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Lo spazio sociale dell’uomo

Non esiste soltanto lo spazio fisico dove l’uomo abita e si muove, ma, anche, uno spazio nel quale sviluppa la sua natura sociale e politica. Si tratta di argomento degno di qualche riflessione

di Emanuele G. - martedì 31 luglio 2007 - 19311 letture

INTRODUZIONE

Siamo convinti che esista un solo tipo di spazio. E’ quella dimensione fisica dove l’uomo compie la sua esistenza. In questa dimensione vive, incontra i sui simili, si sposta ed esplica tutte quelle attività di necessità e ludiche. Le sue principali caratteristiche, intendo dello spazio, sono: il contatto e la relazione. Contatto perché può toccare altri simili ed oggetti. Relazione in quanto sviluppa un continuo raffronto con quanto lo circonda.

Tale spazio non è però completo ed esaustivo. E’ incompleto. L’uomo non esplica una vita in una dimensione meramente fisica, ma si è creato nel corso della Storia un altro spazio. Uno spazio che ha sì collegamenti con la dimensione fisica per via di un processo continuo di feedback. Tuttavia, questo altro spazio assume delle caratteristiche precise che lo differenziano da quello fisico. E’ l’ambiente dove l’uomo esplica la sua vita sociale e crea quei presupposti che gli dovranno assicurare condizioni soddisfacenti di esistenza.

Dunque, abbiamo già un dato assolutamente innovativo. L’uomo non vive in una sola dimensione spaziale, bensì in due: lo spazio fisico e lo spazio sociale. Il primo è ciò che si vede, mentre il secondo attiene ai beni immateriali. Queste due entità, pur avendo, caratteristiche ben precise non sono non comunicanti fra di loro. Anzi, sono fortemente interdipendenti. Una brevissima annotazione a questo riguardo. Lo spazio fisico contiene le realizzazioni materiali dell’uomo (ad esempio, una chiesa) il cui presupposto è da invenire nei beni immateriali. Infatti, i beni immateriali danno l’idea di creazione di un oggetto. Dall’altro canto, un principio attinente ai beni immateriali necessita dello spazio fisico per essere operativo. Come lo Stato assicura il diritto alla salute (bene immateriale)? Grazie alla costruzione di tutta una serie di costruzioni che noi chiamiamo ospedali, ambulatori, cliniche e altri presidi sanitari.

Obiettivo del mio intervento non è argomentare sullo spazio fisico, ma su quello sociale. Da qui la necessità di comprenderne le caratteristiche. La nostra analisi deve procedere per fasi successive e rispondere a quattro quesiti di fondo:

* Quale la sua struttura?

* Quali sono le regole?

* Chi sono gli attori?

* Quale la sua dinamica?

Iniziamo a entrare nel merito dell’argomento partendo dal primo quesito.

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struttura

QUALE LA SUA STRUTTURA?

Possiamo immaginare questo spazio come una casa provvista di varie stanze comunicanti fra di loro ed abitata da gente che svolgono diverse funzione. Tuttavia, necessitiamo di un maggiore rigore scientifico per la sua definizione in modo da capirne meglio la struttura.

Allora poniamoci innanzi a un foglio bianco. Disegniamo un sistema di assi cartesiani dove x (asse delle ascisse) indica la funzione di complessità dello spazio sociale e y (asse delle ordinarie) indica la funzione di rappresentanza dello spazio sociale.

Cosa si intende per funzione di complessità dello spazio sociale? Tale funzione indica il suo grado di articolazione. Meno è articolata, meno essa è dinamica. Più è articolata, più essa è dinamica.

Cosa si intende, a sua volta, per funzione di rappresentanza dello spazio sociale? Tale funzione indica il grado di rappresentanza. Più è complessa, più essa è capace di rappresentare. Meno è complessa, meno essa è capace di rappresentare.

Procediamo oltre. Immaginiamo di far partire una retta parallela all’asse delle ascisse dal punto n dell’asse delle ordinarie (lato c). Allo stesso modo, tracciamo una retta parallela all’asse delle ordinarie a partire dal punto n dell’asse delle ordinarie (lato d). Il risultato è una delimitazione di un’area sul nostro foglio bianco. I lati hanno le seguenti coordinate:

* Lato a con coordinate 0 – xn;

* Lato b con coordinate 0 – yn;

* Lato c con coordinate yn – n;

* Lato d con coordinate xn – n.

Come si noterà ora lo spazio è diviso in due: lo spazio sociale propriamente detto delimitato dalle coordinate sovra-citate e il resto, ossia lo spazio che si trova al di là dello spazio delimitato. Lo spazio delimitato può essere definito come il sistema generale dove si esplica la vita sociale dell’uomo, ciò che si trova oltre è la funzione esterna.

