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Paura del futuro

Ritorno al Futuro fra 2 mesi compirà 25 anni, ma non sembra essere invecchiato affatto Una pellicola che ha alimentato i sogni adolescenziali di molti Babyboomers, ragazzi che oggi sono diventati genitori e vedono il film, e il mondo, da una prospettiva diversa.

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 28 aprile 2010 - 4198 letture

Nel Luglio del 1985 Ritorno al Futuro debutta nei cinema americani. Il film racconta l’avventura attraverso il tempo di un giovane liceale, Marty McFly (Michael J Fox), che per fuggire da dei terroristi libici, a cui è stato rubato del plutonio, si ritrova suo malgrado catapultato negli anni 50, nello stesso paese in cui lui vive, ma 30 anni prima. Ha quindi la possibilità di incontrare i propri genitori da coetaneo, prima del loro fidanzamento, ma in un certo senso lui prende il posto del padre, George McFLy, e la mamma si innamora di lui. Comincia quindi una corsa contro il tempo, infatti Marty ha una sola occasione per ritornare al futuro con la macchina del tempo costruita dal dottor “Doc” Emmet Brown (Christopher Lloyd), ma deve anche vestire i panni di Cupido e far innamorare i suoi genitori prima di lasciare definitivamente (forse) il 1955.

Il film diretto da Robert Zemeckis fra 2 mesi compirà 25 anni, ma non sembra essere invecchiato affatto. Solitamente una pellicola, quando viene rivista dopo tanti anni, mostra tutti i propri difetti. La fotografia, i costumi, i dialoghi, gli effetti speciali Gli anni passano per tutti, soprattutto per i film di fantascienza. Ma sarebbe un errore etichettare Ritorno al Futuro come un film di questo genere. Risulta comunque difficoltoso spiegare i motivi del suo successo Probabilmente è stato girato nel momento giusto. L’America nella metà degli anni 80 era vista come il modello della democrazia in tutto il mondo. Tutto quello che proveniva da quel paese oltreoceano diveniva moda, i Levi’s 501, le Nike, lo skateboard, i walkman. Ma soprattutto era la terra delle grandi opportunità, confermata dalla celebre battuta che si ripete più volte durante il film”Ricordati, se ti ci metti con impegno riuscirai in qualsiasi cosa” Il ragazzo viene trasportato dalla macchina del tempo in un altro periodo d’oro di quella nazione. Gli anni 50. Gli anni di Elvis, del Rock’n Roll, dei Drive in e del divertimento. In quei 30 anni che il protagonista ha saltato c’erano invece la crisi missilistica cubana, l’assassinio del presidente Kennedy, il 68 e i movimenti pacifisti, il Vietnam, Nixon e la guerra in Afghanistan. Forse la trovata geniale del film è proprio questa, unire con un ponte i 2 momenti di massimo splendore degli States, mostrando allo spettatore sempre il lato migliore della medaglia. Ma altri sono i motivi che renderebbero impossibile oggi la realizzazione di un film del genere. Ad esempio se nel 2010 un ragazzo di 17 anni dovesse viaggiare indietro nel tempo per incontrare i suoi genitori alla sua età, dovrebbe tornare indietro almeno di 40 anni! Inoltre Marty conosce le vie del suo paese, sa chi è il sindaco, è consapevole delle proprie origini. I ragazzi di oggi invece quanto resisterebbero a vivere in un paese senza centri commerciali? Le loro radici sono li, tra un Foot Locker e un Mediaworld, tra un Luxottica e le panchine di fronte Spizzico. Marty invece era affascinato da quel mondo, riesce ad adattarsi anche alla musica che ballano i propri genitori, suonando addirittura durante il ballo in cui si baceranno per la prima volta.

Un’altra intuizione del film si ha quando “Doc” capisce il motivo per cui uno come Ronald Regan è potuto diventare presidente degli Stati Uniti “Per forza il vostro presidente è un attore, deve essere bello in televisione!”. Le telecamere avranno un ruolo fondamentale anche in politica, dopo Regan gli Spin doctor ribalteranno il modo di fare politica in tutto il mondo, ci saranno governatori attori, bellocci sindaci, conduttori televisivi parlamentari e addirittura proprietari di TV che diverranno primi ministri. Neanche la fantasia di Spielberg (produttore del film) sarebbe potuta arrivare a tanto. Questo film è uno fra i miei preferiti di tutti i tempi, forse è riduttivo limitarsi a questa chiave di lettura, credo che in questo modo io dimostri ingratitudine nei confronti di una pellicola che mi ha divertito e continua a farlo, da 25 anni. Ma allo stesso tempo è anche vero che Ritorno al Futuro ha soddisfatto e alimentato i sogni della mia adolescenza, fantasticato di poter suonare al ballo in cui si sono conosciuti i miei genitori, di poter vedere la costa del mare del mio paese non violentata dalle raffinerie che hanno alleggerito le preoccupazioni per il futuro dei miei nonni e appesantito e inquinato l’aria che respirano i loro nipoti. Queste “delusioni “ forse mi hanno spinto a cercare di capire perché solo a Marty McFly è stata data la possibilità di vivere questo sogno. Ma forse è tutto un equivoco, dopo 25 anni oggi io ho capito che da ora in poi sarò George McFly, se un giorno mio figlio avrà la possibilità di vivere quel sogno, cosa penserà di me, delle mie scelte? Come sarà il mio paese quando lui avrà 17 anni? Cosa penserà del mondo che gli stiamo lasciando in eredità? Forse è solo paura del futuro.


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