Le ragazze de "IL CERCHIO D’ORO" di Messina

In questi giorni ho ricevuto l’invito da una ragazza di Messina: Cinzia C., tramite facebook a far conoscere questa loro storia. La storia di ragazze con disturbi del comportamento alimentare. "Il Cerchio d’Oro" di Messina è una struttura del Dipartimento di Salute Mentale di Messina. In tutta Italia sono solo tre le strutture che presentano queste particolari caratteristiche: oltre al centro di Pellegrino in Emilia Romagna, il centro disturbi alimentari-comunità «La casa delle farfalle» di Portoguaro (Venezia) e l’unità operativa «Il cerchio d’oro» di Messina..................
L’unità operativa lavora per la diagnosi e la cura dei disturbi alimentari. Ma senza fondi rischia di sparire;
LETTERA APERTA
“…Caro direttore, richiamiamo la sua attenzione per dirle che non è facile rialzarsi e, ancor di più se non si conoscono armi, se si è o ci si sente soli, se non ci sta qualcuno capace di darti i mezzi e le indicazioni per farlo. Troppe volte ci si inganna che da soli si può trovare la forza, non è così, è semplicemente la voce ingannevole della “Paura”. Paura di non farcela, paura che nulla può cambiare, paura di essere condannati e dannati, paure che alimentano paure e la paura stessa di non saper più apprezzare la vita e il suo mondo!
Caro direttore, col cuore e di cuore le diciamo e ripetiamo che questa struttura rappresenta la “Speranza”, non solo per chi come noi ha conosciuto il modo sbagliato per dar voce e ripiegarsi sul proprio silenzio, ma rappresenta “Speranza” anche per il senso di smarrimento, di impotenza a delle persone care che, come noi e in alcuni momenti più di noi, navigano nel “mare delle paure”! Genitori, fidanzati, mariti, sorelle, fratelli… insomma tutte le persone care che quel nostro vortice del disordine ha risucchiato, immergendoli nella realtà di un incubo che sembra non aver fine e, del quale si ha semplicemente voglia e si desidera più di ogni altra cosa – un risveglio – …un risveglio IMMEDIATO! Già, questo caos è un uragano che colpisce con tale violenza, riuscendo a distruggere anche le mura apparentemente più solide…”
Paura, rabbia, determinazione, gratitudine, silenzio, speranza. Dalle parole di una delle ragazze del Cerchio d’oro si percepisce la paura di ricadere, la rabbia per non essere abbastanza forti, la determinazione di volercela fare, la gratitudine verso tutti quelli che la sostengono, il silenzio in cui troppo spesso si è rifugiata, la speranza che la sua vita cambierà.
Lei, come le altre, ha scritto una lettera (il testo completo è pubblicato alla fine di questo articolo) indirizzata al “direttore generale”, cioè a colui che può fare qualcosa, che può tenere in piedi la struttura che le ospita, i professionisti che le supportano, la realtà a cui si appigliano per non ricadere.
Il Cerchio d’oro (Dipartimento salute mentale – Messina) è nato nel 2004 a Messina come progetto sperimentale e tre anni dopo è diventato una unità operativa ambulatoriale. Lavora per la diagnosi, la cura e la gestione integrata dei Disturbi del comportamento alimentare (Dca), offrendo un livello di assistenza di tipo ambulatoriale e, dal 2011, semiresidenziale. Il centro è coordinato dalla dottoressa Rossana Mangiapane, dirigente medico e psichiatra, e portato avanti da un’equipe di specialisti: un medico psichiatra, un nutrizionista, due psicologi, tre tecnici della riabilitazione psichiatrica, due dietisti e un infermiere professionale. Insieme collaborano alla diagnosi e alla stesura dei trattamenti individuali specifici per ciascun paziente e per ciascun disturbo. Le terapie comprendono la riabilitazione nutrizionale progressiva, i pasti assistiti, la psicoterapia individuale e di gruppo, le visite mediche e psichiatriche, i gruppi per i familiari, le attività riabilitative, espressive e occupazionali.
