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Lotta, non lutto

Manifestazione di lotta, non corteo funebre, a Torino

di Letizia Tassinari - mercoledì 19 dicembre 2007 - 3524 letture

LOTTA, NON LUTTO

Manifestazione di lotta, non corteo funebre, a Torino

Lo striscione di Fim, Fiom e Uilm che apre la manifestazione di Torino, nel giorno del lutto cittadino per ricordare le vittime del rogo alla ThyssenKrupp e chiedere che non si muoia più per il lavoro " "Assassini, chi mi ridà mio figlio? Dov’erano gli estintori? Assassini". In prima fila nel corteo a Torino, il papà di Bruno Santino, una delle quattro vittime del rogo alle accierie ThyssenKrupp. Disperato, un giornale in mano con la foto del figlio, continua a ripetere queste frasi. C’è tanto dolore alla manifestazione di Torino, ma anche rabbia e qualche tensione con i numerosi cameramen e giornalisti presenti, mentre il corteo sfila nelle vie del centro cittadino con i negozi chiusi per lutto e in un silenzio quasi irreale della città . In piazza almeno 10 mila persone (oltre 20mila secondo gli organizzatori), guidate dagli operai dell’azienda.

La manifestazione doveva concludersi in piazza Castello davanti alla Prefettura con i discorsi dei sindacati metalmeccanici e confederali che sono stati contestati dai lavoratori, come Bertinotti che si era messo in mostra in testa al corteo (con il sigaro in bocca). Invece c’è stato un fuori programma: dopo i discorsi di piazza Castello, anzi mentre Rinaldini stava ancora parlando, subissato dai fischi, il corteo si è riformato per raggiungere la sede della Confindustria torinese, ove sono stati lanciati sassi e uova, al grido di "Assassini!".

Antonio Bocuzzi, delegato Uilm e unico sopravvissuto all’incendio nello stabilimento della ThyssenKrupp, dal palco allestito a Torino per la manifestazione in ricordo delle vittime dell’acciaieria, ha ricordato l’’inferno’ accaduto in fabbrica; e. scandendo uno dopo l’altro i nomi dei quattro amici e colleghi morti nel rogo, Bocuzzi ha aggiunto: ’L’insulto più grave? Sentire qualcuno che insinua che la colpa sia di noi operai. Non si rendono conto dell’orrore delle loro parole. Sapere che quel gigantesco impianto si sarebbe guastato era roba da tecnici, responsabilità dell’azienda e che adesso non scarichino le loro colpe su noi. perchè sarebbe come uccidere Antonio, Roberto, Angelo e Bruno una seconda volta’.

Adesione totale, allo stabilimento Tk-Ast di Terni, allo sciopero di otto ore proclamato dai sindacati metalmeccanici dopo l’incidente sul lavoro avvenuto nel sito torinese. Hanno scioperato anche i dipendenti delle socieà controllate, e cioè¨ Tubificio, Titania, Società delle fucine, Aspasiel e Centro finitura, e quelli delle ditte esterne che di solito lavorano all’interno delle acciaierie ternane. In mattinata, un pullman con una delegazione di lavoratori della Tk Ast ha raggiunto Torino per prendere parte alla manifestazioni di stamani nel capoluogo piemontese. Nello stesso autobus anche i lavoratori della Tk di Torino che di recente erano stati trasferiti nella città umbra in vista della chiusura dello stabilimento piemontese.

La guerra sul lavoro

"... il regolare tributo di membra umane, mani, braccia, ossa, piedi, teste e facce che viene pagato all’industria moderna supera in quantità quello di molte battaglie reputate fra le più micidiali." (K.Marx, La situazione delle fabbriche in Gran Bretagna, 1859)


La carneficina quotidiana che insanguina i luoghi di lavoro e le strade risultato dell’organizzazione capitalistica del lavoro e della circolazione. Il governo ha messo in cantiere un nuovo "testo unico sulla sicurezza" nei luoghi di lavoro, ma già con la "finanziaria" ha sospeso i controlli per un anno sulle imprese. Non ci sono "scudi esterni" nè "ispettori" che possano proteggere la salute dei lavoratori. Solo l’organizzazione dei lavoratori può arginare la carneficina. Costituire i "comitati ispettivi" operai negli ambienti di lavoro e sul territorio. Bloccare il lavoro e la circolazione in caso di nocività e di pericolo. Combattere il padronato e il capitale per una società ugualitaria senza sfruttati e sfruttatori

segnalazione di Letizia Tassinari


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