La poesia della settimana: Giuseppe Bonaviri
La sicilianità che trasuda dai versi, un contatto personale con la natura, ancora di salvezza di un continuo smarrimento, che è la vita.
Valfrancesca
Camminavamo lungo le acque verdi del Liri,
fra gli arbusti bassi e i ciottoli levigati
su cui saltavano le rane.
Tu mi indicavi una donna che lavava
curva in una insenatura scintillante
e non sentivi che il tuo giovane cuore di donna
alitava sui pioppi dalle molte foglie e sull’erba dei prati.
Ci tenevamo per mano e in una radura
in cui cresceva solo qualche macchia di rovo
vedemmo una grande ruota
che con le sue palette apriva l’acqua
in un ventaglio di piccole onde
con un giro perenne di morte e di vita.
Tu mi dicesti: “Bello”
e restasti chiusa nella tua contemplazione d’amore
e non vedesti che sulla superficie uguale del fiume
si levavano gli uccelli della sera
che cantavano un loro cupo triste canto.
Giuseppe Bonaviri, scrittore e poeta italiano (Mineo 1924 - Frosinone 2009). Medico, ha trasferito nella sua narrativa una percezione vivissima della dimensione corporale e della natura. Da un avvio solo apparentemente ascrivibile a suggestioni neorealistiche (Il sarto della stradalunga, 1954; La contrada degli ulivi, 1958), B. è passato alla progressiva definizione di un mondo tutto fantastico che si nutre degli echi della sua cultura siciliana e del suo umanissimo smarrimento: Il fiume di pietra (1964); La divina foresta (1969); Notti sull’altura (1971); L’isola amorosa (1973); L’enorme tempo (1976); Dolcissimo (1978); Novelle saracene (1980); È un rosseggiar di peschi e d’albicocchi (1986); Il dormiveglia (1988); Ghigò (1990); Il vicolo blu (2003); L’incredibile storia di un cranio (2006). Una precisa coscienza della continuità di prosa e poesia rivela L’incominciamento (1983). Della sua produzione in versi occorre citare Il dire celeste (1979); O corpo sospiroso (1982); Quark (1982); L’asprura (1986); Poemillas españoles ed altri luoghi (2000); I cavalli lunari (2004). Scrittore di accesa inventività linguistica, più volte candidato al premio Nobel, nel 2006 ha pubblicato Autobiografia in do minore. Racconto di scoordinata sopravvivenza, storia sommessa di una vita che si snoda sul duplice piano temporale dei ricordi e del presente; lungo lo stesso percorso intimista si colloca il racconto che ha fatto di sé stesso nel documentario di M. Perrotta Bonaviri ritratto (2007).
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