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La società sotto sorveglianza

Un cittadino europeo è oggi schedato in media venti volte al giorno, e dovrebbe esserlo fino a sessanta volte da qui a dieci anni...

di pietro g. serra - mercoledì 10 maggio 2006 - 6138 letture

I. Presentato all’inizio come un mezzo di comunicazione totalmente libero, Internet è oggi il primo luogo di schedatura poliziesca del mondo. I programmi informatici - spia sono di uso corrente per raccogliere informazioni sulle abitudini di navigazione degli inter¬nauti. I registratori delle battute sulla tastiera, mate¬riali o informatizzati, registrano furtivamente tutto ciò che viene digitato su un computer. I "troiani" danno automaticamente accesso agli schedari di un calco¬latore. Altri virus possono essere programmati per rubare parole d’ordine o catturare schermate. Lo spionaggio su Internet, che riguardi società priva¬te o poteri pubblici, è diventato fiorente. I programmi informatici disponibili consentono di intercettare le corrispondenze, rovistare nei cestini e negli schedari, registrare i codici-fonte, le parole d’ordine, i cookies, i resoconti di navigazione, il contenuto degli sms e dei dischi fissi. La Rete è spiata anche da "sniffatori" al soldo delle società commerciali, che setacciano i fo¬rum e i blog facendo la posta a parole di internauti che per loro sono altrettanti bersagli potenziali. Il sistema Dirt, prodotto dalla società Intellitech, per¬mette di intercettare a distanza i dati informatici di qualsiasi computer: battute, codici di accesso, login, parole d’ordine, messaggi, rubriche di indirizzi, sche¬dari protetti. Il servizio «Did they read it?», proposto a partire dal maggio 2004 dalla società americana Rampell Software, consente agli internauti di sape¬re se i destinatari dei loro messaggi li hanno letti, in che momento, quante volte, per quanto tempo, e se li hanno trasmessi a terzi, la cui identità viene in quel caso fornita. Tutte queste informazioni, beninteso, sono a loro volta immagazzinate e registrate. Negli Stati Uniti, sin dall’estate 1993, nel corso di un Seminario sull’applicazione del diritto internazionale delle telecomunicazioni organizzato nel suo quartier generale di Quantico, il Fbi si era interrogato sul mo¬do migliore di utilizzare i nuovi mezzi di telecomuni¬cazione affinché essi possano profittare alle agenzie di sicurezza e ai servizi d’informazione. Grazie all’Usa Patriot Act, il Fbi ha oggi la possibilità di investigare sulla vita privata di qualunque persona sospettata di "terrorismo" e di conservare indefinitamente le trac¬ce della sua navigazione su Internet. Gli inquirenti possono inoltre installare programmi di sorveglianza elettronica (Carnivore) presso i fornitori di accesso e utilizzare un programma-spia (Magic Lantern) in gra¬do di essere installato su qualsiasi computer. Abbandonato nel 2002, il sistema Carnivore, che era capace di analizzare vari milioni di messaggi di posta elettronica al secondo, è stato sostituito da program¬mi "sniffatori" fabbricati da società commerciali i cui nomi vengono tenuti segreti. Nel novembre 2003, il Congresso ha votato un emen¬damento al Patriot Act che autorizza le agenzie fe¬derali ad esigere dai fornitori di accesso e di servizi Internet la comunicazione di tutte le informazioni personali che possiedono sugli internauti. Il Fbi ha inoltre chiesto alla Federal Communications Commission, organismo che si occupa della regolamentazione del¬le comunicazioni, di imporre loro di rivedere la con¬figurazione delle proprie reti per facilitare gli ascolti. Queste esigenze, rese pubbliche il 13 marzo 2004, mirano a dare alla polizia un accesso diretto a tutte le comunicazioni basate sul protocollo Internet, facendo passare i fornitori di accesso sotto l’autorità della leg¬ge americana Calea (Communications Assistance for Law Enforcement Act) del 1994 sugli ascolti ammini¬strativi e giudiziari, alla quale sono già assoggettati gli operatori telefonici. Il dipartimento della Giustizia sta ora ipotizzando di costringere i providers ad im¬magazzinare i dati concernenti l’attività in linea degli internauti, in modo tale che anche i servizi di polizia possano avervi accesso.

