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Portiamo le stelle al Senato

Raccolte oltre tremila firme. Tra le adesioni, scienziati, politici, intellettuali. Vogliamo Margherita Hack al Senato.

di Redazione - giovedì 14 dicembre 2006 - 5329 letture

Il fisico Carlo Bernardini, lo storico Nicola Tranfaglia, l’attrice Lella Costa, il presidente dell’Arci Paolo Beni, quello dell’Arcigay Sergio Lo Giudice, i vignettisti Sergio Staino e Vauro Senesi, l’inviato del Corsera Massimo Alberizzi, esponenti dell’associazionismo cattolico come Lisa Clark di Beati i costruttori di pace, Eugenio Meandri, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto, ma anche parlamentari dei Verdi e dell’Ulivo come Loredana De Petris e Katia Zanotti. Sono le firme più note sotto l’appello per la nomina dell’astrofisica Margherita Hack senatrice a vita, che ha raccolto le adesioni di circa tremila cittadini. "Uno spaccato trasversale della società italiana", ha spiegato Andrea Genovali dell’Associazione Puntocritico promotrice dell’appello, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

L’appello con le firme sarà consegnato al Quirinale nelle prossime settimane. Nel testo si sottolinea come "l’astrofisica di fama internazionale, formatrice di generazioni di scienziati e studiosi, divulgatrice instancabile della cultura scientifica" sia stata "punto di riferimento immancabile delle iniziative per la pace in Italia e nel mondo".

I promotori dell’iniziativa lamentano la mancanza di attenzione per l’iniziativa da parte della stampa nazionale, anche quella di sinistra. Adesso comunque, sottolinea Genovali, "la decisione spetta al Presidente della Repubblica". Ma l’ascesa della scienziata alla carica di senatrice a vita "sarebbe funzionale anche per dare un segnale forte e concreto al Paese che l’impegno delle istituzioni verso la ricerca e la scienza è un bene primario della nazione, come ebbe a dire il Presidente Napolitano alcune settimane fa a Napoli".

Per questo motivo i promotori fanno appello al "mondo della politica e ai parlamentari dell’Unione" perché si impegnino a dare seguito all’appello e a non lasciarlo cadere nel silenzio, nella speranza che con un sostegno istituzionale l’iniziativa non rimanga inascoltata dal Colle.


Girodivite aderisce a questo appello, diffuso online da Aprileonline.info


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mah!?
15 dicembre 2006

Grande merito alla nostra cara astrofisica, ma secondo me sarebbe giusto darle un altro tipo di riconoscimento. Non credo che la carica di Senatore a vita sia un modo di dire che adesso, finalmente, si tengono in considerazione scienza e ricerca. Credo sia anche il caso di mandare a casa un pò di signori che appartengono alla nostra classe politica da troppo tempo. Se bisogna dare spazio ai giovani lo si deve fare anche e soprattutto nella politica, perchè le idee e le mentalità vecchie sono poco produttive o dannose a volte, basta guardarsi intorno.
Margherita e margherita
18 dicembre 2006, di : ornella guidi

Il valore di Margherita Hack è conosciuto da tempo, aspettare gli 84 anni compiuti dell’illustre dottoressa per proporla "senatrice a vita" mi sembra una di quelle leggere ipocrisie all’italiana.

Certo sono la prima a sostenere che l’uomo non deve essere valutato in base all’età, però la voce della Hack sarebbe stata auspicabile in un contesto politico almeno una quindicina di anni fa.

Purtroppo non abbiamo bisogno solo di mostrare e adornarci di belli esempi ma abbiamo una estrema necessità di collaborazioni fattive da parte persone intelligenti e capaci. La Margherita Hack indubbiamente presenta tutti i requisiti richiesti, peccato solo, ma è una semplice angolatura personale, per quel suo "non credere" ad oltranza.

Lei che ha sempre cercato fra le stelle più lontane non è mai riuscita a "vedere" Dio, io che non scruto l’universo, lo "vedo" ogni volta che guardo anche solo una piccola indifferente margherita.

Portiamo le stelle al Senato
23 dicembre 2006, di : Beatrice |||||| Sito Web: Fernanda Pivano Senatrice a Vita

La candidatura non mi convince. Io ho firmato l’appello per Fernanda Pivano senatrice a vita (http://www.utopie.it/campagne/fernanda_pivano_senatrice_a_vita.htm) che credo possa portare al senato cultura, pacifismo e tolleranza. Comunque mi pare che il prossimo sarà Gianni Letta. L’ultimo tafazzismo del centrosinistra, che è pari in senato e oltre ad eleggere un senatore a vita presidente della repubblica lo sostituisce anche con un berluscones. Il berlusca avrebbe nominato i dirigenti di pubblitalia...
    Portiamo le stelle al Senato
    6 febbraio 2007, di : melchiorre gerbino

    Margherita Hack ok, ma non Fernanda Pivano!


