “cose vissute”. Questo è il segreto del libro. Non si parla di “sesso degli angeli”, ma di cose che accadono attorno a noi e, quindi, di aspetti della realtà che ci riguardano da vicino. E attraverso la lettura di tali articoli notiamo – con estremo piacere – la conoscenza approfondita e puntuale della contemporaneità da parte di Boggio. Una conoscenza approfondita e puntuale che – ahimé – i “nuovi politici” non hanno. “Qualche Parola (2015 – 2022)” un libro dove si respira, nonostante tutto, la speranza che il mondo possa essere “una cosa” migliore.

11 febbraio 2023, Radio Una voce vicina.


Qualche parola (2015-2022) di Luigi Boggio / di Giuseppe Siena

Lo incontro perché ci teneva a consegnarmi quella “sua creatura”, c’era in essa una vita impegnata nello spendersi per gli altri, la passione, la fatica a trovare soluzioni per alleviare ingiustizie , denunciare i soprusi e gli oppressori , con coraggio , determinazione, lucidità … Tempo fa ne avevo letto l’anteprima : l’avevo divorata in poche ore, mi aveva sospinto quella prosa asciutta, senza fronzoli, intrisa di essenziali grafemi , pungenti , spietati , le soluzioni ad ogni problema prospettato, e quando la tensione era alta , la temperava con le digressioni letterarie o musicali … Subentra spesso la mestizia , a volte il pessimismo, nel ritrovarsi in un mondo ingiusto, accanto a figure insignificanti, e allora si consola chiamando i suoi eroi Li Causi, Guido Rossa, Pio La Torre, Rosario Di Salvo … Lunga vita Luigi.

Giuseppe Siena, 3 febbraio 2023, su Facebook.


Guardando la Sinistra con dolore / di Romana Bianchi

Se lungo le strade della vostra vita, vi capita di incontrare un amico o una amica con cui condividere racconti, riflessioni, che riguardano tante vicende fra loro diverse ,pubbliche e private, sapete, almeno a me capita così, di avere un ancoraggio sicuro e sapete quanto sia importante tenerlo ben saldo. Se poi con questo amico ed amica l’ancoraggio è lì, da tanti anni, capite cosa avete, reciprocamente, costruito: una amicizia, preziosa per le sue salde radici.

Questa banale affermazione mi torna in mente spesso e, ancor più, quando penso a Luigi Boggio leggendo le sue considerazioni raccolte nelle belle pagine del libro ”Qualche parola” (2015-2922). Sono note sparse, come siamo sparsi e sparse noi, sono le note di chi sa chi sono i parrucconi, li abbiamo incontrati tante volte, vero Luigi?

Sono note sferzanti quando racconta del riquadro dedicato a Carlo V, imperatore oscurato, sono note struggenti quando racconta l’affanno con cui saliva le scale per arrivare nella sede del Comitato regionale del PCI, “affanno del disperato dolore“ per l’uccisione di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo.

Ho conosciuto Luigi in quegli anni, alla Camera, Luigi in Commissione industria, io approdata, da quella stessa Commissione, a quella istruzione e cultura. E negli anni la nostra amicizia si è rinsaldata perché distanza e silenzi sono gli accadimenti della vita, mai lontananza o rinsecchimento di un dialogo lungo, mutevole e mutato negli argomenti e nello scorrere del tempo. Mi piacerebbe che uno o una, leggendo questa mia nota, sapesse quali sono le immagini che scorrono davanti a me, intrecciate alle riflessioni che tentavo di fare poche righe fa. Luigi giovane e impaziente di “cambiare il mondo” lo ritrovo quando scrive dei poveri e di come debba vivere un continuo, assiduo impegno quotidiano per aiutare chi sta male, perché cambiare il mondo non è scritto nel cielo, ma nelle strade polverose dei nostri paesi. La passione politica, l’affannoso e struggente “dolore personale e politico per la morte di Pio La Torre, torno lì, mi rimandano a Luigi impegnato sempre, allora, oggi, negli anni lontani e più vicini, negli anni che sono il nostro oggi, contro la mafia per quel che è nella quotidianità, violenza contro i diritti, le libertà dei lavoratori e delle lavoratrici, di quelle classi che nel partito, il nostro partito, in cui abbiamo militato insieme, erano soggetti che sceglievano. E contro quelle scelte la mano criminale dei mafiosi.