II. Negli Stati Uniti, è stimato in 14 milioni il numero di impiegati costantemente sorvegliati nella loro ditta (spionaggio delle messaggerie elettroniche, micro¬foni e telecamere dissimulati nei falsi soffitti, regi¬strazione automatica delle conversazioni telefoniche, ecc.). Più del 10% dei dirigenti sono in permanenza tenuti sotto ascolto, il 15% vedono le proprie messag¬gerie sorvegliate, il 16% dei salariati vengono fil¬mati. In totale, nel 2005, il 77% delle grandi imprese americane controllavano i loro impiegati attraver¬so procedure elettroniche: il doppio del 1997. In un certo numero di ditte, i salariati devono costantemen¬te portare un tesserino elettronico la cui funzione non è molto dissimile da quella dei braccialetti elet¬tronici imposti ai detenuti liberati. Quel tesserino permette di localizzarli in qualunque momento, di sa¬pere che cosa fanno, cosa mangiano nei pasti e con quali mezzi pagano la mensa. In Francia, la sorveglianza nelle imprese avviene grazie alle telecamere, agli ascolti, ai controlli sui messaggi di posta elettronica e sulle pagine consul¬tate su Internet, ai tabulati delle chiamate telefoniche, ai sistemi installati sui mezzi di trasporto, al Gps del telefono portatile e così via. Varie società di investi¬gazione privata ne hanno fatto la propria specialità. Con il programma informatico Pc Anywhere, destinato alle società, si può ottenere che qualunque schermo di computer utilizzato nell’impresa appaia sul proprio schermo. Un altro programma, Little Brother, scruta tutte le connessioni degli impiegati sul Web. Lo scopo principale è controllare il rendimento e aumentare la produttività, ma ci si propone anche di rendersi edot¬ti dell’atteggiamento generale dei salariati, delle loro opinioni, o di assicurarsi della loro fedeltà alla ditta. Nell’industria dei trasporti, i sistemi imbarcati consen¬tono di sapere in ogni momento dove si trova un vei¬colo e a quale velocità sta viaggiando. Nelle piatta¬forme telefoniche, la produttività dei teleoperatori è misurata da un sistema informatico. Aggiungiamo che tutte le fotocopiatrici della nuova generazione immagazzinano le informazioni su un disco fisso prima di stamparle. Degli esperti in infor¬matica possono in seguito recuperarle. Anche dopo la cancellazione, rimane una traccia che può essere decrittata in laboratorio attraverso la magnetizza¬zione della superficie del disco.

III. Un cittadino europeo è oggi schedato in media venti volte al giorno, e dovrebbe esserlo fino a ses¬santa volte da qui a dieci anni. La schedatura inter¬viene in occasione degli episodi più abituali della vita quotidiana: colpi di telefono, uso di un portatile, na¬vigazione su Internet, passaggio davanti a una tele¬camera di videosorveglianza, ingresso in un parcheg¬gio o in un garage, pagamento con carta di credito o bancomat, utilizzo di una carta dotata di un chip o di un tesserino magnetico di impresa, passaggio in una stazione di servizio, frequentazione di un luo¬go pubblico, pasto in un ristorante, visita di un centro commerciale, spostamento su un’autostrada, ecc. Lo spoglio dei dati raccolti permette di conoscere i nostri spostamenti e i nostri viaggi, le nostre fre¬quentazioni, le nostre relazioni, il nostro impiego del tempo, i nostri problemi di salute, le nostre prefe¬renze alimentari o in materia di abbigliamento, i pro¬dotti che acquistiamo (associazione fra il codice a barre del prodotto, la carta-acquisti del negozio e la carta di credito), le pubblicazioni alle quali siamo abbonati, le reti o i programmi televisivi che ci piace guardare, i debiti e i crediti registrati sui nostri conti bancari, l’ammontare del nostro stipendio, i circo¬li o le associazioni di cui facciamo parte, ecc.

I cosiddetti dati di connessione (telefono fisso o mobi¬le, fax, internet, messaggeria, ecc.) possono, da soli, rivelare l’essenziale della vita di un individuo. Il te¬lefono portatile, in particolare, è diventato un prezioso ausiliario della polizia, che può ottenere retrospetti¬vamente la lista di tutte le chiamate passate e ricevu¬te da un apparecchio mobile (comprese le chiamate che non hanno avuto risposta), ma anche conosce¬re la localizzazione di un abbonato in qualunque mo¬mento della giornata. Quando un abbonato si spo¬sta, il chip della carta Sim (Subscriber Identifying Modulo) del suo apparecchio invia regolarmente un segnale alle antenne più vicine al luogo in cui si trova, e quel segnale viene registrato. La precisio¬ne date localizzazione è di 200 metri in città, di circa un chilometro in ambito rurale. In questo modo si è potuto identificare, in Corsica, il presunto assassi¬no del prefetto Erignac. Anche un telefono portatile a cui si è cambiato il chip può ancora essere identifi¬cato e reperito attraverso il numero Imei (Internatio¬nal Mobile Equipment Identity) inviato all’operatore in occasione di ogni precedente chiamata. Lo stesso accade se l’apparecchio è in posizione di veglia o se la batteria è stata tolta.