Questo sistema è composto da quattro strutture che interagiscono fra di loro, ossia:

* Lato a = Società (parte del sistema risultante dalle dinamiche di interazione fra gli esseri viventi);

* Lato b = Politica (parte del sistema ove operano gli agenti di rappresentanza degli interessi della società);

* Lato c = Istituzioni di rappresentanza (parte del sistema dove gli input provenienti dalla Società e filtrati dalla Politica diventano atti legislativi);

* Lato d = Amministrazione (parte del sistema che applica gli atti legislativi e che assicura le condizioni di sicurezza del sistema stesso).

nb: I lati c e d contribuiscono a formare lo Stato.

Come si può notare il sistema è autosufficiente e si definisce in equilibrio quando le sue componenti assumono dinamiche perfettamente transitive. Quando le dinamiche non sono transitive, il sistema entra in una fase di disequilibrio e, pertanto, di instabilità.

Prima di passare al secondo quesito, interroghiamoci brevemente sullo spazio al di là di quello delimitato. Mentre il sistema generale è tale in quanto è il risultato di un processo storico di condivisione di valori, tutto il resto indica ciò che è differente dal sistema generale. In sintesi:

* Ciò che è differente da Società è Società esterna, ossia appartenente ad altre Società;

* Ciò che è differente da Politica è Politica esterna, ossia appartenente ad altre Politiche;

* Ciò che è differente da Istituzioni di rappresentanza è Istituzioni di rappresentanza esterne, ossia appartenente ad altre Istituzioni di rappresentanza;

* Ciò che è differente da Amministrazione è Amministrazione esterna, ossia appartenente ad altre Amministrazioni;

* Ciò che è differente da Stato è Stato esterno, ossia appartenente ad altri Stati.

Quindi, il sistema non solo interagisce al suo interno fra le sue parti, ma, anche, con l’esterno.

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regole

QUALI SONO LE REGOLE?

Un sistema necessita di regole per governarsi, cioè di accordi fra gli attori che operano all’interno del sistema. Scopo di queste regole è assicurare il raggiungimento di vari obiettivi strategici che permettano al sistema di essere nello stato di equilibrio. Le regole sono una necessità fondamentale ed essenziale per gli esseri viventi in quanto svolgono la funzione di collegamento fra gli obiettivi e le modalità per raggiungere gli obiettivi. Senza le regole il sistema apparirebbe in non equilibrio. Anzi, la mancanza di regole priverebbe il sistema di ogni ragione di esistenza. Le regole sono la cinghia di trasmissione che da senso agli obiettivi e alle modalità per raggiungerli.

Le regole sono di due tipi:

* Regole non scritte;

* Regole scritte.

Regola non scritta è ad esempio la tradizione. Per tradizione si intende l’insieme di quelle usanze o costumi che ogni generazione passa alla successiva secondo modalità orali. Questa tradizione viene ritenuta positiva dalla comunità in quanto la sua storia, mi riferisco alla tradizione, ha rivelato che è utile. Una tradizione è utile quando permette al sistema di essere in stato di equilibrio e quando assicura la comunità del raggiungimento dei suoi obiettivi. Poiché ha un risultato positivo, essa non va cambiata.

Regola scritta è la norma. Per norma si intende una regola scritta che ha caratteristiche di generalità ed astrattezza avente capacità di determinare un comportamento o un’azione. Essa può essere positiva in quanto autorizza, concede un comportamento, o negativa poiché sanziona un comportamento oppure lo vieta. Non tutte le norme hanno uguale forza. Infatti, esistono le direttive e le raccomandazioni che sono norme dove l’obbligo applicativo è meno evidente e forte. Mentre la tradizione nasce per lo più per caso e si struttura nel tempo, la norma nasce per via di precisi input e viene determinata a seguito di pianificate modalità di definizione, approvazione e applicazione.

Le regole non solo sono o scritte oppure non scritte, ma possono essere di diverso tipo. Nella fattispecie:

* Regole generali, che riguardano tutti oppure aspetti comuni alla vita di tutti gli appartenenti al sistema, Esempio: le norme per acquisire la cittadinanza italiana;

* Regole particolari, che riguardano solo alcuni od aspetti non comuni alla vita di tutti gli appartenenti al sistema, Esempio: le norme per aprire un’attività economica;

* Regole specifiche, che riguardano l’approfondimento specifico di determinati aspetti, Esempio: le norme riguardanti le indicazioni tecniche su come si monta un ponteggio;

* Regole organizzative, che riguardano gli aspetti organizzativi delle attività poste in essere dall’uomo, Esempio: le regole che organizzano il lavoro di un consiglio regionale;

* Regole applicative, che regolano l’applicazione di norme precedentemente determinate, Esempio: le norme che hanno facilitato l’applicazione del decreto “Ronchi” in materia di rifiuti;

* Regole logistiche, che agevolano l’applicazione strutturale di norme precedentemente determinate, Esempio: le norme che indicano precise indicazioni all’effettuazione di una manifestazione;

* Regole sanzionatorie, che determinano sanzioni in riferimento alle modalità applicative delle norme, Esempio: le regole che determinano le conseguenze dell’inosservanza della normativa in materia sanitaria.

