Polillo feriale

Basta con questi metalmeccanici che non sono mai contenti e fanno due mesi di ferie l’anno. Abbiamo sottosegretari che lavorano da circa 50 anni e non fanno mai le ferie. Per il bene del Paese e del Pil

di Adriano Todaro - martedì 2 ottobre 2012 - 2417 letture

Gianfranco non ne poteva più. Non ne poteva più di quel clima che si era instaurato nella propria famiglia. Un clima plumbeo, soffocante, con tensioni che riaffioravano in continuazione.

Aveva fatto di tutto per rasserenare la moglie ma niente da fare. La sera, quando rientrava a casa, dopo giornate di duro lavoro e di grande responsabilità, non dimenticava mai di portarle dei fiori, una spilletta, una catenina. Ma lei, la moglie, continuava a tenergli il muso sino a che, una sera, non sopportando più la pesante atmosfera, l’aveva affrontata in modo diretto: "Ora basta. Dimmi cosa hai perché così non si può più andare avanti".

La moglie aveva rilassato i nervi delle labbra che teneva tirate, pizzute come direbbero i siciliani e aveva dato la stura: "Ma come cosa ho? Non sei mai a casa, lavori troppo, non ci facciamo mai una vacanza come fanno tutti. Che vita è mai la mia?".

Avevano continuato a discutere, polemizzare, accusarsi a vicenda come una vecchia coppia qual’erano. Poi erano andati a dormire. Ma a letto, Gianfranco, non riusciva a prendere sonno. Pensava alle parole della moglie e in cuor suo non poteva darle torto. In realtà era vero che lavorava troppo e alla sua età, 68 anni, non era buona cosa. E poi le responsabilità al ministero, il calibrare sempre ogni parola, spesso in giro per il mondo per il bene degli italiani che sono anche ingrati, le serate passate sugli strapuntini Tv per le interviste, insomma una vita da cani. Per ultimo, e non perché meno importante, le vacanze che non facevano mai.

E così l’indomani mattina si era alzato con le occhiaie ma con le idee chiare. Subito dopo la colazione si era recato al ministero, si era immerso nel lavoro per poi staccare ed andare negli studi di Rai2 dove le aveva cantate chiare a tutti gli italiani ma soprattutto ai metalmeccanici che sono una vera palla al piede della società, perché con le loro ferie (che loro fanno, eccome) affossano l’economia del Paese. "Il massimo di ferie che ho fatto nella mia vita ‒ ha precisato con veemenza Gianfranco ‒ è di 25 giorni consecutivi. Leggete però quante sono per contratto le vacanze dei metalmeccanici".

"Ma lei prende una pensione di 20 mila euro al mese", hanno fatto presente i conduttori. Polillo non si è perso d’animo ed ha attaccato: "Lavoro da circa 50 anni e ho cominciato a 18, fatevi un po’ il conto. Un operaio con 10 anni di anzianità totalizza due mesi di vacanze all’anno". A sentire che a loro insaputa avevano due mesi di ferie l’anno, i metalmeccanici hanno fatto un salto dalla sedia ma io vi consiglio di considerare bene queste parole. Le dichiarazioni, Polillo le fa con voluttuosa frequenza e già qualche mese fa aveva invitato i lavoratori a fare una settimana in meno di ferie così da guadagnare un punto di Pil.

Grande estimatore di Berlusconi si era lamentato che l’omino marrone e gonfio era stato trattato peggio di Al Capone e che lo avrebbe visto bene al Quirinale. Bisogna proprio dire che questo signore dal viso deciso e mastino, capello corto imbiancato è un prodigio del sistema. Può piacere o non piacere ma bisogna riconoscere che parla chiaro. Una parlata un po’ rauca, da padrone delle ferriere se ci capite. A nostro parere era un predestinato. Anche da ragazzino gli amici stavano alla larga da lui e appena voltava le spalle sussurravano fra loro: "Quello lì un giorno farà il ministro". Che, all’epoca, era una cosa brutta.

Ma lui ha studiato ed è diventato un economista, un grande economista laureato con il professor Federico Caffè. E’ stato repubblicano, poi nel Popolo della Libertà, presidente dell’Enel Stoccaggi, nel Consiglio di amministrazione della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), collaboratore del Sole 24 Ore e di molte altre e prestigiose testate. Mica uno qualsiasi. Prende 188.868,891 euro che, come recita il link della sua situazione patrimoniale in rete, sono dati "nella presunzione di vigenza nella carica", mica 1.000 euro dei metalmeccanici. Un tipo modesto che possiede una Smart di seconda mano e un motorino 50 di cilindrata. Ha qualche appartamento come tanti, 160 mq a Roma e uno sul litorale laziale. Su quello di Roma grava un’ipoteca.

Insomma un poveraccio. Non come i metalmeccanici che fanno la bella vita e non fanno un cazzo tutto il giorno. Quando la moglie di Polillo è invitata a qualche cena all’esclusivo circolo del tennis di Roma, il Reale Circolo Tevere Remo, finisce per parlare sempre degli operai, una vera ossessione a casa Polillo. Le altre dame liftate l’ascoltano rapite da cotanto sapere. "Signora mia ‒ esclama la signora Polillo ‒ sappia che gli operai, in fondo, stanno meglio di noi". Le altre condividono e, intanto, gli danno dentro con le ostriche.

E’ vero. In fondo in fondo, ma proprio in fondo è così. Perché il problema non sono solo le ferie. Il problema è che quando questi scioperati sono ai bagni Sirene di Viserbella, non gli basta stare in ferie da due mesi. Vogliono anche bersi il caffè, giocare a bocce, a carte, insomma a gozzovigliare. E poi, a sera, andare nei night e uscirne alle prime luci dell’alba, sbronzi e felici. Tanto che gli frega: mica debbono andare a lavorare.

Lei professore che studia le statistiche, studi anche queste spese, questi costi per la collettività. E legga bene il contratto dei metalmeccanici. Nel fare i riporti deve aver commesso un errore che può capitare anche agli allievi di Federico Caffè. Se un metalmeccanico lavora 5 giorni la settimana per 8 ore, ha diritto a 20 giorni di ferie che diventano 24 se i giorni diventano 6 lavorando 6 ore e 40 al giorno.

Poco male. Tutti possono sbagliare. Lei poi è scusato perché ha avuto come mentore il famoso ragioniere di Sondrio diventato, a sua insaputa, ministro ed è stato raccomandato da quello con grembiulino e compasso. "Come sono arrivato a fare il sottosegretario? Semplice, ho dato il mio curriculum a Fabrizio Cicchitto, di cui ero consulente, dicendogli che ero disponibile a entrare nel nuovo esecutivo. Lui lo avrà dato a Monti, che non conoscevo. Tutto qui".

Sono questi i professori che ci governano. Meditate gente, meditate bene.

P.S. - Ci siamo presi la libertà di affibbiare una moglie al sottosegretario. In realtà non sappiamo neppure se sia sposato. Anche perché non frequentiamo l’esclusivo Reale Circolo Tevere Remo. Noi frequentiamo le cooperative.


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