Insomma un compagno, Luigi, che, guarda, io dico con dolore, a quel che è, oggi, la Sinistra, in una sera di pensieri tristi, mai cupi, per l’oscuramento degli ideali che, a fatica, con errori, sono stati e sono la trama della nostra vita. Troppi i nostri errori? Sicuramente, ma mai abbiamo messo giù un banchetto per svendere quello che aveva alimentato passione, ragione, impegno politico. I nostri ideali. E mai, Luigi hai dismesso una grande virtù: la curiosità di conoscere quel che accade ed accadrà, la curiosità di chi sa guardarsi intorno perché ha mantenuto intatto il desiderio di vedere cosa sarà e cosa produrrà, per esempio, l’intelligenza artificiale. Sono gli occhi di chi era protagonista delle lotte giovanili degli anni sessanta, le tanto amate “magliette a strisce”, sono i nostri occhi incantati, curiosi, allegri, tristi, gioiosi e disperati.

Ora i nostri occhi hanno qualche acciacco, vediamo un po’ meno, per l’età? forse, ma anche perché ci fa velo la nostalgia, mai la disperazione. E la nostalgia è un buon sentimento se non diventa predicone su quel che eravamo. I prediconi non ci piacevano allora e, oggi, ancor meno. E perciò, caro compagno mio, scrivi, scrivi, scrivi per riempire una valigia di fatti e riflessioni che aiutano a capire chi siamo. Ogni giorno. A noi piace dire "la nostra” e la diciamo perché le radici della nostra amicizia sono le radici di un tempo che dobbiamo noi, per primi, conoscere, farlo conoscere senza retorica, certo, ma senza inutili ipocrisie. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo se sappiamo fare memoria, come altri ed altre hanno fatto con noi in quel grande partito che era casa, rifugio, luogo di grande forza, arrivo e partenza di un lungo e tenace impegno, luogo in cu abbiamo conosciuto persone straordinarie, in cui è cresciuta la nostra amicizia, ancoraggio sicuro perché ben tutelato.

Romana Bianchi, 11 marzo 2023, su Fb.


"Qualche parola" gli scritti di Luigi Boggio vita da militante / Silvio Breci

La recensione apparsa sul quotidiano La Sicilia, il 16 marzo 2023, p. 13.

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Boggio - articolo de La Sicilia, 16 marzo 2023

Un viaggio diacronico nella storia / di Giuseppe Guercio

Un viaggio diacronico nella storia d’Italia e della Sicilia in particolare; sì perché la storia della nazione non può prescindere, nel bene e nel male, dalla storia di questa immensa isola. Il viaggio, sempre puntato sulle implicazioni sociali degli avvenimenti, mette spesso in luce le discriminazioni, le storture e qualche malaffare del passato e non solo. Dalle magliette a strisce in technicolor del boom economico ad oggi, Luigi Boggio esprime con ferma lucidità le sue idee, nate sicuramente da un’elaborazione giovanile propria (da attento osservatore della comunità) e perfezionate in quello straordinario tempio della democrazia che fu il PCI. Avevo avuto modo di leggere molti di questi articoli su GirodiVite ma alcuni, devo confessarlo, mi erano sfuggiti. Il libro lo definirei "fotografico", ogni articolo è come una immagine che resta scolpita nella memoria. Messe inoltre tutte assieme queste immagini, e fatte scorrere velocemente, costituiscono un docufilm indispensabile per la comprensione della nostra contemporaneità.


La presentazione a Catania, il 27 marzo 2023, del libro di Luigi Boggio.

La presentazione a Lentini, il 20 aprile 2023

Riflessioni a margine della presentazione del libro di Luigi Boggio "Qualche parola", di Nuccia Tronco.



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