Un’ultima considerazione, le regole non vanno sottoposte ad una lettura ideologica e politica. Una regola per essere tale non deve avere una connotazione di destra o di sinistra, oppure conservatrice o progressista. Quando le regole sono inficiate da valori ideologici e/o politici perdono, e di molto, della loro capacità di forza. La regola deve essere necessariamente scollegata da valori ideologici di parte in quanto perderebbe in generalità ed astrattezza, le caratteristiche che informano una regola dal punto di vista scientifico e tecnico. Se possiamo fornire una definizione ottimale, la regola è “reale” in quanto trova propria base di vita nella realtà e si occupa degli eventi reali della vita degli esseri umani.

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attori

CHI SONO GLI ATTORI?

Gli attori del sistema sono i cittadini di un paese i cui confini corrispondono allo spazio delimitato individuato sopra. Si acquisisce la qualità di attore in due modi:

* Per nascita;

* Per acquisizione di cittadinanza (nel caso di attori non appartenenti naturalmente al sistema).

Ci sono alcuni aspetti sono da tenere in massima considerazione in riferimento alla figura dell’attore.

Prima di tutto, egli fa parte di un sistema e, di conseguenza, è oggetto di regole che lo accompagneranno per l’intera sua esistenza. Queste regole formeranno i binari del suo agire come attore e variano al variare della crescita intellettuale del medesimo. Le strutture demandate principalmente all’apprendimento delle regole sono la famiglia e la scuole, anche se il gruppo dei simili o il lavoro esplicano la stessa funzione.

Nel corso del suo operare all’interno del sistema, l’attore assumerà delle qualità in parte derivate dall’ambito di vita e in parte sviluppatesi a seconda delle dinamiche della sua esistenza. Queste qualità sono il risultato delle seguenti determinanti:

* Età;

* Dislocazione spaziale, ossia dove vive o lavora;

* Educazione e formazione;

* Famiglia, ossia famiglia di origine o propria famiglia;

* Lavoro;

* Mobilità, ossia la funzione di muoversi;

* Interessi;

* Disponibilità di reddito.

Ma anche la struttura del sistema influisce sulla qualità della condizione dell’attore. Della struttura abbiamo parlato sopra. Infatti si possono ipotizzare due dinamiche:

* Una afferente alla sua operatività in una data struttura, Esempio: è studente e quindi opera nella società;

* Un’altra afferente al fatto che può cambiare struttura di operatività. Esempio: un dipendente dell’Amministrazione dello Stato che viene eletto a una carica elettiva nelle Istituzioni rappresentative.

Il sistema in quanto autosufficiente e tendente, sempre, allo stato di equilibrio determina precise regole per operare in ogni singola struttura e per passare da una struttura all’altra. Queste regole operano:

* Per acquisire una qualità Esempio: il titolo di laureato;

* Per modificarla, Esempio: per avanzare gerarchicamente nel proprio posto di lavoro;

* Per cambiarla, Esempio: per cambiare lavoro o collocazione nel sistema;

* Per annullarla, Esempio: le norme riguardanti il licenziamento oppure la collocazione a riposo.

Un ulteriore livello di analisi è rappresentato dal fatto se l’attore agisce da solo o in maniera associativa. Vorrei farvi notare che essendo l’attore inserito nel contesto del sistema esso svolge sempre le sue funzioni in rapporto con gli altri simili. Comunque per un migliore grado di comprensibilità possiamo indicare due modalità operative:

* Modalità singola, Esempio: svolge il ruolo di insegnante;

* Modalità associativa, Esempio: fa parte di un’assemblea rappresentativa.

Nulla, pertanto, è dovuto al caso, ma ogni aspetto della vita di un attore è determinata in quanto ogni attore è parte del sistema. Sistema che deve assicurarsi un accettabile stato di equilibrio mediante un corpus di regole. Lo stesso termine attore indica il fatto che la sua specificità risiede nel suo operare in base a precise coordinate.

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dinamiche

QUALE LA SUA DINAMICA?