    La polemica con Fernanda Pivano si sposta nella “discussione” della voce “beat generation” italiana, in Wikipedia (a seguire testo integrale come pubblicato in quella voce)-----------------

    Lo scrivente, Melchiorre "Paolo" Gerbino, é stato leader storico del Movimento Mondo Beat e direttore responsabile della Rivista "Mondo Beat" (Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 32 in data 30-1-1967). Questo voglio ricordare perchè Fernanda Pivano, Gianni De Martino, Gianni Milano, Matteo Guarnaccia, che a oggi, 5 febbraio 2007, pubblicizzano i loro libri in Wikipedia in questa voce "beat generation" italiana, non si sono potuti sottrarre dal citarvi Melchiorre Gerbino e Mondo Beat. Ma poichè lo hanno fatto, chi diffamando, chi mistificando, chi in maniera errata e lacunosa, io, a mia volta, non posso sottrarmi dall’apportare qui rettifiche e chiarimenti.

    In "C’era una volta un beat.10 anni di ricerca alternativa", Arcana Editrice, 1976, libro pubblicato quando di me in Italia non si sapeva più nulla, perchè da anni stavo viaggiando per il mondo, l’autrice, Fernanda Pivano, mortifica e stravolge la storia mia personale e quella di Mondo Beat e de La Contestazione, fino a pubblicare un fotomontaggio dove la mia immagine é inserita tra quelle di persone a me sconosciute: nella fantapolitica didascalia di quel fotomontaggio si legge- "Un momento della riunione in casa di Giorgio Bertani a Verona il 1° Novembre 1966: un gruppo di compagni dello P.S.I.U.P. spiega a Vittorio Di Russo, qui nella foto accanto a Paolo Gerbino, allora impiegato dell’Alitalia e futuro leader della tendopoli di Nuova Barbonia, il programma del Partito". Voglio ricordare che in tempi più recenti dagli archivi della Central Intelligence Agency é stato reso noto che lo P.S.I.U.P. (Partito Socialista Italiano di Unione Proletaria) fu ideato e sovvenzionato da quella stessa Agenzia per ostacolare l’unità politica tra il Partito Socialista Italiano e il Partito Socialista Democratico Italiano: non mi stupirei perciò se Fernanda Pivano, ai tempi della pubblicazione di quel fotomontaggio con quella didascalia, stesse lavorando per la CIA.

    Gianni De Martino, é fatto largamente risaputo, si appropriò di una copia della mia "Storia documentata di Mondo Beat", prima che questa fosse pubblicata in appendice a "I viaggi di Mel", Marco Philopat, Shake Edizioni, e corse a pubblicarla a suo nome e a nome di tale Marco Grispigni presso l’Editrice Castelvecchi, col titolo "I capelloni, Mondo Beat 1966-1967 storia, immagini, documenti". Non pago di ciò, si divertì pure a dileggiare la mia immagine, fino a pubblicare un fotomontaggio dove mi si vede bere da un pitale durante uno sciopero della fame. Che Gianni De Martino sia un impostore lo si é visto in Wikipedia stessa, dove alla voce "gianni de martino", ora bloccata e oscurata cautelativamente, si spaccia per "uno dei fondatori della rivista Mondo Beat".

    Gianni Milano parla di esperienze a Mondo Beat, che in verità consistettero nell’avermi dato un articolo, che gli pubblicai nel secondo numero della Rivista: quando gli proposi di collaborare come capo-redattore, egli rifiutò (la Rivista "Mondo Beat" non era ancora famosa!) e queste furono tutte le sue esperienze a Mondo Beat. Quello che asserisco é verificabile perchè coloro che parteciparono veramente agli eventi di Mondo Beat sono immortalati in centinaia di foto e di articoli dei quotidiani e delle riviste d’epoca, ripresi durante tumultuose manifestazioni pubbliche, contestazioni plateali, sit-in, scioperi della fame, denunce al tribunale di Milano... di Gianni Milano non c’é ombra a Mondo Beat.

