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La guerra è inevitabile?

Riflessione su una constante della storia dell’umanità

di Emanuele G. - venerdì 25 febbraio 2022 - 2292 letture

Quando si affronta una questione così delicata e di drammatica attualità bisogna evitare in maniera accurata di cadere nell’ovvio. Certamente, la guerra in sé è un’azione esecrabile. Credo che tutti noi - o almeno una parte di noi - la rifiutiamo come modalità di risoluzione di problemi fra genti e nazioni. Tuttavia, è necessario coltivare la pianta del realismo se si intende uscire dalle teorie di comodo che sono facili perché rappresentano una soluzione rapida e senza responsabilità alcuna per chi le enuncia. Mi riferisco alle teorie di comodo.

Se si guarda dall’angolo del realismo - opzione più che apprezzabile in quanto parte da una constatazione avalutabile della realtà che ci circonda - - ci si rende conto, infatti, che la guerra è una constante della storia dell’umanità. Fin dagli albori della civiltà umana gli esseri umani hanno praticato tale attività. Affermare il contrario sarebbe spergiuro. Gli uomini hanno senza dubbio nel loro DNA la corda della guerra come modalità principale per sopravviere e proteggere il territorio dove vivono. E’, cioé, una tendenza assolutamente normale dell’uomo e nell’uomo l’attività bellica. Questo non lo si può negare se si rilegge l’intiera storia dell’umanità.

La guerra è sempre stata la stessa fin dai primi passi dell’uomo sulla terra. Gli aspetti che si sono modificati in maniera sostanziale sono il numero degli esseri umani coinvolti, le strategie, le tecniche e le tecnologie applicate ad essa. Mi riferisco alla guerra. Essa è rimasta, pertanto, un item che regola l’attività delle comunità umane sulla terra. La guerra è un desiderio ancestrale che ha permeato la personalità di molte popolazioni. Se leggiamo un libro di storia notiamo che spesso lo spazio dedicato alle guerra sopravanza lo spazio dedicato ad altri aspetti della vicenda storica dell’umanità. O sbaglio?

Alcuni di voi non gradiranno quello che sto per scrivere. Ma usciamo dalle ambiguità. La guerra è servita per il progresso dell’uomo perché durante essa si sono sperimentate novità che sono passate poi ad agevolare la vita di tutti giorni di noi esseri umani. Oppure che dire del Primo Conflitto Mondaile che ha portato all’instaurazione di regimi democratici in quasi tutta l’Europa? Posso capire il vostro disappunto, tuttavia la realtà è questa. Certo se prima la guerra rappresentava la pura sopravvivenza e la difesa del territorio nel corso della storia si sono affacciati in maniera preponderante interessi economici che hanno reso - per chi la pratica - la guerra un’attiva con un’utilità evidente.

Dunque, la guerra è un’attività inevitabile? Io propendo - da un’analisi della storia dell’uomo - per il si. Finché la guerra sarà percepita come il solo modo di soluzionare problemi interni o esterni, essa rimarrà una modalità dell’attività umana preferita alle altre. Quante volte la parola pace è stata ripetuta in maniera invana da noi tutti, mentre - in realtà - preparava successive guerre? La pace sconfiggerà la guerra solo se il nostro atteggiamento verso l’altro cambierà in modo radicale e definitivo. Ipotesi suggestiva. Fino ad allora dovremo sopportare altre guerre. Purtroppo...


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