La notte del Senatore

In quali ore si fa politica a Bronte

di Alberto Giovanni Biuso - sabato 21 aprile 2007 - 5232 letture

«Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» (Gv, 3, 20-21)

Questo passo evangelico mi è venuto in mente leggendo il Manifesto che alcuni consiglieri comunali di Bronte hanno affisso in paese e nel quale raccontano che la maggioranza consiliare guidata dal Sindaco-Senatore Firrarello ha approvato a notte fonda (intorno alle 3, anche a causa della forte contestazione da parte di gruppi di cittadini) un massiccio aumento di imposte: 50% (!!) per la tassa sulla spazzatura, incremento dell’ICI sulla seconda casa e istituzione dell’addizionale comunale all’IRPEF (che neppure un Comune come Milano utilizza). Non solo: il Sindaco ha acceso dei mutui per cinque milioni e mezzo di Euro, che graveranno sulle generazioni attuali e sulle successive (per trent’anni). Nel suo fantasmagorico programma elettorale –e durante vari comizi- Firrarello aveva promesso fiumi di danaro e di finanziamenti da Roma e da Palermo e molti brontesi avevano (incautamente, certo…) votato per un Senatore che però adesso provvede ai bisogni della comunità chiedendo soldi in prestito alle banche. Cosa che sarei capace di fare anch’io.

Recentissima è una comunicazione inviata alle scuole in cui il Sindaco stabilisce un tetto alle spese di gestione degli immobili scolastici comunali (acqua, riscaldamento, corrente elettrica), oltre il quale tetto i Presidi dovrebbero pagare…di tasca loro; il sorprendente Senatore, infatti, li ha invitati alla voltura a proprio nome delle bollette…

Come se non bastasse, lo stesso Sindaco è stato condannato a due anni e mezzo di galera per un reato gravissimo in ambito amministrativo: turbativa d’asta. Il PM Puleio ha affermato che il comportamento di Firrarello avrebbe ostacolato i lavori per l’Ospedale Garibaldi con «un gravissimo danno economico e sociale a Catania che per avere un ospedale ha speso il doppio del previsto e il nosocomio è stato inaugurato con sette anni di ritardo».

In una sua lettera inviata lo scorso 11 aprile agli indirizzi di tutti i nuclei familiari del paese, il Sindaco si dice convinto «che l’interesse di una comunità si difenda innanzitutto tenendone alto il buon nome». Concordo perfettamente con lui e per questo lo invito a dimettersi, in modo che il buon nome del Paese in cui sono nato (ma dove non è nato, invece, Firrarello) non venga associato a quello di una persona per la quale «il Tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Catania per valutare l’ipotesi di contestare nuovi capi d’accusa al senatore Firrarello sulla base delle intercettazioni ambientali compiute nel 2001: nelle conversazioni captate dalle cimici emergerebbero “rapporti di favore” tra il parlamentare azzurro ed esponenti di rilievo del clan Santapaola quali Enzo Mangione e Giuseppe Intelisano, conosciuto come “Pippu u niuru”. Rapporti che si sarebbero manifestati in aiuti offerti dal clan a Firrarello “sia prima che dopo la procedura d’appalto per la realizzazione dell’ospedale Garibaldi tra i quali l’intervento nei confronti di Giuseppe Mirenna (il testimone chiave dell’inchiesta, ndr) perché non rendesse ulteriori dichiarazioni”. Inoltre, secondo il tribunale, l’imputazione “non tiene conto che in tale condotta dell’imputato l’associazione mafiosa è stata rafforzata nella realizzazione del suo programma criminoso, sia con l’ottenimento di una consistente somma di denaro, sia mostrando di potersi avvalere della disponibilità e dell’appoggio di un senatore della Repubblica, membro della commissione Antimafia” » (Giornale di Sicilia, 14 aprile 2007).

Certo, la condanna è solo di primo grado e auguro al Sindaco di poter dimostrare la sua estraneità in appello ma, intanto, Bronte ne sta subendo un rilevante danno d’immagine, oltre al concreto danno finanziario e fiscale della sua politica.

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