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La pensione di Jessica

Vita da Co.co.co. quando per il minimo servono 413 anni. I famosi "contratti atipici" di fatto "sfruttamento autorizzato dalle leggi dello stato" la storia simbolica di Jessica e di chi ogni giorno ha anche difficoltà a difendere i propri diritti oltre che la pensione...

di Cesare Piccitto - mercoledì 21 gennaio 2004 - 9713 letture

FULVIO PERINI (da ilmanifesto.it)

Jessica ha lavorato nel call center che opera (terziarizzato) per la Seat Pagine Gialle, fornendo informazioni sugli iscritti nell’elenco telefonico commerciale, quello con le pagine gialle, appunto.Ha iniziato a lavorare poco più di due anni or sono, con un rapporto di lavoro a Collaborazione coordinata continuativa (una Co.co.co.), una durata del contratto di sei mesi, una prestazione lavorativa di 40 ore su sette giorni alla settimana domenica compresa, una paga oraria di 6,75 euro. Via via, la durata dei contratti si è accorciata: l’impresa che ha appaltato i lavori della Seat può rinnovare il contratto di collaborazione ogni due mesi e può sostituire la lavoratrice che termina il periodo previsto dal contratto individuale con un’altra lavoratrice disponibile a lavorare in condizioni meno onerose per l’impresa. Il risultato è che due anni dopo si lavora a paga oraria di 4,90 euro.

Si lavorava, e si continua a lavorare, soggetti a più forme di controllo della propria prestazione individuale: dalla supervisione in sala del capo che oggi si chiama, come alla Fiat, «team leader» al dover rispondere entro 90 secondi a domande sempre più impegnative rivolte via telefono da «utenti» che non è stato difficile, per le lavoratrici, individuare in figure dell’azienda che svolgevano il compito di esaminatori.

Si doveva lavorare sempre, ed un giorno di assenza per malattia comportava, e comporta, quindici giorni di sospensione del lavoro e del compenso della retribuzione.

Jessica ha iniziato a protestare ed a organizzare la protesta, per queste ragioni si è trovata progressivamente anche lei ad una paga oraria di 4,90 euro e a una prestazione settimanale che è passata da 40 a 9 ore settimanali.

Jessica, ovviamente, non pensa alla sua futura pensione. Facciamole però un semplice conto.

Lavora 9 ore settimanali a 4,90 euro all’ora: guadagna 44,1 euro alla settimana.

Essendo una Co.co.co., versa il 13 per cento di contributi: 5,73 euro alla settimana.

Per maturare il minimo di pensione deve aver maturato una quota di contributi che le permette, con il sistema contributivo, di avere una pensione superiore all’assegno sociale maggiorato del 20 per cento. L’assegno sociale è stato nel 2003 di 358,99 euro, con la maggiorazione del 20 per cento, la sua pensione minima non può essere inferiore a 430,78 euro.

Per avere a 57 anni questa pensione devi aver accumulato una cifra pari a 430,78 euro al mese, che viene corrisposta per 13 mensilità e fa 5.600,14 all’anno, ed a 57 anni ti attribuiscono ancora circa 22 di vita per cui devi avere prima versato all’Inps almeno 12.3203,08 euro.

Allora, quante settimane deve lavorare Jessica per maturare il minimo di pensione? Il conto, a questo punto, è semplice: 12.3203,08 diviso 5,73 euro versati ogni settimana.Jessica dovrà lavorare per 21.501 settimane. Ogni anno è fatto di 52 settimane: quindi dovrà lavorare 413 anni e mezzo.Insistendo con le rimostranze e le proteste Jessica è stata licenziata... pardon, l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori non si applica... non le stato rinnovato il contratto.

A maggior ragione, lunga vita Jessica.


- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> La pensione di Jessica
30 gennaio 2004, di : lo zio

COMUNISTI! viva berlusconi!! ci vorrebbe davver un giro di vite per voi fanulloni!
    > La pensione di Jessica
    3 febbraio 2004

    Sicuramente non sarai un Co.co.co, ma meno male che non sei neppure mio zio... poveri nipotini tuoi, se c’è ne hai??? perche visto il tipo di ragionamento che fai, non riusciresti a trovare neppure moglie, e se per caso la hai trovata... aime... povera ragazza. Comunque buona pensione a te.
      > La pensione di Jessica
      13 febbraio 2004, di : olivier

      Gia prima di finire di leggere l’articolo, avevo l’amaro in bocca. E’ proprio vero. Ed è una prospettiva terrificante ( mi vergogno nel dire che a me mancano solo 3 anni per andare in pensione) il pensare che Jessica, cone anche nia nipote di 26 anni e altre centinaia di migliaia di giovani o meno giovani debbano vivacchiare cosi avendo come punto d’arrivo una bella pensione da fame (cui si aggiungerà suppongo la sanità a pagamento).

      Ma,,,,questi contratti "atipici",,, non sono stati per caso creati dai governi di allora e non sono stati avallati dai sindacati? Ma questa è un’altra storia

      54enne

    > La pensione di Jessica
    27 settembre 2004

    imbecille