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La rivoluzione è adesso, forse!

Più inizi a porti domande su tutto ciò che crediamo di comprendere, e più inizi a vedere che siamo stati ingannati

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 20 maggio 2009 - 2225 letture

Zeitgeist è un web film del 2007 diretto da Peter Joseph. Realizzato per essere diffuso e condiviso il più possibile, questo documentario è uscito in lingua inglese, ed è disponibile per la visione e il download con i sottotitoli in italiano. E’ diviso in 3 parti e offre molti spunti di riflessione.

La prima parte, “La più grande storia mai raccontata”, analizza le credenze cristiane stabilite nella Bibbia e ne critica la storicità, mettendo a paragone la storia del Cristo con quella di diverse religioni pre-esistenti, in particolare con il mito di Horus.

La seconda parte, "Tutto il Mondo è un palcoscenico" prende in esame gli attentati dell’11 settembre 2001, viene ipotizzato che i grattacieli del World Trade Center sarebbero stati distrutti con una demolizione controllata e che 6 dei 19 dirottatori siano ancora in vita.

La terza parte “Non prestare attenzione agli uomini dietro le quinte”, analizza l’ingerenza di gruppi bancari di lungo corso sul sistema economico-politico mondiale. Viene descritto il ruolo decisivo avuto dai potenti banchieri e degli industriali potenti nelle crisi finanziarie e nelle grandi guerre del ventesimo secolo, per ottenere dei grossi guadagni economici. Lo scopo della pellicola, citando le parole del regista, è di “ispirare le persone ad iniziare a guardare il mondo da una prospettiva più critica, e a capire che molto spesso le cose non sono come la maggioranza della popolazione crede.”

Questo film da un forte scossone a chi lo vede, vengono fornite molte informazioni per tutti i temi trattati, è difficile restare indifferenti. “Più inizi a porti domande su tutto ciò che crediamo di comprendere, e più inizi a vedere che siamo stati ingannati.” Zeitgeist è un’espressione che indica la tendenza culturale predominante in una determinata epoca.

Questa tendenza può essere diffusa attraverso la religione, o i media. Il documentario è molto diffuso nel web, per uno strano motivo è stato etichettato come un film “Antireligione”, ma sarebbe molto riduttivo mettere in risalto solamente questa tema trattato dell’opera . Le teorie esposte nella seconda e nella terza parte sono in parte già note, sono stati realizzati molti documentari e libri inchiesta sugli attentati terroristici dell’11 Settembre.

Il regista non ha la presunzione di affermare che la sua sia la “Verità assoluta”, la sua speranza è che “le persone non prendano quello che vedono nel film come verità, ma la trovino per loro stesse, perchè la verità non è parlata, è realizzata”. Il film denuncia l’impoverimento culturale nella società di oggi, dovuto in gran parte ad una televisione che è solo intrattenimento, “il business che uccide la noia”, con ballerine, veline e reality.

Nonostante l’avvento di Internet, c’è un intera generazione che conosce solo quello che appare in TV. Molti non leggono né libri né giornali. Non è un caso che tanti best seller degli ultimi anni sono stati scritti da conduttori tv, calciatori o comici. In Italia, escludendo “Report”, il giornalismo di inchiesta per i telespettatori è rappresentato da “Striscia la notizia” o ”Le Iene”, trasmissioni televisive nelle quali gli scoop giornalistici vengono inseriti fra uno stacchetto di veline sempre più svestite e lo spot pubblicitario dell’ultima novità fra i prodotti “Verdi” o “Senza grassi, senza colesterolo, senza calorie....”

Un pubblico non cosciente, incapace di un pensiero critico, impaurito è facilmente controllabile: dalle istituzioni religiose, dai governanti o dai poteri forti dell’economia. Il film però si conclude con un messaggio di speranza, infatti il regista afferma che attraverso le nostre scelte un cambiamento è possibile, sostenendo che “La rivoluzione è adesso” Barack Obama quest’ultimo anno forse ha rappresentato la possibilità di questo cambiamento epocale per gli USA.

Non solo perchè è il primo presidente afroamericano, ma per il modo innovativo in cui ha condotto la sua campagna elettorale presidenziale e soprattutto per la sua linea politica ed economica. In queste ultime settimane però molti sono rimasti delusi dalle sue decisioni. Le sue scelte economiche sono state giustificate con la gravità della crisi finanziaria, ma la marcia indietro di Obama sulla pubblicazione delle fotografie sui «duri interrogatori di detenuti all’estero» ha spiazzato anche molti dei suoi più fedeli sostenitori.

L’ultimo improvviso dietrofront è stata la decisione di riaprire i tribunali militari speciali che vennero creati da George Bush, quegli stessi tribunali che durante la campagna elettorale Obama reputava come un “enorme fallimento”. E’ difficile non rimanere spiazzati di fronte a questi improvvisi cambiamenti nella politica di Obama, cambiamenti che invece sembrano dimostrare una continuità con la linea politica adottata dal suo predecessore, George W Bush. Ma bisogna essere comunque essere ottimisti, la rivoluzione è adesso, forse.


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