La Catena di San Libero, 22 dicembre 2003 n. 210

E se dio vuole e’ finito il "semestre europeo". Geograficamente, l’Europa c’e’ ancora. In questi sei mesi Pierino B. ha potuto fare tutto quel voleva perche’ a rimproverarlo si faceva mala figura...

di Riccardo Orioles - martedì 23 dicembre 2003 - 3759 letture

Menu’: baccala’ alla livornese. Ciampi nella parte del livornese e indovinate chi nella parte del baccala’.


E se dio vuole e’ finito il "semestre europeo". Geograficamente, l’Europa c’e’ ancora. In questi sei mesi Pierino B. ha potuto fare tutto quel voleva perche’ a rimproverarlo si faceva mala figura con l’Europa ("Che diranno i vicini"). Finiti i sei mesi il maestro Ciampi ha ritirato fuori la bacchetta e alla prima marachella giu’ sculacciate, incurante degli strilli. (Adesso in Europa al posto del signor B. c’e’ un irlandese. Mi auguro che sia un irlandese beone e non uno di quei rari irlandesi astemi e tristi: questo per non farci rimpiangere troppo il signor B. Sulle avventure del signor B. in Europa pare che ora metteranno in edicola una serie di cassette sugli episodi piu’ spassosi: "Silvio cowboy", "Silvio cosacco del Don", "Silvio e il tedesco", "Silvio fra i turchi", "Silvio e lo sceicco", "Mr Silvio va in America". Mancano - peccato! - "Silvio alla corte della regina", "Silvio aviatore" e "Silvio dal Dalai lama", che non c’e’ stato il tempo di girare. Potevano lasciarcelo un altro mese, accidenti).


Politica. Non ho ancora capito qual e’ il nostro punto di vista sulle pensioni. Nemmeno sull’articolo 18, sui soldati in Iraq, sulla Rai, sull’inflazione e il resto. Naturalmente, siamo tutti nemicissimi di Berlusconi, che vuole abolire le pensioni, togliere l’articolo 18, tenere i soldati in Iraq, fare a pezzi la Rai. Ma questo significa che noi vogliamo ritirare i soldati, difendere le pensioni, mantenere l’articolo 18 ecc.? Uhm. Io penso che prima o poi (piuttosto prima che poi) il signor B. fara’ la fine non dico di Ceaucescu (per carita’) ma quella di Michele Parretti o di Felice Riva, in qualche paese estero in cui avra’ avuto la preveggenza di sistemare un po’ di denari. Ci sara’ un mese di tripudio e tutti saranno molto felici e s’intervisteranno a vicenda e danzeranno per le vie. Al trentunesimo giorno apparira’ in tv un signore molto lindo e perbene e mi dira’ piu’ o meno: "Buongiorno signor O. Sono il nuovo presidente. Mi congratulo con lei per la valorosa resistenza opposta al tiranno Berlusconi. Purtroppo, prima di sparire dalla scena costui ha completamente dilapidato le casse dello stato, onde per cui siamo qui a chiederle di dare il suo contributo alla rinascita nazionale rinunciando responsabilmente alla sua pensione". "Compagno Lispi! - dira’ contemporaneamente un altro signore lindo e perbene dal televisore del mio vicino - Viva la classe operaia e viva il sindacato! Purtroppo, a causa della dissennata politica economica del precedente governo, occorre rilanciare l’industria italiana nel mondo (primo piano sul gruppo degli industriali sullo sfondo, dignitosi ma laceri e con la faccia contrita) e pertanto bisognera’ rassegnarsi sull’art.18, e anzi gia’ che ci siamo anche sul 19, 20 e 21". Poi arrivera’ il generale Managgialarocca che annuncera’ "Italianiiii... fuggirete voi vilmente di fronte ai terroristi iraccheniiii? Non ho capitooo la rispostaaaaa.... Comunque, fianco destr, fianco sinistr, avanti, marsch!". Per dire che i problemi non finiranno con Berlusconi, e gia’ le prime avvisaglie (ogni volta che un pezzo grosso del centrosinistra apre la bocca per dire qualcosa che non sia "abbasso Berlusconi") si fanno sentire. Ma allora che facciamo, ci teniamo il signor B.? Oppure ne’ con l’uno ne’ con l’altro, "fate vobis" alla Ponzio Pilato? Non e’ una strategia molto intelligente: il governo attuale e’ molto divertente sul piano spettacolare ma ci sta costando un casino, un altr’anno di questa storia e finisce che si emigra tutti in Argentina o in Romania. Insomma bisogna scegliere: turiamoci il naso - diceva Montanelli - e votiamo Dc. Cioe’, nella circostanza concreta, Prodi e Rutelli.