Se leggiamo attentamente le qualità del sistema ci si accorge che possiede un dato di fondo basilare: il moto. Cosa significa questo termine? E’ semplicemente la capacità di un corpo di modificarsi e il risultato di questo continuo divenire dicesi dinamica. Quindi, il sistema è un corpo che si modifica continuamente mediante dei movimenti (moto) detti dinamiche. La nostra attenzione dovrà essere focalizzata sull’insieme della dinamica che il sistema produce.

Prima domanda: a cosa serve la dinamica? Ha una funzione essenziale in quanto è la “condicio sine qua non” che assicura la sostenibilità del sistema. La dinamica è come quella funzione osmotica che permette la vita della cellula. Senza queste continue spinte dinamiche il sistema non avrebbe senso. Rappresenta il continuo divenire del suo essere. E attraverso le regole assicura le condizioni di equilibrio del sistema.

Secondo quesito: quanti tipi di dinamiche esistono. Abbiamo appurato che il sistema è uno spazio delimitato rispetto ad altro spazio e che al suo interno è strutturato in quattro strutture. Da questo si evince che:

* Esiste una dinamica di carattere generale;

* Esistono dinamiche fra lo spazio delimitato e l’altro spazio posto al di fuori di quello delimitato;

* Esistono dinamiche all’interno delle quattro strutture individuate (società, politica, istituzioni rappresentative e amministrazione);

* Esistono dinamiche fra le quattro strutture individuate.

Le dinamiche di carattere generale sono quelle che assicurano le regole con cui il sistema è in uno stato di soddisfacente equilibrio. Sono quelle regole che sviluppano gli obiettivi del sistema attivando tutte quelle modalità opportune per il loro perseguimento. Esempio: condizione imprescindibile che il sistema non si dissolva è quella secondo cui chi uccide debba essere perseguito e condannato. Immaginatevi un sistema dove non esiste questa regola di dinamica generale? Il sistema non esisterebbe in quanto è il governo del medesimo che assicura le condizioni del suo equilibrio. Queste regole per essere realmente efficaci devono essere “erga omnes” per consentire al sistema un’ottimale dinamica di carattere generale.

Alla seconda classe appartengono, ad esempio, le dinamiche di relazione fra diversi sistemi. Questo particolare tipo di dinamica sovrintende alle condizione di equilibrio in ambito esterno (o internazionale) del sistema. E’ innegabile che la titolarità di rappresentare il sistema in questo ambito è demandata allo Stato, anche se sono presenti delle dinamiche che sempre di più vedono gli Stati assenti. Infatti, ci sono dinamiche che sono oggetto di relazioni fra strutture singole del sistema con altre strutture consimili appartenenti ad altri sistemi. Le dinamiche di relazione possono essere:

* 1 sistema con 1 sistema;

* 1 sistema con più sistemi;

* 1 sistema con associazioni di sistemi;

* Associazioni di sistemi con associazioni di sistemi.

Le dinamiche di struttura (ne abbiamo individuato quattro: società, politica, istituzioni rappresentative e amministrazione) riguardano quelle endogene, ossia interne all’ambito dinamico di quella struttura. Alcuni esempi vanno estrinsecati:

* Dinamiche riguardanti la società sono quelle rappresentate dalle modalità per amministrare una azienda oppure per sviluppare un’iniziativa culturale;

* Una dinamica riguardante la politica è quella rappresentata dalle modalità per accedervi e ricoprire cariche elettive di partito;

* Una dinamica riguardante le istituzioni rappresentative è quella della elezione alla funzione di Presidente della Repubblica;

* Dinamiche riguardanti l’amministrazione sono quelle riguardanti il procedimento di formazione di un atto amministrativo oppure le norme riguardanti l’avanzamento di carriera.

Ma non esistono solo dinamiche endogene. Esistono dinamiche esogene, ossia quelle dinamiche di relazione fra le quattro strutture individuate in precedenza. Daremo alcuni casi significativi:

* Dinamiche fra nn. 2 strutture: le campagne di informazione dei Partiti Politici sulla loro attività, Esempio: Dinamica fra società (struttura di riferimento) e politica (struttura organizzatrice);

* Dinamiche fra nn. 3 strutture: le elezioni politiche, Esempio: Dinamica fra istituzioni rappresentative (struttura finale), politica (struttura di intermediazione) e società (struttura di riferimento);

* Dinamiche fra nn. 4 strutture: la contrattazione nazionale sui contratti, Esempio: Dinamica fra società (struttura di riferimento), politica (struttura di intermediazione), istituzioni rappresentative (struttura di coordinamento) e amministrazione (struttura di decisione).

Naturalmente quando avvengono dinamiche esogene le strutture assumono una loro funzione in quanto anche le dinamiche sono soggette a regole ben precise in quanto esse hanno funzioni ben precise.

