Pasiones, tango y musical

Per il nuovo anno il teatro Stabile di Catania ha pensato bene di proporre una nuova e innovativa rassegna. Si chiama “Schegge” e racconta di un teatro diverso, fatto di giocolieri, musicanti e ballerini.

Solo tre gli spettacoli in calendario: “Pasiones”, “Nomade” e “Aeros”. L’unico di cui adesso possiamo parlarvi però è il primo, “Pasiones, tango y musical” appunto, lo spettacolo che ha aperto la rassegna (in scena al teatro Ambasciatori dal 5 all’8 gennaio) e che noi di Girodivite abbiamo visto per voi.

Cuore dello spettacolo l’Argentina. Per raccontarcela è arrivata da Buenos Aires sul palco l’intera compagnia “Vientos del sur”, con i suoi cantanti ed i suoi ballerini. Tra i ballerini poi soprattutto loro, Erica Baglio e Adrian Argon, ideatori e protagonisti della scena.

Ma come raccontare l’Argentina? Con il tango ovviamente, è la risposta che arriva da “Pasiones”. Un tango reinventato però, nelle ambientazioni, nei modi, nel linguaggio. Un tango che si faccia spettacolo e racconto, che sia movenza e cultura prima che ballo. Per far questo gli autori hanno pensato bene di mettere in scena un percorso passionale e ballerino che spaziava dalle serenate alle metropoli, dalle feste di paese al calcio.

Fin qui niente di male se non fosse che la costruzione dello spettacolo ed alcune scelte stilistiche non ci hanno convinti affatto. A mancare erano soprattutto il ritmo e quella patinata sensualità che del tango ci piace tanto. Se infatti le scelte stilistiche sfociavano nel folkloristico, ogni ruolo finiva per tradursi in macchietta.

Poco male comunque. A ricompensarci di qualche ripetizione di troppo e per qualche costume poco azzeccato ci hanno pensato i ballerini. Dirli bravissimi sarebbe dir poco. I ballerini di “Pasiones” passo dopo passo hanno infatti lasciato di stucco il pubblico, conducendolo per mano nel passionale mondo del ballo più seducente del mondo. Un ballo talmente affascinante nei suoi ammiccamenti da far dimenticare qualsiasi pecca. Ed alla fine il pubblico non la smetteva di applaudire.