Luigi De Filippo, addio all’ultimo di una grande famiglia di teatro

Ci lascia il figlio di Peppino De Filippo. Il 10 agosto avrebbe compiuto 88 anni.
Come un sipario che cala a chiudere una storia straordinaria, inscenata in oltre un secolo di interpretazioni, di battute e modi di dire utilizzate nel linguaggio corrente, di smorfie e vita quotidiana, nella quale Napoli è diventata il palcoscenico di un modo di essere italiano.
Luigi De Filippo ha scritto i titoli di coda di questa straordinaria famiglia di attori e scrittori di teatro. Avevamo ammirato l’amara commedia del grande Eduardo, con i suoi spunti di riflessione e l’esaltazione di una caducità e debolezza dell’essere umano, capace di raggiungere i più bassi livelli di degrado e, inaspettatamente, i più alti esempi di umanità e solidarietà. Un percorso teatrale che aveva lasciato un’eredità creativa nel figlio Luca, scomparso a novembre del 2015 e raccolta da Luigi, cugino di Luca, riuscendo a trascinare una tradizione napoletana iniziata con Eduardo Scarpetta.
Non è stato facile reggere un confronto così pesante con un passato così importante e rivoluzionario nel teatro italiano, Luigi De Filippo ha saputo lasciare la sua impronta, dalle prime esperienze cinematografiche negli anni ’50, al suo vero grande amore, il teatro appunto, nato e coltivato all’ombra della compagnia gestita dal padre Peppino, cresciuto e personalizzato portando in giro per i teatri i classici della commedia italiana e francese, da Molière a Pirandello.
Lo ricordiamo nelle vesti del Monsignor Bedini nel film In nome del popolo sovrano, diretto da Luigi Magni e come protagonista principale un altro grande del cinema italiano, Nino Manfredi. A teatro, la sua personale interpretazione di Natale in casa Cupiello, capolavoro dello zio Eduardo e appuntamento fisso annuale della Rai, nel periodo natalizio. Il Lucariellodi Luigi De Filippo merita un viaggio su internet a cercare qualche video di repertorio.
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