CONCLUSIONE

Siamo giunti al termine e siamo finalmente in grado di definire lo spazio sociale dell’uomo o sistema.

Lo spazio sociale è quel SISTEMA

dove operano gli ATTORI,

composto da QUATTRO STRUTTURE (SOCIETA’, POLITICA, ISTITUZIONI RAPPRESENTATIVE e AMMINISTRAZIONE),

in possesso di precise funzioni DINAMICHE

e provvisto di REGOLE.

Da quanto fino ad ora argomentato, si denota che questo spazio sociale, o sistema, è un qualcosa di aperto, reattivo, variabile, mutevole e mai statico. Pertanto, è fatto obbligo a noi tutti di rispettare questo “status” che è il presupposto per una DEMOCRAZIA vissuta, sentita e partecipata. Senza dubbio il sistema ha le sue regole, ma in una democrazia compiuta prima ci sono gli attori e poi le regole. Nel caso contrario il sistema diventa un luogo freddo ove le regole diventano esse stesse attori e variabili indipendenti.


- Ci sono 24 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Lo spazio sociale dell’uomo
1 agosto 2007, di : ornella guidi

Riguardo alle dinamiche, da tempo sto pensando ad una "geometria" delle dinamiche nel senso che nelle piccole comunità ad es. nei piccoli paesi o borghi di montagna quando muore una persona, la sua eredità viene sempre raccolta da qualcun’altro e in questo modo continua a vivere.

Faccio un esempio più che semplice: il capofamiglia, magari in pensione, coltiva un grande orto, si occupa appena arriva l’estate di sistemare la legna per l’inverno, si occupa di tante cose...

Quando morirà ci sarà un figlio, un genero il quale magari ha un’occupazione completamente diversa, che si prenderà cura di quello specifico lavoro. Un lavoro che forse non incide sulla produttività economica in modo eclatante eppure è una tradizione di comportamento che viene mantenuta.

Ecco perché a mio avviso le piccole comunità hanno una dimensione "geometrica" di tipo regolare, più stabile, più armoniosa; mentre nei grandi agglomerati urbani il posto fisico lasciato da un individuo viene spesso occupato senza nessuna preoccupazione di riallacciarsi o proseguire il lavoro, gli interessi, gli hobbies di chi non esiste più.

In poche parole l’anello si spezza e la linea da continua diventa discontinua così la formazione geometrica di una città diventa irregolarmente caotica e l’alienazione dell’individuo diventa massima proprio per la consapevolezza di essere spazzati via anche nel ricordo umano e sociale.

Ormai siamo come uno sciame d’api impazzite che inseguono solo bagliori, incapaci di sentire vitali profumi.

Avrei voluto scriverci un articolo, invece ho trovato il suo e così ho avuto modo di esprimere questo mio pensiero, grazie

Lo spazio sociale dell’uomo
1 agosto 2007

Lo spazio sociale prima di essere uno spazio fisico da organizzare secondo regole è uno spazio ideale che non risponde a regole ma semplicemente al buonsenso.
Un grande assente
4 agosto 2007, di : ornella guidi

Vorrei solo aggiungere che oggi più di ieri le regole sociali e politiche sottostanno alle regole economiche, (il settore economico mi sembra il grande assente da questa analisi), basti pensare al precariato e alla legge Biagi che sta falciando interi strati sociali.

Parlare di regole e dinamiche senza parlare del motore per eccellenza, quello economico e delle sue interazioni con altre espressioni di potere mi pare, mi perdoni, fuorviante.

Lo spazio sociale dell’uomo
4 agosto 2007, di : emanuele gentile

considero questo saggio come un "saggio in fieri" nel senso che necessita di un ulteriore livello di raffinazione del proprio processo di analisi. ecco perché i vostri contributi sono preziosi in quanto denotano vivo interesse nell’argomento dibattuto e vi ringrazio. nulla è perfetto e il perfettibile nasce dal dialogo con gli altri. questo è quanto sta accadendo in riferimento al mio scritto. mi riprometto, quindi, di redigere una corposa integrazione al mio saggio in modo da renderlo (mi riferisco al saggio) un prodotto originato dall’interazione con voi cari lettori. mi auguro che questo dibattito possa avere altri contributi affinché tutti noi possiamo capire cosa c’è dietro alla nostra società. buon leggere e puntuale riflessione!
Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Visto che si parla di socialità ne approfitto per usare questo spazio sociale per fare un appello di solidarietà in favore di Don Gelmini, accusato in maniera infamante per bieche ragioni e certamente per l’attività da lui profusa in favore dei diseredati.
Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Socialità? Dagli Stati Uniti la notizia di come difendere "geometricamente" il vostro spazio sociale: SWORDS, robot poliziotto con licenza di uccidere (http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_127039154.html).

