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Macalda, femminista siciliana

Ospiti del Castello Rufo Ruffo di Scaletta, immersi nella Storia che ci appartiene ancora.

di Piero Buscemi - mercoledì 17 giugno 2015 - 2940 letture

Un istinto primordiale spinge l’umanità del terzo millennio a scavare nel passato, in cerca di risposte e logiche generazionali al momento storico, che sta vivendo, e che si appresta a vivere. Il più delle volte l’attenzione viene rivolta a quelle vicende di personaggi lontani nei secoli, ma che dalle notizie biografiche, ci attraggono per motivi che sfiorano l’eroismo per cedere alla mitologia. Una fantasia appagante, con la quale provare a disegnare un futuro diverso.

La storia di Macalda si presta, senza troppi indugi, a questo genere di fughe dalla realtà. Il periodo storico che la vide protagonista, agevola i paragoni sociali e culturali, specie in materia di diritti delle donne, che ingenuamente ci portano a pensare a un mondo di soprusi e di discriminazioni, ormai sorpassate. La realtà, a più livelli, ci ha dimostrato il contrario.

Soffermandoci su questa incredibile donna, vissuta oltre sette secoli fa (nacque nel 1240 e morì nel 1308), e analizzando le imprese delle quali si rese attrice, gli accostamenti con più moderne protagoniste dei nostri tempi, la fanno confrontare con "eroine" che oggi occupano le pagine del gossip, con le quali narcotizzare ulteriormente le distrazioni dei lettori delle riviste specializzate.

Le credenziali le aveva tutte. Una sorta di Lucrezia Borgia, se vogliamo rimanere in ambito storico, che fece del tradimento, non solo coniugale, la pratica di estrose fantasie sessuali e comportamenti che rasentarono, o addirittura superarono, la ninfomania, un suo personale stile di vita. Una scelta che è facile immaginare l’abbia condotta a confrontarsi contro una società maschilista, che con molte remore provava a scrollarsi di dosso il peso dell’oscurantismo medievale.

Come capita in questi casi, quando alla donna vengono riconosciuti doti di indubbia personalità, è evidente uno snaturamento dell’essere femminile che, per conquistare il diritto di parola e di influenza nelle decisioni sociali, sembra debba necessariamente assorbire cromosomi maschili. A questa regola bizzarra e mai scritta, non poté sottrarsi neanche Macalda. Famosa per le sue capacità di cavallerizza e alle sue conoscenze in materia di armi, sfruttò come altre donne della storia, il fascino femminile per entrare da protagonista nelle corti del Regno di Sicilia, senza alcun scrupolo quando soltanto il ruolo di concubina rappresentava l’unica strada per soddisfare l’ambizione che l’accompagnò tutta la vita.

Lasciamo al lettore la curiosità e la libertà di andare ad approfondire queste brevi notizie storiche dove meglio riterrà opportuno. Aggiungiamo solo un’altra particolarità di questo personaggio, che sposterebbe la ricerca storica in altri campi, quella della sua grande maestria nel gioco degli scacchi, e per solleticare ulteriormente la brama di conoscenza, accenniamo a come Macalda fu sposa in seconde nozze di tale Alaimo da Lentini, protagonista della Guerra del Vespro. Passiamo invece a trattare il vero motivo di questo articolo, ispirato alla vita di questa donna.

Il 13 e 14 giugno il paese di Scaletta della provincia ionica messinese, e che ha dato i natali a Macalda, ha voluto ricordarla e consentire ai visitatori di immergersi nella Storia attraverso un corteo storico in costume che, partendo dalle pendici della collinetta sulla quale erge imperioso il Castello di Rufo Ruffo, ha consentito di immergersi in un mondo, forse non così lontano dal nostro. La sfilata delle varie associazioni siciliane, ospiti dell’evento, di Rometta, Roccapalumba, Messina, per citarne qualcuna, con le quali si sono ripercorsi circa quattro secoli di Storia siciliana, fino a coprire il periodo spagnolo, ci ha ricondotto alla consapevolezza di un’identità isolana, spesso sminuita da un campanilismo arretrato e improduttivo che, spesso, sembra appartenere più a un’arretratezza culturale che assume aspetti contraddittori in presenza di rievocazioni storiche di Unità d’Italia.

Per raggiungere il Castello di Scaletta, occorre percorrere la S.S. 114 che, da Messina, porta fino a Catania. All’altezza della stazione ferroviaria del paese, provenendo da Messina, svoltando a destra, da Catania a sinistra, si seguiranno le indicazioni per Scaletta Superiore.

Per approfondimenti:
 Castello Rufo Ruffo

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