Le intercettazioni telefoniche clandestine sono valu¬tate, in Francia, in centomila all’anno. Esse si aggiun¬gono agli ascolti amministrativi (circa cinquemila), oggi posti sotto il controllo del Primo ministro. Da quando è stata approvata un’apposita legge, la Per-ben II, le intercettazioni giudiziarie possono essere realizzate nel quadro di un’inchiesta preliminare (ce ne sono state 16.200 nel 2003). Questa legge, che ha legalizzato tutta una panoplia di comporta¬menti ritenuti inaccettabili solo pochi anni fa, prevede che, oltre a predisporre ascolti telefonici, i giudici pos¬sano far installare nei luoghi frequentati dai sospetti telecamere e microspie di portata superiore a 100 metri. Le informazioni che si vuole ottenere riguar¬dano la vita professionale, gli spostamenti, le relazio¬ni e le conoscenze, i conti in banca, la vita privata. I risultati di queste intercettazioni non potranno esse¬re oggetto di alcun ricorso. Nei prossimi anni, ci dobbiamo aspettare la messa a punto di tecniche di sorveglianza sempre più so¬fisticate. Nel febbraio 2004, la società Toyota ha fatto sapere di aver messo a punto una vettura che, in caso di infrazione alle regole di parcheggio o di superamento della velocità autorizzata, segnala auto¬maticamente per radio questa infrazione alla polizia e autorizza il prelievo della somma corrispondente alla multa sulla carta di credito del guidatore, mentre co¬stui sta ancora viaggiando. Questo sistema potreb¬be essere installato in Inghilterra su tutte le auto¬mobili a partire dal 2007. IV. Le "pulci" a identificante unico che comunicano a mezzo onde radio, dette pulci a Rfid (Radio- Frequen-cy Identification), sono lo strumento di una delle pro¬cedure di controllo e sorveglianza il cui futuro è più promettente. Consentendo di identificare un oggetto senza contatto, esse comprendono un dispositivo per recuperare l’energia del loro irradiamento per ra¬diofrequenza, un sistema di interpretazione e di im¬magazzinamento dei dati e un’antenna. Le più dif¬fuse funzionano a bassa frequenza (localizzazione di animali da allevamento, sistemi antifurto per auto¬mobili, carte di trasporto senza contatto), ma pos¬sono anche funzionare ad alta frequenza. Oggi, la loro utilizzazione è completamente libera. Non c’è l’obbligo di informare chi le porta. La pulce Rfid è stata inventata dalla società francese Gemplus, acquistata poi da investitori americani. Il suo attuale amministratore delegato, Alex Mandi, è su un altro versante amministratore della società In-Q-Tel, società privata finanziata col denaro della Cia. È nipote di uno dei principali dirigenti della Nsa, l’a¬genzia di spionaggio elettronico americana. Queste pulci sono state incorporate, in un primo mo¬mento, in un certo numero di prodotti commerciali (abiti, lame di rasoio, compact disks, Dvd, ecc.) per assicurarne meglio la "tracciabilità". Col tempo, sono destinate a rimpiazzare l’attuale codice a barre su tutti i prodotti di consumo corrente. Misurando in ge¬nere meno di un millimetro, esse integrano un’anten¬na emittente e una memoria di 1 kilobit. Ogni prodot¬to acquistato, se conserva la sua pulce, diventa una microspia elettronica che consente di localizzarne l’utilizzatore e di seguirne gli spostamenti.

