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La Corte dei conti europea boccia i porti siciliani

Relazione speciale: la Corte dei conti europea ritiene che gli investimenti dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione per infrastrutture di trasporto nei porti marittimi siano efficaci solo in 11 dei 27 progetti esaminati.

di Emanuele G. - martedì 1 maggio 2012 - 2560 letture

Nella sua relazione speciale n. 4/2012 la Corte dei conti europea (CCE) ha concluso che solo 11 dei 27 progetti di infrastrutture di trasporto nei porti marittimi controllati, cofinanziati dai Fondi strutturali e dal Fondo di coesione nel periodo di programmazione 2000-2006, sono risultati efficaci. Inoltre, un terzo dei progetti controllati non aveva obiettivi attinenti al settore dei trasporti. Oltre all’inefficacia di alcuni progetti, la Corte ha constatato che in alcuni casi le infrastrutture dei progetti non erano nemmeno in uso e che quattro importanti progetti, il cui valore ammonta al 70,8 % dell’importo totale controllato, all’epoca dell’audit non erano stati completati. Undici dei 23 progetti completati erano stati ultimati per tempo, mentre negli altri 12 casi i lavori di costruzione erano stati portati a termine con un ritardo medio di 26 mesi. Inoltre, per cinque dei progetti completati, che rappresentano quasi la metà degli importi controllati, le infrastrutture richiederanno ulteriori cospicui investimenti per poter essere utilizzate in maniera efficace.

La CCE formula una serie di raccomandazioni alla Commissione per migliorare l’efficacia degli investimenti nei porti marittimi, quali:

• ricordare agli Stati membri che sono tenuti a utilizzare i fondi dell’UE secondo i criteri della sana gestione finanziaria. La Commissione dovrebbe fornire, a tal fine, orientamenti appropriati e diffondere le migliori prassi rilevate negli Stati membri, incoraggiando in particolare l’uso sistematico, da parte delle autorità di gestione, di indicatori di impatto e di risultato;

• introdurre il principio che subordina la concessione del finanziamento UE al conseguimento dei risultati previsti e fare in modo che anche le visite in loco vertano sostanzialmente su questioni di efficacia; rafforzare la procedura di valutazione per i grandi progetti e i progetti del Fondo di coesione, al fine di migliorare la rilevazione di gravi debolezze e l’adozione di misure appropriate per porvi rimedio;

• nel prossimo periodo di riferimento, subordinare la concessione dell’aiuto previsto dalla politica di coesione all’esistenza di una strategia globale a lungo termine per lo sviluppo portuale (basata sulla valutazione dei bisogni) per tutti i porti della regione.

Contesto: La CCE ha controllato gli investimenti relativi a infrastrutture di trasporto, operati attraverso i Fondi strutturali e il Fondo di coesione nei porti marittimi, per appurare se i progetti cofinanziati durante il periodo 2000-2006, gli obiettivi e le realizzazioni di 27 progetti sostenuti dal FESR e dal Fondo di coesione nel settore “infrastrutture di trasporto” siano risultati efficaci. Essa ha esaminato le modalità con cui gli Stati membri avevano gestito la spesa in questione ed il modo in cui la Commissione aveva monitorato il processo.

Il trasporto marittimo rappresenta la seconda modalità di trasporto per importanza all’interno dell’UE, dove il trasporto su gomma è ancora predominate. Tra il 2000 ed il 2006, 2,8 miliardi euro dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione sono stati destinati ad infrastrutture per i porti marittimi. L’85,5 % dei fondi totali disponibili sono stati destinati a quattro paesi. Ulteriori 3,4 miliardi di euro sono stati assegnati a investimenti per porti marittimi nel corso del periodo di finanziamento 2007 - 2013.

Il presente comunicato stampa ha lo scopo di illustrare i punti principali della relazione speciale adottata dalla Corte dei conti, disponibile sul sito Internet della Corte (www.eca.europa.eu).


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