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Pero’ senza farsi illusioni, e senza dargliela vinta proprio tutta. Gia’ ora in questo momento, la forza organizzativa (e elettorale) della sinistra risiede piu’ nei cittadini incazzati e nei girotondi che non nei partiti ufficiali, sempre piu’ loffi e sempre piu’ imbranati. Per ora gli eredi di Craxi, i "socialisti", stanno imponendo l’ukase (terrorizzati dalle manette) "Non vogliamo Di Pietro!". E nessuno, nella sinistra, gli ride in faccia ne’ gli risponde a tono. Per dire in che mani siamo. Ma e’ sicuro che dobbiamo accettare proprio tutto? Non c’e’ proprio niente che possiamo imporre a questa gente? Io penserei che, se non possiamo sceglierci tutto il governo, possiamo almeno scegliercene una parte. Possiamo dire: Benissimo, ingoiamo Prodi e Fassino. Pero’ ci vogliamo dentro, chesso’, Gino Strada e Rita Montalcini. Scegliere due o tre nomi, che siano un po’ il simbolo del movimento, e imporli agli apparati: almeno questo. E’ una cosa possibile, o tutto il nostro ruolo consiste nel gridare viva e abbasso nelle piazze? Chissa’ se provassimo a contarci, su una faccenda come questa.

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La societa’ civile, dieci anni fa, aveva cominciato a incamminarsi per questa strada. Lo fece poco, lo fece male, lo fece rozzamente e soprattutto si affido’ alle persone sbagliate: che, annusato il Palazzo, lo gradirono e ci entrarono dentro e non ne uscirono piu’. Ma la strada era buona. In prima fila c’erano quelli che allora si chiamavano i militanti e il movimento antimafioso. La mafia e’ un potere totale, molto pervasivo, molto "padronale": non e’ quattro killer, e’ una classe dirigente che ha il potere economico e in piu’ e’ armata. E quindi l’antimafia, quand’e’ conseguente, diventa l’alternativa fisiologica al potere bruto. Per questo eravamo vincenti allora e per questo abbiamo tradito o ci siamo dissolti appena abbiamo preteso di diventare antimafiosi di corte con tutti i privilegi del potere.

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Per me, che di quella generazione ho fatto parte, ci sono delle giornate simboliche - come il primo maggio o il venticinque aprile - che in qualche modo riassumono tutto questo. Una di esse e’ molto vicina, ed e’ il cinque gennaio, il giorno in cui gli imprenditori mafiosi fecero ammazzare il capo dell’opposizione antimafiosa in una citta’ siciliana, che era Catania, in cui vivevo allora; e sono passati vent’anni. Vent’anni, ma brucia ancora; brucia, e fa luce. Io credo che queste scadenze vadano riprese, non con celebrazioni ufficiali e importanti relatori, ma con serieta’ e concretezza, col fare delle cose fra eguali e insieme. Trovarsi insieme, parlarsi, criticarsi, proporre, scoprire quant’e’ bello e difficile essere non-inquadrati, essere diversi. E’ una faccenda antichissima, eppure ringiovanisce ogni momento, e rende antichi e giovani coloro che hanno l’umilta’ e la forza di affidarsi ad essa senza inseguire sogni di palazzo e di status e dunque, poveramente, di potere. Si chiama forza del popolo, democrazia.


Economia 1. Secondo l’Istat, e’ aumentata notevolmente la percentuale di italiani che considerano precarie le condizioni economiche del proprio nucleo familiare. Tre quarti delle famiglie dichiarano di non essere piu’ in grado di risparmiare.


Economia 2. Secondo l’Eurispes, le principali organizzazioni mafiose presenti in Italia hanno ottenuto negli ultimi quattro anni ricavi per circa 43 miliardi di euri. Di essi, circa 26 provengono dai traffici di droga. Se queste cifre sono esatte, Cosa Nostra continua ad essere la maggiore azienza italiana.


Economia 3. Secondo il presidente della Banca mondiale Wolfensohn, le risorse economiche dedicate nei paesi industrializzati allo sviluppo sono circa un quindicesimo di quelle dedicate a spese militari (cinquantasei contro ottocento miliardi di dollari l’anno). Se queste cifre sono esatte, la guerra continua ad essere la principale base economica del pianeta.


Economia 4. Secondo Grover Norquist - il piu’ brillante analista della nuova destra americana - piu’ della meta’ dei cittadini statunitensi appartiene ormai, in maniera piu’ o meno marcata, alla nuova "investor class" che vive prevalentemente di investimenti in borsa. Secondo Norquist, il progetto politico del partito repubblicano (e del democratico, se vorra’ sopravvivere) dovra’ consistere nell’unificazione di questo nuovo ceto con la tradizionale top class di milionari (in dollari) che conta quasi quattro milioni di cittadini Usa. I democratici rispondono che "la "investor class" e’ tutt’altro che monolitica, e che la maggioranza dei piccoli investimenti si riversano ancora sui tradizionali fondi pensione senza un’attiva partecipazione ai giochi di borsa.


