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Mozzarella di bufala campana

presentato un ordine del giorno nel consiglio regionale della Campania il 27 marzo dai gruppi consiliari di rifondazione comunista, verdi e sinistra democratica. Ma finora dove sono stati?

di Enzo Maddaloni - mercoledì 2 aprile 2008 - 6398 letture

Il 27 marzo 2008, sulla questione inerente la mozzarella di bufala campana è stato presentato un’ordine del giorno dai gruppi consiliari regionali di rifondazione comunista, verdi e sinistra democratica.

Questo il testo dell’Ordine del Giorno:

La mozzarella di bufala campana

Il Consiglio Regionale

Premesso che

la mozzarella di bufala campana rappresenta una delle principali ricchezze dell’intero settore agro – alimentare dell’intera Regione Campania;

in questo comparto sono centinaia le aziende operative e migliaia le persone occupate;

da mesi “l’oro bianco” è sottoposto ad un attacco mediatico che ne ha fortemente compromesso l’immagine di qualità, in tutto il mondo: l’inquinamento dei pascoli utilizzati come discariche dalla camorra in alcune aree di produzione, il diffondersi della brucellosi ed i ritardi dell’abbattimento dei capi malati in determinate aree della Regione Campania; l’utilizzo di grassi bufalini e latte in polvere proveniente dall’India da parte di alcuni operatori senza scrupoli; fino alla rilevazione di una forte presenza di diossina nella mozzarella prodotta in alcune aree regionali. La conseguenza di questo processo demolitivi del marchio DOP della mozzarella di bufala campana, è stato il calo delle vendite dal 30% al 60% nel giro di un anno;

nelle regioni del nord Italia e in interi paesi dell’Europa e anche extra – europei, l’esposizione del cartello con il quale si avverte che in quell’esercizio alimentare o in quel ristorante o pizzeria non si usa mozzarella di bufala campana, è diventato un fattore di garanzia per la clientela;

l’esplosione del fenomeno “diossina” potrebbe indurre l’Unione Europea a proibire la esportazione di mozzarella di bufala campana nei paesi europei con conseguenze drammatiche per l’intera filiera;

il calo delle vendite di mozzarella ha comportato il fenomeno del “congelamento” del latte di bufala, ma ora che i magazzini sono pieni si sta determinando la riduzione verticale nella richiesta di latte con gravissime difficoltà per gli allevamenti; più volte singoli consiglieri hanno posto il problema all’assessorato competente, senza ottenere risposte soddisfacenti, per cui la questione oggi è non più rinviabile

impegna la Giunta Regionale

1) a valutare la dichiarazione dello stato di calamita per l’intera filiera della produzione di mozzarella di bufala campana, ed il rifinanziamento della L.R. n.6/2003, concordando con il Ministro dell’agricoltura gli interventi coerentemente con quanto previsto dalla legge 268/2003 ;

2) a prevedere forme di assorbimento e distruzione del latte congelato, onde consentire lo svuotamento dei frigoriferi e la ripresa della richiesta di latte;

3) a prevedere, ove le valutazioni tecniche lo ritengano risolutivo, la messa fuori produzione e l’eventuale abbattimento dei capi contaminati dalla diossina, prevedendo forme di indennizzo agli allevatori colpiti come previsto già dalla citata L.R. n.6/2003;

4) a presentare al Consiglio Regionale, entro 30 giorni, un piano di uscita dalle difficoltà del settore, prevedendo, fra l’altro:

a) forme di controllo di qualità affidati a soggetti terzi internazionalmente riconosciuti anche rispetto al consorzio DOP, per offrire una ulteriore garanzia al consumatore;

b) la possibilità di apporre sulla confezione del prodotto DOP forme di tracciabilità dello stesso che consenta di risalire alla ubicazione delle aziende di allevamento bufalino al fine di una maggiore trasparenza della filiera ma, altresì, per evitare la penalizzazione di aree regionali che nulla hanno a che vedere con i fenomeni degenerativi che altrove si sono registrati.


fine del testo dell’O.d.G.

Ora non ci resta che chiederci:

Ma finora dove sono stati questi consiglieri regionali? Alessandro Iacuelli ha scritto tempo fà il libro "inchiesta" datandola fin dal febbraio 1991 quando un comion pieno di bidoni tossici scaricava in una zona di lago Patria per un banale incidente, uno dei bidoni si buco, causando un principio di avvelenamento dell’autista...: "Le via infinite dei rifiuti"

http://articoli.alessandroiacuelli.net/?page_id=84

Il libro inchiesta di Alessandro Iacuelli, a differenza di quello scritto da Roberto Saviano: "Gomorra", non ha avuto una grande diffusione (all’epoca) ma, da fonti non ufficiali, l’inchiesta giornalistica di Alessandro Iacuelli aiutò molto lo stesso autore di "Gomorra".