    Matteo Guarnaccia, anche se in buona fede, nel suo "Beat & Mondo Beat", Stampa Alternativa, 1996, scrive di Mondo Beat e di me una valanga di cose inesatte e lacunose: fosse stato rigoroso, Guarnaccia avrebbe cercato negli archivi dei quotidiani e vi avrebbe trovato una montagna di materiale e il bandolo della matassa della vera storia.

    Il colmo é però che la vera storia di Mondo Beat era stata pubblicizzata in questa pagina "beat generation" italiana e ne é stata bannata! L’utente "Tempiese", di cui io non conosco la vera identità, il quale a mia insaputa aveva pubblicato la voce "melchiorre gerbino wikipedia", aveva pure a mia insaputa pubblicizzato, in questa pagina "beat generation" italiana, il libro "I viaggi di Mel", di Marco Philopat, Shake Edizioni, in appendice al quale é pubblicata la mia "Storia documentata di Mondo Beat". Un Amministratore di Wikipedia ha però bannato "I viaggi di Mel" da questa voce "beat generation" italiana. Presumo lo abbia fatto avendo constatato che la mia "Storia documentata di Mondo Beat" non é consonante con quelle scritte da Fernanda Pivano e dagli altri tre... E chi gli può dare torto a questo Amministratore?! La mia storia é fuori luogo in questa pagina, perchè é scritta e documentata da chi ha fatto la storia!

    Ma il grottesco non é tutto qui, perchè é tutta questa pagina "beat generation" italiana che é un falso storico, architettato da Fernanda Pivano ad usum delphini e ad esaltazione della propria immagine. È falso l’assunto della prima sentenza: "È stata Fernanda Pivano, con le sue traduzioni, a trasferire in Italia la Beat Generation", perchè nè in Italia nè in nessun’altra parte d’Europa si manifestarono mai fenomeni di beat generation, che fu solo e tipicamente fenomeno americano. In Europa si manifestarono, e fecero storia, i Provos in Olanda e La Contestazione in Italia e in Francia. Il Movimento Provo esplose ad Amsterdam il 10 marzo 1966, il giorno stesso del matrimonio della principessa ereditaria Beatrice col tedesco Claus von Amsberg, che aveva militato nella Gioventù hitleriana. I giovani olandesi si sentirono provocati dalla scelta matrimoniale di Beatrice, e reagirono da provocatori (provos) attaccando la carrozza nuziale durante il tragitto, tanto che gli sposi dovettero abbandonarla e a stento trovarono rifugio nella hall di un albergo, mentre le telecamere trasmettevano in diretta mondiale. Nè il Movimento Provo si esaurì con quell’episodio, ma fece stagione, motivato dai temi del pacifismo e dell’ecologia. Fu un movimento di chiara matrice anarchica: nel primo numero della Rivista "Provo" in prima pagina veniva raffigurata la madre della principessa Beatrice, la regina Giuliana d’Olanda, seduta dietro una vetrina nella postura di una classica prostituta di Amsterdam!... Preso in una retata di provos ad Amsterdam e deportato in Italia sbarcò a Linate, il 12 ottobre 1966, Vittorio Di Russo. Io, che mi trovavo allora a Milano, appresi la notizia da un quotidiano e andai a cercarlo, lo trovai, e tre giorni dopo il suo arrivo, il 15 ottobre 1966, con lui e Umberto Tiboni fondai il Movimento e la Rivista "Mondo Beat". Vittorio Di Russo e io c’eravamo conosciuti e frequentati nella prima metà degli anni ’60 nell’underground della Città Vecchia di Stoccolma e lì io conobbi pure la mia compagna svedese Gunilla Unger, che sarebbe stata il punto di riferimento delle prime ragazze italiane che aderirono a Mondo Beat. Al momemto della fondazione, Vittorio Di Russo, Umberto Tiboni e io concepimmo Mondo Beat come movimento anarchico non-violento, essendo i tre dichiaratamente anarchici: era nella mutazione della non-violenza che ci distinguevamo dagli anarchici tradizionali, che avevano ucciso i re, ed era in questa mutazione della non-violenza che La Contestazione, nata da Mondo Beat, avrebbe trovato denominatore comune generazionale con i Provos olandesi e con la Beat generation americana, ma ovviamente La Contestazione ebbe un suo percorso e una sua fisionomia del tutto originali, perche’ La Contestazione si confronto’ con la realta’ italiana prima, poi con la francese. Che Mondo Beat e La Contestazione siano stati di stampo anarchico é chiaro come la luce del sole: basti solo pensare che il primo colpo di manovella di ciclostile al primo numero della Rivista "Mondo Beat" lo diede Giuseppe Pinelli nella sezione anarchica Sacco e Vanzetti di Milano, dove fu pure offerta a "Mondo Beat" la carta per la stampa. Quando fu stampato il primo numero di "Mondo Beat", Giuseppe Pinelli, Vittorio Di Russo, Umberto Tiboni e io avevamo letto di Jack Kerouac, per citare il personaggio più carismatico della beat generation americana, quanto Jack Kerouac aveva letto di noi: niente! E tutto questo sto a dire per fare capire come in verità Fernanda Pivano niente produsse di storico in Italia! Tradusse in italiano, e mediocremente, perchè non é una grande scrittrice ("La mia kasbah"!), testi americani che furono tradotti in diecine di lingue e che sarebbero stati comunque tradotti in italiano: i premi letterari e la fama Fernanda Pivano li deve al potere, che la strombazza ai 4 venti, perche’ lei serve biecamente il potere, falsificando la storia per far credere che in Italia non sia successo nulla di memorabile, ma che tutto sia stata moda letteraria, importata grazie a lei dall’America. Fernanda Pivano in ultima istanza serve il Vaticano, che con la prima ondata di contestazione si vide arrivare dentro San Pietro una femminista con un cartello "L’utero é mio e lo amministro io!" e da una seconda ondata verrebbe travolto: confondere la memoria storica e fare affluire altrove i moti spontanei di contestazione, per farli defluire nel qualunquismo, é per il Vaticano questione di sopravvivenza!