Ne sono già previsti molti usi materiali. Le autovetture equipag¬giate con una pulce Rifd possono essere ritrovate più facilmente in caso di furto. Quando non vengono rubate, è il loro proprietario che può essere seguito grazie alla traccia. La società Michelin ha già annun¬ciato l’intenzione di infilare pulci di questo tipo ne¬gli pneumatici che nette sul mercato. Gli assicuratori, beninteso, sono assai favorevoli all’idea. In Giappone, le banconote dal valore nominale più forte potrebbe¬ro essere prossimamente dotate di questo chip. I primi impianti umani di pulci Rfid sono stati rea¬lizzati nel 1998. Nel 2003 una società con sede in Florida a Palm Beach, la Applied Digital Solutions (Ads), ha annunciato l’intenzione di commercializza¬re una pulce che viene innestata nel braccio, fra la pelle e il muscolo. Questa pulce contiene un emetti¬tore ultraminiaturizzato che può trasmettere una ri¬sposta a un determinato segnale radio. Essa invia un identificante di 64 bits che produce 18 milioni di miliardi di valori possibili. Nell’ottobre 2004, l’Agen¬zia di sicurezza sanitaria statunitense (Food and Drug Administration) ha autorizzato l’uso di pulci a identificante radio nel corpo umano, in particolare a fini di monitoraggio medico negli ospedali. Si ipo¬tizza adesso di "pulcificare" nella stessa maniera gli animali, i malati gravi, i detenuti, gli anziani col¬piti dal morbo di Alzheimer, gli sportivi di alto livello, i navigatori solitari, le persone a rischio di sequestro, ecc. In Messico, oltre mille persone si sono già fatte impiantare una pulce Rfid. La pulce VeriChip, impiantata sotto la pelle del brac¬cio, è il principale prodotto proposto dalla società Ads. Si tratta di un dispositivo di 12 millimetri di lunghezza e 2 di spessore, che contiene il chip in questione, un emettitore e un’antenna. Sullo scher¬mo del lettore compare una serie di 16 cifre, nuovo numero di identificazione universale. Questo numero equivale a un documento d’identità universale, sem¬pre disponibile, che non può essere né perso, né scambiato, né falsificato. Accoppiato a qualunque apparecchio elettronico, permette tanto di provocare l’apertura di una porta quanto di mettere in marcia una macchina, di controllare un titolo di trasporto vir¬tuale, di timbrare il cartellino all’ora prefissata, di attivare un distributore, e via dicendo. Questa pulce è però anche uno strumento illimitato di sorveglianza. Per localizzarne il portatore, è suffi¬ciente al momento equipaggiare gli edifici o i luo¬ghi pubblici con lettori collocati nei corridoi, nelle ram¬pe di scale, negli ascensori, ecc. Si può cosi segui¬re in tempo reale ogni spostamento dei «pulcificati» e conservare in memoria i loro itinerari calcolati minu¬to per minuto. La prossima generazione di pulci impiantabili sarà dotata di una memoria sufficiente a contenere uno schedario, il che eviterà di doversi con¬nettere a una base di dati. Dei biocaptatori potran¬no trasmettere di continuo la temperatura del corpo, la tensione arteriosa, il tasso di ossigeno o di glucosio nel sangue. Un domani, un segnalatore Gps (Global Positioning Satellite) aggiunto all’impianto consentirà di localizzare in tempo reale il suo por¬tatore in qualunque punto del pianeta. La società Ads è già in contatto con il Fbi, la Cia, il Pentagono e il Dipartimento di Stato. Alcuni funzio¬nari dei servizi di immigrazione americani vorrebbero impiantare pulci Rfid in tutti i richiedenti un permesso di soggiorno negli Stati Uniti che provengono da pae¬si «sospetti». In Australia, il personale delle banche è già stato «purificato». In Francia, il Groupementdes cartes bancaires non esclude di imporre un giorno a tutti i suoi clienti l’obbligo di farsi mettere una pulce sotto la pelle. Sarà certamente solo un inizio. Ta¬luni medici auspicano già che a tutti i neonati venga inserito dopo il parto un chip sottocutaneo. V. I satelliti, come è noto, osservano tutto ciò che ac¬cade sulla faccia della terra con un grado di preci¬sione sempre maggiore. Il sistema di informazione satellitare americano ha di fronte a sé un futuro pro¬mettente: qualcosa come 170 nuovi apparecchi devo¬no essere costruiti da qui al 2013; nel loro insieme, dovrebbero alimentare un volume d’affari di 15 mi¬liardi e mezzo di dollari. La società Digital Globe ne sarà una delle principali beneficiarie, al pari della so¬cietà Orbimage Incorporated, che si è recentemente vista attribuire dalla National Geospatial Intelligence Agency (Nga), nel quadro del programma ClearView, un contratto di 27,6 milioni di dollari per la fornitura di immagini ad alta risoluzione. Nel campo dello spazio extra-atmosferico, la Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) ha a sua volta intrapreso programmi di ricerca sui minisa¬telliti (smallsats) destinati a migliorare le applicazioni tattiche dello spazio, grazie a una rafforzata capacità di individuare, identificare e seguire un alto numero di bersagli in spazi sempre più vasti e in un minimo di tempo. Ditte come Lockheed o Orbital Sciences Cor¬poration propongono già minisatelliti di osservazione ad atta risoluzione, che non servono solamente alla comunicazione o all’osservazione del clima. Il sistema Navstar-Gps americano (28 satelliti su piani orbitali), inizialmente previsto per facilitare la naviga¬zione e la localizzazione delle navi da guerra, serve già adesso alla localizzazione delle truppe sul ter¬reno, nonché al ricalettamento dei missili da crocie¬ra, L’Us Air Force ipotizza peraltro di sostituire i suoi aerei Awacs con una rete di minisatelliti da osser¬vazione e da spionaggio. Il Gps (Global Positioning Satellite), sistema di navi¬gazione e reperimento via satellite americano, per il momento non ha rivali seri al mondo. Il progetto euro¬peo concorrente, Galileo, è ancora lungi dall’essere realizzato. Si dubita che possa veramente nuocere al Gps, giacché si sa che dal 2004 al progetto è as¬sociata un’organizzazione dipendente dal ministero israeliano dell’Industria, la Matimop.

