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Morto a 92 anni il giudice Alfonso Giordano

di Redazione - lunedì 12 luglio 2021 - 1658 letture

Nessuno voleva presiedere quel processo che poi avrebbe cambiato per sempre la storia della lotta alla mafia. Furono ben dieci i magistrati che rifiutarono l’incarico, ma lui, Alfonso Giordano, per quanto fosse stato nominato soltanto da pochi mesi in Corte d’Assise, non ebbe esitazioni: accettò di presidere il Maxiprocesso. Seppe però tenere testa alle provocazioni e alle minacce neanche troppo velate che arrivavano dai boss chiusi nelle gabbie dell’aula bunker dell’Ucciardone, costruito proprio per quel dibattimento. Non lo fermò neanche un problema alla vista. Oggi, quell’uomo piccolo di statura, ma grandissimo per la storia della Sicilia e di tutto il Paese, si è spento. Aveva 92 anni.

Giordano era entrato in magistratura nel 1952 ed arrivò a Palermo da sostituto procuratore nel 1960. Diventò anche docente di Diritto privato alla facoltà di Scienze politiche dell’università di Palermo. E’ con il Maxiprocesso, quello in cui finalmente per la prima volta venne riconosciuta l’esistenza di Cosa nostra e vennero inflitte pesantissime condanne a boss e gregari tra i più pericolosi, che - grazie anche alle riprese televisive - diventò noto all’opinione pubblica, un simbolo. Ci vollero ore a Giordano per leggere quello storico dispositivo, che ha poi retto fino alla Cassazione.

Il giudice aveva concluso la sua carriera di magistrato alla Corte d’Appello di Palermo ed era poi diventato presidente onorario aggiunto della Cassazione, oltre a ricevere il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana.

A dare il triste annuncio della morte di Giordano è stato suo figlio Stefano, avvocato, con un post su Facebook: "Oggi alle 13.30 il presidente Alfonso Giordano è tornato serenamente alla casa del Padre. Le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata". Poco più di due mesi fa, il 10 maggio, se n’era andato all’improvviso a 69 anni, un’altra figura storica legata al Maxiprocesso, quella di Vincenzo Mineo, cancelliere dell’ufficio istruzione del tribunale, che curò tutta la sicurezza durante il dibattimento.

Fonte: https://www.palermotoday.it


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