Ma cosa sono i disturbi del comportamento alimentare ?
Tutti li identifichiamo con l’anoressia e la bulimia, certamente i più noti e i più diffusi, ma il quadro è molto più complesso.
Esiste, ad esempio, il disturbo da alimentazione incontrollata (Bed), quel bisogno di abbuffarsi senza alcun freno per calmare ansie, stress, depressione, insoddisfazione.
Anche l’obesità è un “Dca”, in quanto nuoce alla salute fisica e mentale della persona. È una patologia che favorisce l’insorgere di altri disturbi molto gravi e rappresenta la principale causa di morte prevenibile in tutto il mondo. Tra i meno noti c’è il Picacismo, caratterizzato dall’ingestione continuata nel tempo di sostanze non nutritive, come sabbia, terra, carta, gesso, legno. Nei bambini, la sua evoluzione può essere complicata da problemi intestinali e intossicazioni.
Ma disturbo alimentare significa soprattutto il disagio che si prova quando suona la campanella della ricreazione e tutti i compagni escono fuori la merenda dallo zaino, significa vedersi grassa, brutta, in conflitto con se stessi, mangiare continuamente e poi correre in bagno, far finta di mangiare, masticare e non ingerire nulla, significa non riconoscersi più allo specchio, sentirsi brutta, non donna, indesiderabile, significa cercare nel profondo la forza di accettare, di accettarsi e di chiedere aiuto, significa tornare a sorridere, a piacersi, a piacere, significa recuperare una vita che si rischiava di perdere.
Proprio per questo esiste il Cerchio d’oro, per seguire le ragazze (ma anche i ragazzi, le donne, le signore) che riconoscono di soffrire di un disturbo alimentare e desiderano curarlo e superarlo con l’aiuto concreto di un team di professionisti. Entrando nella struttura si viene subito colpiti dall’armonia e dalla sinergia che lega le dottoresse (sono quasi tutte donne), dagli spazi accoglienti, dal sorriso di una ragazza incrociata in corridoio.
Oltre al servizio di ambulatorio, come si è detto, il Cerchio d’oro ha avviato lo scorso anno il servizio semi-residenziale, che può seguire i pazienti per 12 ore al giorno, dal mattino alla sera, con i pasti assisiti, i laboratori d’arte, teatro e creatività, lo yoga, le terapie individuali e di gruppo, la riabilitazione psico-nutrizionale assistita, ma anche attraverso un aiuto ai genitori. Loro, infatti, non riescono ad affrontare da soli questo problema, non per mancanza di impegno, affetto, volontà, ma proprio perché sono troppo coinvolti emotivamente e non possono costruire un percorso di rigidità e aiuto come quello studiato da professionisti.
Ma il Cerchio d’oro rischia di non poter più garantire i suoi servizi, mantenere gli specialisti, aiutare i pazienti, le ragazze, i genitori. I finanziamenti stanziati dalla Regione erano, infatti, a termine: un anno dall’attivazione. Dal 2013, quindi, se le cose non cambieranno, il centro non potrà più svolgere il suo lavoro. In questi mesi sta, quindi, cercando di far sentire la propria voce, ma soprattutto la voce delle ragazze che hanno trovato la forza di lasciarsi aiutare e hanno bisogno che il loro sostegno sopravviva.
Sofia San Martino
Il testo integrale della “Lettera al direttore generale”
“Caro signor direttore, le chiediamo di voler dedicare un attimo del proprio tempo, per poter dare ascolto alle nostri voci. Sapendo della presunta chiusura della struttura “Il Cerchio D’Oro” , sentiamo il diritto di poter avere voce anche Noi, soprattutto perché è ciò che a noi è servita, serve e continua a servire, è indispensabile per Noi!