Alain De Benoist

Da Diorama Letterario n. 275


- Ci sono 4 contributi al forum. - Policy sui Forum -
La società sotto sorveglianza
11 maggio 2006, di : underdog

Viva Italia!

Il Spirito Sancto non e Gay!

underdog354@yahoo.com

gli Estati Unite

La società è sorvegliata ?
14 maggio 2006, di : pure la filosofia avanza, ma sopratutto: è dura

tutta questa gente che promette la morte, vedrà il seme ancora vitale di popoli poveri del terzo mondo, venire a capo di un tale disastro.

Che dobbiamo pensare? che sono loro i registi finali?

Ricordiamoci che anche e sopratutto le donne sono artefici del futuro della nostra genia.. (cioè i figli non si fanno solo col seme)

Però credo che quello che hai scritto sia verosimile. E’ ovvio che lo classifico come estremo tentativo di alcuni di peccare ulteriormente..

Quindi, siamo tutti spiati dall’Occhio di Dio, che promette ben peggio agli atei..

(il peccato è dato solo in "in licenza" e non è un nostro "dipendente".. Questo vale anche se Dio non dovesse esistere.. )

    La società è sorvegliata ?
    17 maggio 2006, di : Kenneth Bauman

    Signore,

    Tutto che ha detto e proprio verissimo, ma sono protestante, e credo che il "movimento" orgolio "gay" ha la culpa per tutt’ i probleme del mondo. C’e la domanda di dove viene questo problema. E la risposta e che: ""Adesso viene dal Vaticano a causa del fatto che "La" Papa e indubitamente il fonte del poter "Gay" ""

    Il Papa dev’ essere "diritto" sempre per i secoli. Abbiamo bisogno di uno Papa diritto E italiono. Quest’ e possobile nel futuro "immediant" (inglese). Ma non sono come e possibile. Forse si deve pregare. Capisce?

    Non c’e nesuna cosa piu chiaramente condanata nella sacra bibbia che e condannato l’omosessualita.

    Ciao,

    E che dio proteggese.

La società sotto sorveglianza
17 maggio 2006

Concordo perfettamente.

Ciao

Palermo S.

La società sotto sorveglianza
20 settembre 2006, di : kikkooo |||||| Sito Web: La società sotto sorveglianza

Mi spiegate cosa centrano i gay con il fatto che la società è sotto sorveglianza??

Altra cosa, anche i gay sono figli di Dio, e fanno parte del mondo creato da Dio.

Un eterosessuale dovrebbe essere contento della nostra presenza visto che gli lasciamo il campo libero (ci sono più ragazze libere).

Secondo me il peccato più grave è l’ignoranza, Kenneth Bauman impara l’italiano prima di scrivere queste sciocchezze...

Poi, un consiglio, fossi in te andrei da uno psicologo perchè secondo me sei un gay represso voglioso di caxxo.