Economia 5. Fra il 1970 e il 2000 il salario medio dei lavoratori dipendenti americani e’ aumentato di circa il dieci per cento. Nello stesso periodo la retribuzione dei top manager e’ aumentata di circa ventotto volte volte. Il divario fra gli stipendi piu’ bassi e quelli piu’ alti, che nel 1970 era di uno a trentanove, nel 2000 era superiore a uno a mille. L’un per cento "piu’ ricco" guadagna il sedici per cento del reddito nazionale, esattamente quanto il quaranta per cento "piu’ povero" del Paese. Queste cifre corrispondono piu’ o meno a quelle dell’anno finanziario 1913. E’ una struttura sociale completamente diversa da quella (basata su una middle class protetta e garantita) che siamo abituati a conoscere come "americana". Quest’ultima e’ durata dagli anni Trenta (Roosevelt, keynesismo su vasta scala) agli anni Ottanta (Reagan, deregulation di massa).


Adozioni. Centosessantaquattro bambini stranieri adottati da famiglie italiane sono stati restituiti, nel corso degli ultimi anni, ai Paesi di provenienza. Un terzo di essi sono tornati alle famiglie di origine. Degli altri non si hanno in genere piu’ notizie.


"Fatti processare, buffooone, farai la fine di Ceausescu!". "Prendete le generalita’ di quell’uomo! Identificatelo!". * * * "Io mi ero iscritto come tutti gli altri, per campare: pero’ ogni sera ascoltavo Radio Santoro!". "Non rivanghiamo il passato, siamo tutti italiani". "Io ubbidivo agli ordini". "Si stava meglio quando si stava peggio".


Cronaca. A Roma, all’Ostiense, degli operai scavando hanno trovato il corpicino di una bambina appena nata, in una cassettina di legno. C’era dentro un suo povero giocattolino, oltre alla bimba; una croce di legno, sepolta sotto la terra, era stata nascosta vicino per benedire il luogo. Ostiense, in Roma antica, era il luogo dove vivevano piu’ schiavi: il porto era vicino e i ricchi, la notte, erano infastiditi dal fracasso dei carri e dai vagiti dei neonati abbandonati da chi non li poteva tenere. Morivano come uccellini, i bimbi degli schiavi, in *quella* Roma. A volte, ma non sempre, venivano sepolti come i liberi, ma di nascosto, in un piccolissimo angolo di terra. A volte, un poeta si fermava - ma un poeta minore, di quelli che campavano di epigrammi d’occasione - davanti a uno di questi angoli clandestini. "Sii leggera
- scriveva - per questa bimba, terra: e’ stata cosi’ leggera lei per te!".


Cronaca. Verra’ conferita la cittadinanza romana a Natale Morea, l’anziano barbone che la settimana scorsa ha salvato un gruppo di ragazze dall’aggressione di alcuni malintenzionati. Il comune gli dara’ una casa, i parenti sono andati a trovarlo, le autorita’ lodano il suo coraggio. A Trieste, nel frattempo, due barboni che dormivano per la strada - un ex legionario sessantenne e la sua compagna - sono stati sfigurati con una bottiglia di acido muriatico da un uomo che si e’ poi dileguato. Il barbone romano e’ ricoverato in gravi condizioni al reparto rianimazione dell’ospedale Cto di Roma. I due barboni triestini al reparto di chirurgia plastica dell’ospedale di Trieste. Tutti gli altri, ancora per la strada.


Mario Setta wrote: < Fortunatamente ho appreso poco fa che il presidente Ciampi non ha firmato la legge Gasparri. Mi sento sollevato. Ho curato con altri docenti il volume dal quale viene riportato il brano che allego (del filosofo Calogero, ndr). Ciampi ha ritenuto che nel libro vi siano le idee alle quali si ispira anche oggi. Ero quindi fiducioso, anche se con tremenda apprensione. Saluti e buon lavoro > * * * Io non speravo che Ciampi avrebbe resistito. Mi sono sbagliato, e Lei ha avuto ragione. Le auguro di aver sempre ragione cosi’.


c_carmelo@yahoo.it wrote: < Il governo americano mi nausea ma rispetto il popolo americano che non puo’ essere identificato con l’operato del suo governo. Non assecondare, includendo le sue parole nella "catena", chi ti scrive che gli americani sono stronzi > * * * Caro Carmelo, le cose fra virgolette (Tizio wrote ecc.) sono opinioni dei lettori, spesso molto diverse dalle mie. Debbo pubblicarle anche e soprattutto quando non mi piacciono. Per il resto, hai perfettamente ragione.


