Onagrocrazia

Chi comanda a Bronte

di Alberto Giovanni Biuso - domenica 15 luglio 2007 - 5829 letture

Per capire chi sia davvero alla guida delle Amministrazioni locali, in Sicilia ma non solo, è istruttiva la lettura dell’«Organo di stampa ufficiale del Comune di Bronte», come recita il sottotitolo di Bronte Notizie, anno XXIV, numero 1, dicembre 2006.

Non solo, infatti, vi si celebrano le gesta imperiture del Sindaco-Senatore, come già nel numero dell’anno precedente, ma vi emerge un’incapacità di scrivere in italiano, una sciatteria linguistica ammantata di banale retorica elogiativa, tale da indurre sentimenti non tanto di rabbia politica quanto di tristezza antropologica al pensiero dei soggetti ai quali i cittadini di Bronte hanno affidato la propria rappresentanza.

Solo qualche esempio fra i tanti: «Tutto il mondo ha ammirato le immagini di un popolo, che con grande maturità, ha saputo trarre…» (pag. 3), dove la virgola avrebbe dovuto essere inserita dopo il relativo e non prima; «Il costante lavoro di questa Amministrazione comunale, abilmente guidata dal sindaco, sen. Pino Firrarello è certamente riuscita a fornire quelle risposte che la gente da tempo chiedeva.» (pag. 4), dove, il soggetto essendo “lavoro”, si dovrebbe scrivere “riuscito” e non “riuscita”; «Considerato che quasi tutto è stato realizzato con finanziamenti da parte di diversi Enti, diventa motivo di soddisfazione per l’amministrazione tutta.» (p. 5), frase nella quale è clamorosamente assente il soggetto di “diventa motivo”, mentre sarebbe bastato un semplice “ciò” oppure “questo”…E così a ogni pagina, sino ad arrivare a una espressione come questa: «Infatti, sin dal mese di luglio, quando il Movimento per l’Autonomia, non condividendo alcune scelte politiche e programmatiche dell’Amministrazione comunale, ha deciso di non far più parte della maggioranza.» (p. 17), nella quale l’errato inserimento di un “quando” rende la sintassi spensieratamente ballerina!

Ma in confronto al precedente numero dell’«Organo ufficiale» qualcosa è migliorato. Si offrono infatti nove righe al capogruppo dell’opposizione per segnalare quello che non va nella gestione del Comune e a p. 8 si possono leggere espressioni come queste: «fui costretto a riflettere ed a rendermi conto di quanto sia profonda la spaccatura fra l’istituzione comunale e la gente (…). Io non posso pensare che la credibilità di cui gode l’istituzione comunale sia veramente così bassa». Chi le scrive? Un prevenuto avversario dell’Amministrazione? Il solito eccentrico che rompe la meravigliosa armonia che a Bronte vige tra tutti coloro che hanno a che fare con la cosa pubblica? No, è il Senatore-Sindaco in persona ad ammettere «l’indifferenza dei cittadini», che pur lo avevano eletto in modo quasi plebiscitario.

Rispetto all’uniformità bulgara che avevamo segnalato un anno fa, il Sindaco forse ci ha ascoltati e ha fatto autocritica. Lo ringraziamo e confidiamo ora in una correzione anche della sintassi, in modo da evitare di dover ammettere –come sostennero Benedetto Croce e Mario Untersteiner- che «l’Italia è una onagrocrazia». Bronte, Italia.

www.biuso.it


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Onagrocrazia
15 luglio 2007

caro Alberto,ottima segnalazione.purtroppo l’onagrocratismo-è possibile questo neologismo,con vecchi termini?- si estende anche all’università.non ricevi le e-mails dei nostri colleghi,di quelli di giuris. o di scienze politiche,o di scienze,o di lettere?vale la pena leggerle.Spesso si tratta della nuova generazione onagrocratica.un caro saluto
Onagrocrazia
15 luglio 2007, di : Tommy David |||||| Sito Web: http://www.tommydavid.com

Ognuno ha quel che si merita. Forse che il brontese medio, diciamo l’elettore tipo del Senatore-Sindaco, sa esprimersi meglio? (sempre che sappia scrivere).
Onagrocrazia
21 luglio 2007

Criticare le cose dette dagli altri é sempre facile quando ci si erge a giudici tutelari del buon italiano. Peccato che non sempre colui che ammonisce risulti degno di essere seguito (vedere l’inutile proliferazione di aggettivi, il tono sentenzioso, ecc... di alcuni Vostri articoli). Cordialmente, B.
Stile ed errori
21 luglio 2007, di : Alberto Giovanni Biuso

Caro amico,

1. io ho formulato degli esempi testuali, può fare lo stesso lei per favore a supporto del suo giudizio?

2. «criticare le cose dette dagli altri», infatti, non è così facile se non si conoscono le regole di una lingua

3. lo stile può piacere o meno (e lei ha diritto a non apprezzare il mio!) ma gli errori sono tutt’altra cosa, non le sembra?

4. sarebbe corretto firmarsi, assumendosi così la responsabilità di ciò che si dice, come cerco sempre di fare per primo.

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