Alessandro Iacuelli scriveva :

[…]“Credo che dopo la vicenda di Seveso l’emergenza campana sia tra le più gravi sul piano nazionale negli ultimi 25 anni”, con queste parole, anni fa, l’allora assessore alle politiche territoriali e all’ambiente della regione Campania mi fece pensare a come in Italia si da più o meno peso alle cose che avvengono.

La vicenda della diossina in Campania, nasce nell’aprile 2002, durante una serie di attività di verifica sul latte animale e sui mangimi, attività di routine. Emersero, in due distinti territori, risultati di positività alla diossina: la zona Caserta 2 e la zona Napoli 4, che comprende anche casa mia.

Una contaminazione diffusa a macchia di leopardo, qua e là, incostante, ma distribuita su un’area grande tre volte la Brianza, e con punte di 50 picogrammi. Anche qui sono sorte commissioni scientifiche, ma è stata evitata, e con tutte le forze, la visibilità mediatica che fu concessa a Seveso; più volte la stampa ne ha parlato, non ha certo taciuto, ed è stata puntualmente accusata di fare “terrorismo mediatico”, di fare allarmismo. Si è cercato il silenzio, si è evitato di far scoppiare un caso nazionale delle stesse dimensioni del 1976, eppure si tratta di una contaminazione non di piccole dimensioni: 113 tonnellate al giorno di latte distrutto, 38 aziende sotto sequestro, 8633 animali sequestrati, 12.208 ettari di superficie complessiva delle zone a rischio, 25 comuni interessati, 30% in meno di prodotti caseari, 7 milioni di euro i danni complessivi stimati.

Una vera emergenza, ma senza i reticolati, l’esercito, le evacuazioni della popolazione. I giornali, anche quelli locali, si sono riempiti in quei giorni di pagine e pagine su Gino Fasulo, che fa schiantare il suo aereo da turismo contro il grattacielo Pirelli a Milano, sull’ergastolo per Michele Profeta, e poi ovviamente sull’ennesimo scudetto della Juventus e sul Real Madrid che vince la Champions League. Sulla diossina solo trafiletti. La notizia ovviamente si è diffusa tra la gente, ma silenziosamente. Qui non c’è una fuoriuscita immediata ed esplosiva come a Seveso, ma un rilascio graduale, lento, di TCDD, pertanto niente cloracne, ma anche la possibilità di non dare visibilità mediatica al fenomeno. […]

Sono quelle di Napoli e Caserta, le due province colpite.

[…]Attività produttive inquinanti? Forse. Per quanto riguarda la contaminazione di diossina nell’area che va da Marigliano e S. Paolo Belsito fino ad Acerra, l’ipotesi dell’attività produttiva può essere abbastanza calzante, perché qualche fabbrica c’è, anche se non è un polo chimico, ma non spiega il fenomeno nel basso casertano, con poche zone industriali e tanta campagna. Certamente la criminalità, largamente presente sul territorio, ha le sue responsabilità, ma certamente c’entrano anche altre cause di inquinamento ambientale, probabilmente la pesante eredità che ci portiamo dietro, di decenni di non gestione del territorio.Tanto per fare un esempio, mi vengono in mente due episodi di cronaca, […].

A Castel Volturno c’era un enorme deposito di pneumatici di automobili ed autocarri, una montagna di copertoni: fu incendiato. Un incendio doloso. Probabilmente per motivi legati alla camorra casalese.[…]. Secondo episodio, a Marcianise, non lontano in linea d’aria dallo svincolo di Caserta Sud dell’autosole: un’azienda che lavorava gomma e ricostruiva copertoni, anche questa data alle fiamme, con l’incendio rimasto nella memoria dei napoletani e dei casertani, poiché i vigili del fuoco di Caserta impiegarono tre giorni per domarlo.