Sappiamo bene che per strada, in tram, sul treno, in casa di conoscenti o anche del vicino, ci sono ragazzi, ragazze ma, anche adulti che fanno trasudare il loro malessere attraverso un corpo, ed ecco che, il termine ‘mangiare per vivere’ assume contrariamente a ciò che si potrebbe pensare un “ Valore Assoluto” e, poiché, non ci si sente più protagonisti della propria vita, si ci rifiuta di divenire dei semplici “oggetti-accessori “ di uno sfondo che non si conosce o riconosce. Noi, abbiamo avuto la fortuna, grazie a questa struttura, di capire che lo sfondo del “ Nostro Palco”, di cui siamo e saremo protagonisti, possiamo ridipingerlo con i “Nostri Colori Personali” che ci daranno sempre il grande coraggio di aver voglia di esistere, per VIVERE da protagonisti sul Nostro Palco.
Riuscire ad acquisire questa consapevolezza non è per niente immediata e, quando riesci a raggiungerla si dà il via alla propria “BATTAGLIA”. E come ogni battaglia si necessita di un piano di azione, di alleati e di armi. Tutto questo è rappresentato qui , dalla nostra amata e odiata struttura “ Il Cerchio D’Oro”. Dico odiata perché, durante la battaglia è facile subire delle sconfitte= scoraggiamenti, sfiducia e voglia di arrendersi ed, è lì, che si vede nemico chi ti è amico, non riesci più a capire cosa vuoi veramente, non capisci cosa ti serve , non capisci e, nella propria mente regna solo il ‘caos’, il disordine che crea ancora più confusione e, più cerchi di decidere di mettere ordine, più la mente scoppia e il disordine incombe.
L’aspirale del disordine, del caos, della confusione…tutto…, tutto si ripercuote all’esterno con atteggiamenti che possono anche non appartenerci. “IRA”, tanta Ira verso questo nostro disordine che diviene intolleranza per chi ci sta accanto o si avvicina troppo oppure, si può perdere la voce. Il vortice del caos, del disordine assorbe tutte le tue energie, perdi le forze perché, si ci sente responsabili, di cosa?, non lo sappiamo neppure noi, quello che sappiamo è che, la vita degli altri diventa più importante, che sia un passante, un amico… chiunque merita la Vita più di Noi! Decidendo così, di chiudere gli occhi, per diventare ciechi…ciechi del proprio e difronte al proprio dolore.
Qui, non ci è permesso di diventare ciechi perché, prima che ciò succeda, interviene , a volte con dolcezza a volte anche in modo più duro, il “Cerchio D’Oro” che, in un modo o nell’altro, ti rimette sul campo di battaglia. Una delle migliori armi che acquistiamo da questa struttura è far preziosa la sconfitta ‘subita’, già, perché è proprio grazie alle cadute, ai ripensamenti che, si impara che si ci può rialzare sempre e comunque!, diventando abili combattenti giorno dopo giorno, sconfitta dopo sconfitta e ancora, sconfitta dopo vittoria e vittoria dopo vittoria, per raggiungere equilibrio ma, soprattutto, la capacità di gestire da soli battaglie e avventure che solo esistendo possono esser vinte e, con le proprie forze gridare “IN” e “Nel” silenzio che la Vita ci appartiene!
Caro direttore, richiamiamo la sua attenzione, per dirle che non è facile rialzarsi e, ancor di più se non si conoscono armi, se si è o si ci sente soli, se non ci sta qualcuno capace di darti i mezzi e le indicazioni per farlo. Troppe volte, si ci inganna che da soli si può trovare la forza, non è così, è semplicemente la voce ingannevole della “PAURA”, paura di non farcela, paura che nulla può cambiare, paura di essere condannati e dannati, pure che alimentano paure e la paura stessa di non saper più apprezzare la “vita” e il suo mondo!
Caro direttore, col cuore e di cuore le diciamo e ripetiamo che , questa struttura rappresenta “ la Speranza”, non solo per chi come noi ha conosciuto in modo sbagliato per dar voce e ripiegarsi sul proprio silenzio ma, rappresenta Speranza anche per il senso di smarrimento, di impotenza a delle persone care che come noi e, in alcuni momenti più di noi, navigano nel “mare delle Paure”! Genitori, fidanzati, mariti, sorelle, fratelli…insomma tutte le persone care che, quel nostro vortice del disordine ha risucchiato, immergendoli nella realtà di un “incubo”, che sembra non aver fine e, del quale si ha semplicemente voglia e, si desidera più di ogni altra cosa – un risveglio- …un “risveglio IMMEDIATO”!. Già, questo caos è un uragano che colpisce con tale violenza, riuscendo a distruggere anche le mura apparentemente più solide.