Robocop non è più una fantasia. Adesso si aspettano le esecuzioni in diretta.

Io di questo sciame impazzito non voglio far parte, l’Italia dovrebbe prendere le distanze dagli USA: ne va della salute mentale dei nostri figli e delle future generazioni.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

La normale socialità va difesa. Non fatevi drogare in questo modo. La socialità è libertà!
Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

I robocop Swords sono già stati portati in Iraq. Vengono comandati a distanza: persino le regole di uno scontro violento sono alterate: da una parte uomini folli in carne ed ossa, talvolta poco più che bambini sotto posti a lavaggio del cervello, resi macchine dalla stupidità di una fede integralista; dall’altra adesso vere e proprie macchine, guerrieri immortali (riparabili come ogni mezzo meccanico) pronti a mietere vittime come se si giocasse ad un videogame sparatutto. E’ stato passato il segno della decenza.

Tutto questo è frutto di un delirio di onnipotenza derivato dal dolore per l’attentato delle Twin Towers. Un delirio di onnipotenza che va fermato ad ogni costo su entrambi i fronti del conflitto.

Se nei terroristi crescesse un sentimento di disperazione dovremmo aspettarci azioni eclatanti figlie della frustrazione. STIAMO MOLTO ATTENTI.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Non possiamo parlare di socialità e rinchiuderla in uno spazio chiuso. La socialità attiene alla vita e la vita è imprevedibile. A meno che non si ritenga che un carcere sia lo spazio sociale ottimale.

Sarebbe bello poter chiedere il parere di una suora di clausura. Credo che al 90% divengano agorafobiche.

Perchè non abolire la clausura o addirittura vietarla?

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Sono una suora e rispondo al messaggio che hai scritto.

Vivo in comunione con il signore e sono felice, ma non ti nascondo che il mondo fuori mi fa tanta paura per via delle cattiverie che avvengono ovunque.

Non so se riuscirei a tornare libera come dici tu (forse no). Mi chiedo però se la cosa possa avere senso.

Le strade del Signore sono infinite, persino in un luogo apparentemente chiuso al mondo.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Non credo che chi ha scritto sia una suora: che fate vi scrivete e vi rispondete da soli.

La notizia sui robocop la trovo a dir poco agghiacciante.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Per me questi Robocop non esistono. E’ tutta una montatura.

LM

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

SISTEMA, ATTORI, STRUTTURE, DINAMICHE, REGOLE..

Cos’è uno studio teatrale su una dinamica sociale?

Le dinamiche sociali sono solo illusioni. L’unica realtà è che il sistema è autoconservativo (Luhman).

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Tenndenzialmente d’accordo con l’intervento precedente.

Prendiamo l’esempio della guerra in Iraq come modello di intervento volto a imporre una data socialità, laddove prima ve ne era una sconveniente.

Le dinamiche sono tutte ammesse: anche aprire il fuoco su innocenti in via di prevenzione e magari solo perchè portano il burka.

I robocop in tal senso sono un meccanismo che garantisce geometria al tutto. Un meccanismo repressivo ed autoconservativo volto a mantenere un ordine costituito.

Una volta installati andranno da soli (quasi per assurdo).

Immagino già le nostre città con vigili urbani robot che elevano contravvenzioni e che sono autorizzati ad aprire il fuoco in caso di parolacce e imprecazioni. Robocop nostrani che a causa di un chip difettoso sparano al rapinatore e al gioielliere. Robot alla guida di mezzi pubblici e agli sportelli dei vari uffici. Robot femminili prostitute in quartieri appositi: vere e proprie banche del seme da vendere poi all’ingrosso o al dettaglio. Infermiere robot che sono disposte a lavare i pazienti perchè prive di olfatto, dottori robot che fanno diagnosi perfette, ma non sorridono mai ai pazienti. Politici robot che varano il bilancio dello stato e la legge finanziaria con il più grande rigore possibile. Giudici robot che applicano i codici a menadito. Salumieri robot che affettano salumi e formaggi senza mai tagliarsi un dito. Operai robot che lavorano in fabbrica o in miniera. Agricoltori robot che non soffrono per l’esposizione ai pesticidi. Panificatori robot che non devono alzarsi al mattino presto per fare il pane essendo sufficiente stare in standby programmato. Sindacalisti robot sempre in accordo con i politici robot. Industriali robot che sono pronti ad assumere operai robot disponibili a lavorare per bassi salari. Massaie robot che cucinano. Mogli robot che lavano e stirano senza mai lamentarsi. Amanti robot che ti soddisfanno sempre o con la presa o con la spina (in base ai gusti). Intrattenitori televisivi robot che dicono sempre la stessa cosa.