La chimica e la termodinamica in questi casi non sono un’opinione: la combustione di appena una manciata di copertoni produce più diossina di quanta ne sia consentita dalla legge e dalla biologia, ma anche più diossina dell’incendio di decine di cassonetti. Molta di più. Troppa di più. Per questo motivo, alla questione dei rifiuti sommo volentieri anche le centinaia di copertoni bruciati in microincendi qua e là, incendiati dovunque lungo le strade, e mi fa rabbia il passare per le strade attorno Napoli e trovare ogni 5 metri un copertone abbandonato. Mi fa rabbia sapere che quando compro i copertoni nuovi il gommista incassa anche i soldi per lo smaltimento, ma magari, invece di spenderli per una corretta eliminazione dei pneumatici, se li infila in tasca, e si limita ad abbandonare i copertoni usati sull’asse mediano, […]

.Pochi anni dopo, la storia ha mostrato anche di volermi dare ragione: per quanto riguarda la provincia di Caserta, la presenza di diossina è stata imputata, da parte di chi ha indagato, proprio agli incendi di pneumatici.Nel luglio 2002 l’ARPAC ha avviato una nuova campagna, dato che la prima indagine sanitaria sul latte era riferita a campioni prelevati da allevamenti di ovini e di caprini, cioè animali che traggono la propria alimentazione dal pascolo. L’erba non è un elemento facile da valutare, perché cresce e viene tagliata, poi ne cresce di nuova, per cui, come dicono i chimici dell’ARPAC, “l’erba non ha memoria storica”. Il terreno invece sì, ne ha parecchia. Per tale motivo, i campionamenti conoscitivi sono stati fatti anche sui suoli, oltre che sull’erba: 157 campioni di terreno e circa 60 di erba, concordando con l’Istituto superiore di sanità, sia le modalità di campionamento, sia di quali laboratori ci si dovesse servire per le analisi.

Il quadro complessivo non è stato assolutamente rassicurante: l’inquinamento da diossina non ha toccato le città di Napoli e Caserta, ma ha letteralmente circondato i due capoluoghi con una cintura contaminata, evidenziando la necessità di un intervento di bonifica. Quel che è sicuro, leggendo un po’ di letteratura scientifica al riguardo, è che - qualunque siano le cause e la provenienza della diossina presente nel territorio - questa passa dal terreno nell’animale, e successivamente nella catena alimentare umana, attraverso l’alimentazione delle greggi. I primi risultati sono emersi dal “Piano nazionale dei residui” elaborato dal Ministero della Salute e condotto da tutte le regioni d’Italia; in Campania sono stati eseguiti una serie di prelievi per la valutazione della concentrazione di micro inquinanti nelle matrici alimentari; in particolare, sono stati prelevati due campioni di latte ovino e caprino, dai quali è emersa la concentrazione di diossina.

Una volta scoperto il fenomeno, l’assessorato regionale alla sanità ha continuato costantemente nel campionamento analizzando il latte proveniente da altri allevamenti di ovi-caprini e, quasi in parallelo con l’indagine della procura della Repubblica, anche il latte vaccino e di bufala. […]

Se volete approfondire l’argomento potete vedere un’intervista documento del 2007 registrata da Alessandro Iacuelli:

http://www.altrenotizie.org/alt/video/ecomafie.html

http://rifiuti.alessandroiacuelli.net/recensioni.html

"Guai a quel popolo che ha bisogno di eroi" (diceva Bertol Brech)

P.S. Mannaggia, a conclusione di questo viaggio "spazio-tempo" mi restano un casino di dubbi: continuo a mangiare la mozzarella di bufala, oppure no? A me piace tanto! Al di la del bene placido della stessa U.E. mi consola solo il fatto che anche nel Salernitano si producono mozzarelle di bufala. "Io speriamo che me la cavo"!


- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Conferenza Stampa della Sinistra L’Arcobaleno
2 aprile 2008, di : Enzo Maddaloni

Venerdì 4 aprile pv alle ore 12.00 presso l’azienda "La Perla", con sede in Ponte Barizzo - Eboli - (Salerno), conferenza stampa della Sinistra L’Arcobaleno.

Verrà presentato un dossier con le posizioni e le proposte sull’emergenza mozzarella di bufala che sono stati intrapresi in Consiglio Regionale e al Parlamento Europeo, e della iniziativa sul comparto agricolo che si terrà a Santa Cecilia di Eboli domenica prossima.

Il dossier e la manifestazione verranno illustrati dall’Euro Parlamentare Vincenzo Aita e dal Consigliere Regionale Gerardo Rosania.

"Bìutiful cauntri" Film
2 aprile 2008, di : Enzo Maddaloni

mercoledi 2 aprile alle ore 20 presso il cinema multisala Magic Vision di Casalnuovo

alla visione del film-documentario "Bìutiful cauntri" sul disastro ecologico campano, saranno presenti il regista del film, Andrea D’Ambrosio, il Sen. Tommaso Sodano ed i candidati della Sinistra Arcobaleno Pietro D’Alisa e Lucia Allocca.

Mozzarella di bufala campana
15 aprile 2008

Dove siete stati? Al circolo del tennis, al golf club, al country club a cavallo, in barca a vela o in giro per il mondo a spese dei contribuenti come Riky Vendola, ecco dove siete stati mentre l’Italia andava a rotoli!!!