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Pressione Fiscale gli Italiani pagano il 52,5 %, mentre l’evasione raggiunge i 333 miliardi di euro

Un dato scaturito elaborando dati ministeriali, dell’Istat, della Banca d’Italia e dello Sportello del Contribuente che rappresenta un primato tutto italiano.

di cirignotta - mercoledì 6 maggio 2009 - 2704 letture

La pressione fiscale in Italia raggiunge stime da record infatti su 100 euro guadagnati si arriva anche a pagare al fisco ben 52,5 euro, certamente una condizione inammissibile visto che a pagare le tasse sono la gran parte di coloro che hanno uno stipendio fisso.

A dare una stima del problema la KRLS Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani, che ammette come gli Italiani sono costretti a pagare il 52,5% della loro produzione lavoro, un dato che supera di circa 9 punti percentuali quello ufficiale che annualmente viene dichiarato dall’Istat.

Ancora una volta alla base di tutto l’evasione fiscale che nel febbraio 2009 raggiunge la ragguardevole cifra di 333 miliardi di euro con imposte sottratte al fisco che si aggirano intorno a 126,1 miliardi . Un dato scaturito elaborando dati ministeriali, dell’Istat, della Banca d’Italia e dello Sportello del Contribuente che rappresenta un primato tutto italiano.

Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. La prima riguarda l’economia sommersa che sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 125 MLD di euro l’anno. L’esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2,2 milioni. Di questi 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 30 MLD di euro.

La seconda è l’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno 3 regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" si attesta sui 120 miliardi di euro l’anno con un’imposta evasa di 40 MLD di euro.

La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Secondo i dati ministeriali e dello Sportello del Contribuente, il 79% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (52%) o meno di 10 mila euro (27%). In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali il 79% non versa le imposte dovute. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 17,3 miliardi di euro l’anno.

La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Inoltre il 94 % delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 30 MLD di euro. Inoltre, negli ultimi cinque anni, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 5 per cento le imposte dovute all’erario grazie all’uso di conti offshore.

Infine c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 8,8 miliardi di euro l’anno. In testa a febbraio 2009, risulta la Lombardia, con +12,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 11,6% e alla Campania +7,6%. A seguire il Lazio con +7,2%, la Liguria con +6,3%, l’Emilia Romagna con +6,1%, la Toscana con +5,8%, il Piemonte con +5,5%, le Marche con +5,4%, la Puglia con +5,3%, il Molise con +4,4%, la Sicilia con +4,3% e il Trentino Alto Adige con +4,2%.

Secondo l’associazione dei contribuenti è proprio l’evasione che determina l’aumento della pressione fiscale infatti "sottraendo" dal Pil nazionale la quota relativa al sommerso economico chi evade, anche se crea Pil, non paga tasse e contributi. L’istituto nazionale di statistica infatti non fa altro che applicare le disposizioni previste dall’ Eurostat che stabilisce che i sistemi di contabilità nazionale di tutti i Paesi Europei devono includere nel conteggio del Pil anche l’economia non osservata,una condizione che ha fatto aumentare la pressione fiscale in Italia nell’ultimo anno rispetto a tutti gli altri paesi europei.

Occorre allargare la base imponibile per ridurre le imposte a chi le paga. Dall’evasione si possono ricavare fondi importanti che nello specifico del terremoto in Abruzzo si possono quantificare in 50 miliardi di euro utili alla completa ricostruzione. Secondo alcuni cittadini invece il nocciolo del problema anti evasione forse potrebbe stare nella riduzione della pressione fiscale con l’immissione di due aliquote una al 23% fino a 50,000 euro ed una al 33% per tutti i redditi superiori,condizione che stimolerebbe sicuramente il contribuente a pagare le tasse ,infatti oggi il sistema attuale favorisce nettamente l’evasione in quanto molte aziende o professionisti non hanno più nessuna convenienza a fatturare quando raggiungono un determinato limite di reddito perchè l’aliquota da pagare al fisco raggiunge il 50% . Quindi una dritta per l’attuale governo in carica “Pagare meno tasse significa farle pagare a tutti ed in maniera spontanea”.


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