Scusate ma non ne posso più, vado a vomitare.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Io a questo mondo dei robot reagisco.

Come? Al mattino mi affaccio al balcone con il pacco di fuori e lo mostro alla signora del palazzo di fronte che ci sta.

Esco fuori dal portone e sputo in terra ad ogni angolo di cantoniera.

A volte grido e parlo solo e i robot si incuriosiscono: quando si avvicinano, li mando a quel paese.

A volte faccio gesti inconsulti, mai violenti, a volte sono violento con me stesso, altre volte mi addormento.

LA SOCIALITA’ E’ MORTA DA ALMENO UN DECENNIO.

Successe anche nel ventennio fascista. Come ogni cosa anche questo brutto periodo avrà una fine (frase di un uomo morto da qualche tempo e non resuscitato per propria volontà).

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

Questo è un messaggio che vi mando da un’ansa interstiziale spazio temporale.

I Robocop sono stati creati realmente e sfuggiti al controllo umano si sono ribellati e controllano il pianeta.

Noi uomini viviamo sottoterra, come topi.

Vi scrivo da una stanza ricavata in una fogna di Siracusa.

L’inizio della fine ebbe inizio con l’introduzione in Italia della pena di morte (2022) e con la conseguente importazione dall’america della tecnologia SWORDS per finalità di sicurezza pubblica (2025).

DEVO INTERROMPERE - HO A DISPOSIZIONI POCHI MINUTI AL GIORNO - PER RAGIONI TECNICHE CHE NON STO A SPIEGARVI.

TENTERO’ UN NUOVO COLLEGAMENTO DOMANI, CHE PER VOI SARA’ ANCORA OGGI (FORSE) O UN GIORNO IMPRECISATO DELL’ANNO 2007.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

TIME COMMANDOS - 3^ unità sicilia

AI COMPAGNI DI VIA LUIGI SACCO CHE CONDIVIDONO LA STESSA ANSA INTERSTIZIALE.

NON USCITE DAL TOMBINO DI VIALE SANT’ANTONIO CI SONO TRE UNITA SWORDS C170/B21 CHE VI ATTENDONO, MORIRETE TUTTI E L’INTERA UNITA’ OPERATIVA SARA’ SBARAGLIATA.

DOVETE - RIPETO DOVETE - PRENDERLI ALLE SPALLE USANDO IL GATE 21 TRA VIA METASTASIO E VIA TIMAVIO.

Lo spazio sociale dell’uomo
5 agosto 2007

gentile lettori / lettrici, si prega intervenire nel forum del presente articolo solo per esprimere giudizi attinenti al medesimo. grazie. l’autore
Lo spazio sociale dell’uomo
12 agosto 2007, di : Yuri Gagarin

Lo spazio sociale?

Per fortuna c’è anche lo spazio siderale! Grazie alla NASA un bel giorno gli uomini si trasferiranno tutti su Marte. Sarà bello starsene all’aperto su una distesa desertica di quel lontano pianeta ad arrostire salsicce semplicemente esponendole all’aperto.

Lo spazio sociale dell’uomo
12 agosto 2007

Perchè non usare lo spazio urbano come un forum? Beninteso senza imbrattare muri e monumenti con stupide scritte, ma facendolo in modo intelligente?

Sarebbe bello uscire di quì, non credete?

Coltivare l’illusione che in questo spazio possiamo esprimerci, fa arretrare la possibilità reale di incidere sulle cose.

Quì si coltivano solamente fiori secchi.

Lo spazio sociale dell’uomo
12 agosto 2007

Biuso? Un personaggio scomodo in questo ristretto spazio sociale.

Emulando Bonolis, Biuso si spinge ben oltre e non si limita ad intervistare un serial killer, ma il re di tutti gli assassini: Adolph Hitler.

Con tono talvolta ironico e talvolta saccente Biuso muove domande stimolanti alla Bestia Immonda, che gli risponde sempre con garbo e puntualità.

Risultato: ne viene fuori un Hitler dal volto umano, come nell’orribile film interpretato da Bruno Ganz, dove la Bestia fa persino pena e a tratti compassione. Un film la cui pellicola andrebbe bruciata come era solito fare la Bestia con i libri altrui.

Lo spazio sociale dell’uomo
13 agosto 2007

Parliamo di murales e di muri imbrattati.

Ognuno cerca uno spazio per manifestare il proprio pensiero.

