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"La caduta": Gli ultimi giorni di Hitler

Primo film tedesco ad affrontare il personaggio di Hitler - dopo quello di G. W. Pabst del 1956 , “Der Letste Akt”, che era raccontato dal punto di vista di un semplice soldato tedesco, Hirschbiegel...

di calogero - mercoledì 27 aprile 2005 - 6822 letture

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Assolutamente evitato il rischio - paventato da molti - di una messinscena che trasformasse il personaggio Hitler in una sorta di “eroe” di celluloide in cerca di una qualche giustificazione morale, pietas umana ed accondiscendenza emotiva, “La Caduta” del tedesco Oliver Hirschbiegel (sua la regia dell’interessante thriller “The Experiment”) si rivela un teso e sconvolgente racconto sugli ultimi dodici giorni di agonia (20 Aprile / 2 Maggio 1945) dell’impero di Hitler seguito ossessivamente dalla macchina da presa nel suo rifugio/bunker insieme alla pletora di “adepti” e seguaci.

Primo film tedesco ad affrontare il personaggio di Hitler - dopo quello di G. W. Pabst del 1956 , “Der Letste Akt”, che era raccontato dal punto di vista di un semplice soldato tedesco, Hirschbiegel si avvicina alla scottante materia con sguardo lucido e partecipe (alla base degli eventi narrati ci sono il libro dello storico Fest e quello delle memorie della segretaria Traudl Junge) riuscendo a sviscerare da ogni singolo protagonista di questa drammatica vicenda (dai militari agli ignari comprimari/comparse; dai parenti asserviti alla massa ora fanatica altre in fase di presa di coscienza) il loro specifico ruolo storico evitando di additare colpevoli ed innocenti sulla base di una facile retorica morale/politica.

Sopra e “sotto” una Berlino ricostruita con cura e dovizia di particolari, si muovo e scorrono le immagini e le vicende della nostra Storia più dolorosa e cupa e se Bruno Ganz/Hitler è un credibile “mostro” dalle fattezze umane (a rischio, in alcuni momenti, un involontario scivolone verso la parodia!) è nei primi piani dei volti degli uomini e delle donne che accerchiarono e si aggrapparono al loro leader (dalla segretaria Traudl ai coniugi Goebbels, dalla moglie Eva Braun al capannello di ufficiali e sottoufficiali) che le atrocità della storia del Terzo Reich si manifestano nelle sue espressioni più crude, sotterranee e laceranti sconvolgendoci per “normalità” d’orrore e follia di azioni e gesti quotidiani.


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