Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Attualità e società |

Occupyamo piazza Affari. La cronaca

Festoso e colorato corteo sabato scorso a Milano. In 25 mila per protestare contro lo strapotere delle banche, per difendere i diritti che il governo Monti-Napolitano sta massacrando

di Adriano Todaro - martedì 3 aprile 2012 - 2542 letture

Il faccione severo di Karl Marx spunta su un grande striscione con la scritta "Il nostro modello tedesco è questo". E’ uno dei tantissimi striscioni che i manifestanti hanno inalberato sabato pomeriggio per le vie di Milano.

Un corteo colorato, gioioso, pacifico ed ironico che ha fatto a pezzi le cronache dei giornali che precedevano la manifestazione e che dipingevano Milano come una città assediata, con probabili assalti alle banche, occupazioni, danneggiamenti. Un lungo fiume di persone ha attraversato la città da Porta Romana a piazza degli Affari, la sede della Borsa, ovviamente chiusa, ma simbolica per il serpentone che manifestava contro il governo Monti, il presidente Napolitano e, naturalmente, le banche, prima di tutto la Banca centrale europea, principali responsabili della crisi che stiamo pagando con la distruzione del sistema pensionistico, la continua erosione di ogni diritto sociale, i tagli salariali.

Per ore ‒ il corteo è partito attorno alle 14,30, sotto un cielo terso, soleggiato ‒ i 25 mila manifestanti hanno percorso le vie del centro cittadino. Nessun incidente, negozi tutti aperti (solo qualcuno in via Torino, ha abbassato le serrande), persone ai lati del corteo che passeggiavano tranquilli, bambini in carrozzina con il gelato. Nel corteo c’erano tutti gli spezzoni del movimento di sinistra, dai rappresentanti della sinistra extraparlamentare (Agnoletto e Ferrero), a pezzi della Fiom (Giorgio Cremaschi) e poi centri sociali di Milano, Torino e Napoli, tantissimi del sindacato di base Usb e tantissimi No Tav.

Eccoli qui i "famigerati" valsusini, con lo striscione "La valle che resiste, No Tav", i fomentatori dell’odio, gli "estremisti" che non capiscono la modernità, che non vogliono unirsi all’Europa. Sono donne e uomini molto tranquilli, tante bandiere e fazzoletti, signore di oltre 50 anni, uomini con il viso segnato dalle fatiche dei campi o dalla fabbrica. Ci sono bambini piccolissimi in braccia alle madri e una signora, cappellino rosso, occhiali, molto sorridente ostenta una maglietta nera con la scritta bianca che recita: "Indignados valsusinos". Tutto qua l’estremismo della Val Susa.

Il corteo è aperto da un lungo striscione che indica la finalità della manifestazione: "Occupyamo piazza Affari, i nostri diritti contro i loro affari". E’ un po’ il motivo conduttore della manifestazione, che ha riunito le varie anime della sinistra con giovani che ogni tanto si staccavano dal corteo vuoi per appendere uno striscione su un palazzo in manutenzione, arrampicandosi sui ponteggi e vuoi per disegnare sui muri slogan contro lo strapotere delle banche. In piazza Cordusio, davanti alla sede dell’Unicredit, alcuni ragazzi hanno portato macerie, quelle che hanno determinato le banche nei confronti di tanta gente e poi disegnato sul muro le maxibanconote con il volto di Mario Draghi con segnata sopra la cifra del debito italiano: 1.935.800 milioni di euro. Si sono materializzate tavole di legno sui bancomat e, addirittura, con tanta creatività, ha preso corpo un muretto all’ingresso di una entrata di un istituto di credito. Opera di ragazzi armati di cazzuola, malta e una ventina di mattoni.

Molta ironia, dunque, ma anche consapevolezza che questo corteo avviene in un momento difficile, con la stampa schierata, in gran parte, con il "risanamento" di Monti così come i partiti presenti in Parlamento, un corteo, il primo dell’era Monti, che non sarà certo l’ultimo. Tanti i cartelli che intimavano di non toccare l’articolo 18 e poi gli striscioni degli operai di Carbonia, contro l’Expo che divora miliardi, quello dei ferrovieri con su scritto "Senza i treni della notte l’Italia è divisa", quello dei licenziati Esselunga e a favore del disarmo.

C’è anche un giovanotto (estroso?) che passeggia per la manifestazione a piedi nudi. Ma non sono solo i piedi che ha nudi. Porta una camicia che gli arriva appena sotto la vita lasciando scoperto le natiche e il pene. Ha un viso severo, non parla con nessuno dei vicini, continua a camminare nell’indifferenza generale mentre un elicottero della polizia volteggia sopra le nostre teste. Uno spreco inutile considerato che poi le "Volanti" non hanno neppure la benzina per poter uscire a pattugliare le strade.

In piazza Affari, sede della Borsa milanese, qualcuno si siede per terra occupando, simbolicamente, così la piazzetta che ha l’entrata del palazzo transennato per impedire l’avvicinarsi dei dimostranti. Il grosso non riesce ad entrare e si ferma nelle vie attorno. L’elicottero della Polizia continua a volteggiare sopra di noi. Un bambino di pochi anni, sulle spalle del padre, tiene fra le mani un cartello con una frase di Miguel de Cervantes: "Nel mondo non ci sono che due razze, diceva mia nonna, quella di chi ha e quella di chi non ha".

Chissà, fra venti anni, a quale "razza" quel bambino apparterrà.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -