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Lavorare con lentezza

"Lavorare con lentezza" affronta la stagione di Radio alice e del movimento bolognese del ’77, schiacciato e disperso tra la violenza dello stato e quella delle Br. Chiesa e i Wu Ming, lontani dal pensiero unico, ci ricordano che non siamo nati per produrre...

di Lorenzo Misuraca - giovedì 14 ottobre 2004 - 7750 letture

"Lavorare con lentezza" è un bel film. Certo Chiesa, nel raccontare il ’77 a Bologna, non ha la potenza cinematografica di Bellocchio alle prese con i germi del ’68 nel bellissimo "Nel nome del padre", né di Ferreri alle prese con i cambiamenti sociali del femminismo dell’intenso "L’ultima donna"...però di questi tempi un regista di talento non omologato come lui è bene tenerselo stretto.

"Lavorare con lentezza" affronta la stagione di Radio Alice e del movimento bolognese, schiacciato e disperso tra la violenza dello stato e quella delle Br. L’apporto dei Wu Ming in fase di sceneggiatura è evidente nella felice idea di intrecciare diversi fili narratavi. Idea intelligente per due motivi: aiuta il film a sfuggire alla morsa della agiografia di Radio Alice e permette di personificare nelle diferse estrazioni sociali e nei diversi ruoli dei personaggi le contraddizioni del movimento settantasettino. Dopo quasi trent’anni è giusto riguardare a quel pezzo di storia con partecipazione ma senza indulgenza.

La forza del film sta forse nell’irresistibile fremito orgasmico latente che si prova ascoltanto Enzo del Re cantare dalla radio gracchiante (misteriosamente captata in un tunnel sotterraneo): "Lavorare con lentezza/ senza fare alcuno sforzo/ Chi va veloce si fa male/ e finisce all’ospedale/ pausa ritmo ritmo lento...". Al di là dell’utopismo di certe idee del tempo, finalmente qualcuno (in questo caso il film intero) che s’inserisca in una crepa del pensiero unico e ci ricordi gioiosamente che l’uomo non è una macchina per produrre ma un corpo e uno spirito aggrovigliati, che vogliono godere prima di finire in pasto ai vermi.

Andate a vedere il film e prendetevi una pausa per rifletterci sopra... ma fatelo il giorno dopo, quando siete in ufficio.


- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Lavorare con lentezza
17 ottobre 2004, di : Ex girino

Molto bello, ho colto anke io il tuo punto di vista. La parte ke + mi ha colpito è la scena "la crisi" è ciò ke succede in ogni piccolo media indipendente... la mancanza di soldi x intenderci... Sulla necessità della "trasformzione" o della "chiusura". Quello ke successe tempo fa anke a Girodivite, quando io poi andai via. La spaccatura tra ki vuol continuare a "far collette" fino a quando è possibile, e ki invece vuol far il "salto di qualità" garantendo lunga vita ad una voce indipendente... lunga discussione.... A presto.
    > Lavorare con lentezza
    18 ottobre 2004, di : Lorenzo Misuraca (Ku Mink? 1)

    io, per quanto riguarda il film, ero d’accordo con la scelta di non accettare la pubblicità. Radio Alice era un’esperienza nata per essere "altra" i ogni sennso. E in quel caso penso fosse giusto rimanere "poveri ma belli". Poi è chiaro che non viviamo nel paese della cuccagna e che i soldini servono a volte per realizzare il proprio sogno di informazione dal basso. Però credo che in questi tipi di esperienze si dovrebbe dare meno spazio possibile alla pubblicità, sia per ragioni d’indipendenza, sia per ragioni ideologiche (nel senso buono del termine, ammesso che ne esista uno). Probabilmente si dovrebbe ritenere il denaro un male necessario per il proprio progetto, piuttosto che un’imperdibile occasione per "spiccare il volo". Volare alto significa essere visibile da tutti, ma per vedere tutti è necessario rimanere ancorati al suolo. E,secondo me, capirci qualcosa di quello che viviamo è un obbiettivo più importante dell’essere visibile. Detto questo -ahimè- i soldi a volte servono...

    Spero che tutti quello che vogliono si esprimano sull’argomento

Femminismo?
18 giugno 2005, di : Ella |||||| Sito Web: Uno scritto da Indy

Il femminismo???