Tuttavia al di là di quei rari esempi in cui un murales è fatto su un brutto muro di una brutta zona urbana è da un tono di colore ad uno spazio grigio, il più delle volte si tratta di veri e propri scarabocchi fatti con l’unico scopo di imbrattare, di distruggere, di affermare un’idea di anarchia distruttrice rispetto ad un soverchiante ordine formale urbano. Si tratta di reazioni inconsce, ma al tempo stesso sono atti di vandalismo. Siamo ben oltre le innocenti scritte d’amore che magari meritano solo una lavata di capo: siamo alla distruzione sistematica dello spazio urbano per far spazio a scenari post-atomici e suburbani introdotti nella coscienza da film e visioni apocalittiche.

Bisogna individuare aree urbane in cui onesti e colorati murales possono arricchire uno spazio e distinguere queste situazioni da azioni di distruzione e vandalismo che non hanno alcun significato artistico e nessuna ontologia di base.

Il murales è certamente una forma di manifestazione artistica, ma la degenerazione del concetto ha fatto si che la cultura del graffito degenerasse in una pura e semplice manifestazione di incultura.

Non esistono nemmeno adeguate scuole d’arte in grado di dar spazio ai giovani e alla loro necessità espressiva: insegnar loro l’arte in tutte le sue manifestazioni e dunque anche nella forma del graffito o murales.

Questi giovani imbrattatori sono in tutto e per tutto simili al popolo dell’autunno descritto da Bradbury: a loro non basta più griffarsi sulla pelle, la necessità di affermazione dell’io, resa feroce dalla indifferenza sociale, è andata oltre e naviga ormai verso una deriva anarchica. Forse però siamo già oltre: il futuro che ci aspetta è quello di Farenheit-451. L’impotenza dinanzi alla distruzione e l’amplificazione del messaggio di distruzione attraverso i media producono questo effetto perverso.

La strada, l’unica possibile, è quella della valorizzazione dell’insegnamento artistico. La maggior parte di questi giovani sono privi di mezzi espressivi adeguati ed idonei a porsi correttamente dinanzi ad un fenomeno che li affascina: la possibilità di esprimere se stessi e di non rimanere legati solo al messaggio di base di una cultura basato sul segno e sull’immagine. Dominare se stessi attraverso la manifestazione di sè per non essere dominati dalle immagini e dai segni da altri veicolati nel loro inconscio.

Lo spazio sociale dell’uomo
16 agosto 2007

Spazio sociale?

Qual’è lo spazio sociale cui hanno diritto i ROM? Un riparo sotto un cavalcavia, dove ti capita persino di essere aggrediti da neonazisti?

Sul caso di Livorno non credo alla versione diffusa dalla stampa: nessun genitore al mondo lascia i suoi figli fra le fiamme e soprattutto scappa via dopo un eventuale incidente. Perchè scappare difatti dopo una tale tragedia? Voi pensate che i ROM non amino i loro figli? Li amate forse voi?

Velatamente c’è chi parla di bottiglie incendiarie (tracce delle quali sarebbero state ritrovate sul posto), di invettive violente contro i nomadi.. poi si fa solo una grande confusione fra le diverse versioni. Qualcosa non quadra! Le notizie fornite dai vari organi di stampa sono discrepanti.

Spero solo che gli inquirenti facciano fino in fondo il loro lavoro e che non si stia coprendo qualcuno. Il razzismo, difatti, può annidarsi ovunque.

Lo spazio sociale dell’uomo - ROM
22 agosto 2007, di : Danilo

Esatto, non ci sono genitori normali che lasciano incustoditi i figli, ma i Rom si. O perchè non sono normali o perchè hanno dei figli una concezione diversa da quella nostra, visto che li mettono al mondo funzionalmente al loro tipo di vita ed attività, ovvero accattonaggio sulle scale delle chiese e per strada. Proprio a Livorno, ho visto crescere generazioni di zingari e zingarelle che fin dai tre anni venivano ad elemosinare ai semafori ed alle chiese. Cos’è fate finta di non sapere come sono quei genitori? Quando li vedete per strada (i piccoli) li considerate tutelati dai genitori o abbandonati? cambia qualcosa se sono in una roulotte abusivamente parcheggiata sotto un cavalcavia? nelle zone turistiche ai villeggianti in camper vengono elevate multe se stazionano di notte fuori dai camping. Ai Rom invece è concesso? Andate a vedere il campo nomadi di Tombolo, tra LI e PI, e vedete quale grado di appropriazione e scempio hanno fatto i "nomadi" diventati stabili da un decennio. Che palle l’ipocrisia dei partiti e di chi li segue. Che palle quelli che per tessera di partito chiudono gli occhi verso la realtà senza capacità critica. Vi ci vorrebbe un po’ di partita IVA e di acconti IVA, così vi rendete conto cosa vuol dire relazionarsi a questa società rischiando di tasca propria.

Danilo da Livorno