Bruno wrote: < Caro O, la settimana scorsa mi e’ arrivata la "catana" di San Libero. Non credo che sia un refuso: ci vorrebbe giusto una katana (sciabola giapponese) per separare il vero dal falso di questi tempi >


alessandro wrote: < Stimolato dal continuo bombardamento di signorine in stringatissimi tanga, mi sono chiesto che ricarico abbiano per permettersi tale scialo pubblicitario. Un tanga di mia moglie da 12 euro pesa 16 grammi. Fa 750 euro al chilo. Il cotone e’ quotato attorno al mezzo dollaro per libbra, che equivale a circa 90 eurocentesimi al chilo. Quindi, dalla borsa di Londra al sedere di una consumatrice, il purissimo cotone aumenta di 830 volte circa di prezzo >


linarena wrote: < I suoi latrati sono solo stanche ripetizioni di cio’ che la sinistra ha diffuso nelle scuole e sui giornali. In fondo, Lei opera alla stessa maniera della Guzzanti. Fa solo sorridere e commentare sottovoce: banalita’ da sacrestia. Il commento su D’Alema o Berlusconi puo’ far solo sorridere le massaie di Berlusconi. Piuttosto, credo sia giunto il momento di organizzare una vera e propria campagna di contestazione giudiziaria del canone Rai. Non possiamo far divertire questi marpioni a spese del popolo italiano o della massaie che comprano pannolini e latte in polvere. La Rai dev’essere privatizzata ed il canone abolito. Cordialita’ >


salvatore wrote: < Caro R., ti seguo da molto tempo, dal primo numero dei "Siciliani" e in seguito su "Avvenimenti" poi ti ho perso di vista (come altri della scuola Fava). Credo che cio’ sia dovuto al fatto che per te e quelli come te e’ molto difficile essere presenti in un panorama editoriale come quello italiano dove ormai scrivere di mafia e del suo strapotere (nei palazzi) e’ assolutamente fuori moda oltre che inopportuno, con buona pace di coloro che mangiano terra da molti anni. Cosa vuoi che possa pensare oggi un Libero Grassi che in compagnia dei mafiosi non avrebbe neppure condiviso un caffe’, davanti alla oscena difesa d’ufficio di Del Noce, direttore di raiuno, nei confronti di Tony Renis amico conclamato di Gambino e Spatola, dato che "anche Frank Sinatra era amico dei mafiosi... e allora?" Gia’, e allora?... Sanremo "cc’attocca", come si suol dire da noi. Anche questi sono segnali importanti lanciati alla mafia. Nel mio piccolo cerco di combattere anch’io perche’ valga la pena anche per me vivere anche se da molti anni coltivo l’idea di prendere i bambini e andarmene via lontano dalla Sicilia e dai siciliani (ora capisco Cazzola) inerti davanti anche all’assassinio della studentessa annegata nella pioggia nella citta’ "capitale del Mediterraneo". Reagisco con la satira, faccio vignette da sempre e da quando sono in rete in particolar modo, perche’ penso o mi illudo che possa essere un buon viatico per lanciare un messaggio in bottiglia alla deriva, sperando che prima o poi alcuni possano raccoglierlo. O forse come dici tu, tanto per abbaiare. Un caro saluto. sasa >


kensan@libero.it wrote: < Bene, mi sono accorto che da piu’ di un mese non guardo la TV ne’ leggo i giornali. A dire la verita’ sto meglio cosi’, me lo hanno consigliato molte persone ma non riuscivo a staccarmi dalla scatolona. Adesso ho un problema, come mantenermi informato? E poi avere delle notizie selezionate nel modo che intendo io, come posso fare? Era un problema latente che ho scoperto di avere risolto oggi. La soluzione e’ avere sottomano una persona che ha buone qualita’ umane, fargli scrivere un testo che riporti le notizie piu’ importanti e aspettare che te le invii a casa. Semplice >


AntonellaConsoli wrote:

22 dicembre 1988

< Angusta la casa non trova spazio nemmeno in una poesia di natale Viene una ragazza ogni tanto con le briciole del suo amore e si sforza di inzupparle non sa se ha ancora un cuore Vedi dove finisce la poesia e dove finisce la speranza sgretoli l’ultimo sorriso contro un muro freddo Il the non l’hai mai saputo fare e la tua pipa e’ parecchio fumosa In quella casa piccola piccola come il mondo ogni tanto viene una ragazza stanotte ha cercato tra mille parole la piu’ bella per dirti ti amo Neanche il sole e’ stato al suo patto e’ arrivata con nubi la nuova giornata Ma che c’entra, che importa la ragazza cerca ancora tra mille parole la piu’ bella per dirti ti amo >


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