    Ma che Fernanda Pivano, che chiaramente ispira in Wikipedia questa pagina "beat generation" italiana, sia una mistificatrice reazionaria lo si vede anche e chiaramente dal link di questa pagina con La Contestazione, perche’ dove ci si aspetterebbe di trovare Mondo Beat e gli anarchici, si trovano invece citati i comunisti e le loro organizzazioni: si trovano citati cioè quelli che fermarono e fecero defluire La Contestazione! È difatti cosa risaputa che furono i comunisti a fermare a Parigi gli anarchici quando marciavano verso l’Eliseo, da dove Charles De Gaulle era già fuggito. Si sa bene che De Gaulle andò a cercare rifugio da Leonid Breshnev, il capo dell’Unione Sovietica, e si sa bene che Breshnev gli accordò protezione a patto che la Francia uscisse dalla Nato. De Gaulle lo promise (e mantenne poi la promessa) e Leonid Breshnev ordinò a Waldeck Rochet, il segretario del Parito Comunista Francese, di fermare i contestatori, cioè gli anarchici, e questo fecero i comunisti francesi. È risaputo altresì che In Italia il Vaticano fece trovare l’intesa tra la Democrazia Cristiana, sua creatura politica, e i comunisti, e ciò con l’ inaugurazione della stagione cosidetta del "catto-comunismo", e allora i comunisti sollevarono un polverone, ricordato come "il 68", col quale fecero defluire La Contestazione nel qualunquismo.

    Ora, se una qualche comprensione si può avere per il comportamento dei comunisti, che avevano creduto nella dittatura del proletariato, nella guida dell’Unione Sovietica, nel fine che giustifica i mezzi, nessuna comprensione si può avere per Fernanda Pivano!... Nel 1966 Jack Kerouac venne in Italia per dare un’intervista televisiva alla Rai, e subito ebbe Fernanda Pivano messa alle calcagna, fin dentro la Rai stessa, dove Fernanda Pivano tagliuzzò e rabberciò l’intervista di Kerouac, prima che fosse mandata in onda. Intervistato mentre stava per partire, Jack Kerouac, alla domanda di cosa pensasse di Fernanda Pivano, rispose testualmente -"Una spia ebrea comunista". Che ciò abbia detto Kerouac é incontestabile, perchè é la stessa Fernanda Pivano che lo riferisce nel suo libro "C’era una volta un beat", Arcana Editrice, 1976... Come ho già scritto altrove, per me non fa differenza che Fernanda Pivano possa essere ebrea o turca, con un passato al servizio dei bolscevichi o della CIA: di Kerouac condivido solo l’opinione che sia una spia.

    Questa pagina di Wikipedia sulla "beat generation" italiana, da Fernanda Pivano ispirata e gestita, andrebbe cancellata e sostituita con quella americana della "beat generation", integralmente così come essa é pubblicata in Wikipedia, senza altre aggiunte e senza altri link, solo tradotta in italiano, ma non da Fernanda Pivano!

    Melchiorre Gerbino - Copenhagen, 5 febbraio 2007.