Risvegliando un po’ “lo Spirito di Squadra”, si apprende che in un gruppo si vince, si perde e si ci rialza insieme! Così che anche i familiari, qui al ” Cerchio d’Oro” , possano intraprendere un cammino per e/o con noi, imparando ed acquistando delle tecniche per affrontare paure e scoraggiamenti e, per non dimenticare che dopo la notte…anche dopo la più buia, viene il Giorno! (e chi maggiormente soffre l’insonnia, maggiormente dovrà sviluppare questa consapevolezza, armandosi di una sana dose di PAZIENZA!).
Tutto questo è ciò che offre il “Cerchio d’Oro” e che vorremmo che continui a offrire, per donare la possibilità di intravedere un cambiamento Lì dove le tenebre della notte si impossessano della Luce di una o più Vite!
Sappiamo bene che esistono delle strutture, su al Nord, che possono essere d’aiuto ma, qui da noi?!Oggi, c’è il “Cerchi d’Oro” domani?
Bene, ci sentiamo di riportarle una banale metafora
… E’ estate, fa caldo e Luigi ha voglia di acqua fresca che non ha. Quindi esce di casa e la compra al bar, soddisfatto rientra ma, durante la giornata l’acqua ha perso la sua freschezza, forse Luigi doveva riporla in frigo. Luigi non ha un frigo in casa, quindi esce nuovamente a prendere l’acqua. Poi, viene Gianna e chiede acqua fresca, non avendola in casa Luigi manda Gianna a prenderla fuori, anche Lillo e Lilla chiedono una bevanda fresca, così che, Luigi manda anche loro fuori a comprarla. Valutando che è estate e, se Luigi vorrà avere e mantenere acque e bibite fresche da poter consumare e offrire al bisogno, forse sarà meglio valutare l’idea di avere un frigorifero in casa!
Caro direttore, per concludere, dopo questa metafora che voleva essere un modo scherzoso di dare un nostro punto di vista, la invitiamo a immedesimarsi per un attimo, non alle sofferenze e nelle angosce di un genitore né tanto meno nel nostro dolore, ma immagini per un attimo di trovarsi in un paese straniero e di uscire con una guida per visitare la città, e ad un tratto non riesce più a trovarla, l’ha persa di vista. E’ solo, non conosce la lingua, è lontano dall’albergo e non ricorda la strada…, come si sentirebbe???
Speriamo che lei e chi ne ha competenza possiate ben riflettere, per rivalutare qualsiasi decisione presa.
Grazie ancora dell’ascolto , cordiali saluti.
Le ragazze della struttura “Il Cerchio D’Oro”.
Diario minimo di Stefania Longo Taglia trentotto – Bulimia, amore e rabbia
Una storia vera, cruda, spesso anche grottesca. L’autrice è bulimica, conosce bene la sua condizione, sa come conviverci, come raccontarla con linguaggio immediato. Stefania Longo vive in provincia, una provincia bella, sana e ricca. Non come lei. In questi racconti, tutti collegati dal file rouge del suo disturbo alimentare, descrive la vita di tutti i giorni: il treno dei pendolari, il lavoro, l’amore, la rabbia, la famiglia e le vetrine dei negozi alla moda che offrono un modello femminile che non può e non deve superare la taglia 40. Si è sdoppiata tra ideali di perfezione e una cruda realtà di continue abbuffate, ma la sua, più che una doppia vita è stata un non-vita per tanti anni, un’esistenza ai limiti della decenza e della magrezza, da vera “underdog”.
Fonti:
http://www.magmagazine.it/2012/08/03/un-cerchio-da-proteggere/
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