Mia figlia di 13 anni mi ha detto...

di Ugo Giansiracusa - martedì 31 marzo 2020 - 1532 letture

Mia figlia di 13 anni mi ha detto: "io non capisco questa gente che si dispera solo perché devono stare a casa. Ma allora quelli che stanno sotto le bombe e quelli che muoiono di fame?".

Grazie amore mio che mi prendi a ceffoni morali in faccia. No, non dovremmo lamentarci.

E poi ha continuato: "certo è una tragedia la gente che muore. Anche io se succedesse qualcosa alla nonna. Ma non certo perché devo stare a casa con la mia famiglia".

E no, non è merito mio. È tutta farina del suo sacco. E che gli vuoi rispondere?

Che le persone sbroccano e si disperano perché non possono fare shopping o la corsetta? Perché non possono andare al cinema, a ballare, a mangiare al ristorante?

Nonostante stiamo a casa nostra, con il frigo pieno, la TV, internet, telefono, ci lamentiamo.

Non proprio una tragedia, no.

Certo ci stanno situazioni dure, durissime. Famiglie con disabili, con ragazzini autistici o con altri problemi psichici. Famiglie in cui ci sono violenze domestiche. Famiglie fortemente disagiate. Anziani soli. Malati.

Allora forse dovremmo tutti e tutte misurare le cose con il giusto metro.

E ridimensionare la nostra disperazione. Poteva andarci peggio. Decisamente.

Se volete vi faccio prendere a ceffoni morali da mia figlia. Vi aiuterà a farvi sentire estremamente fortunati, nonostante tutto.


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