L’odio di Bronte verso gli alberi

di Alberto Giovanni Biuso - domenica 28 giugno 2009 - 3385 letture

Su Bronte Insieme leggo la seguente notizia, emblematica dello stile di vita del paese e dei suoi amministratori:

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C’ERA UNA VOLTA UN ABETE...

Ricordate l’abete (credo fosse proprio un abete ma non sono un agronomo) che con le sue fronde si ergeva maestoso al centro di Piazza Sant’Antonio da Padova??? Ebbene, dell’abete secolare è rimasto solo il ricordo!!!

Infatti, qualche giorno fa ho potuto constatare che alcuni giardinieri, incaricati dal Comune, armati di motoseghe hanno dapprima “sfoltito” delle sue fronde il maestoso albero e, successivamente, lo hanno tagliato alla base! Incredulo e un poì malinconico, ma rassegnato, ho pensato ad un intervento che si era reso necessario per evitare che qualche parassita potesse aggredire il “gigante verde” così da farlo sbriciolare su se stesso. Lo spettacolo che si presenta sulla Piazza non è certo lo stesso di qualche giorno fa visto che di punto in bianco è venuta a mancare una preziosa fonte di ossigeno al centro del nostro paese.

La cosa che mi ha fatto più ribrezzo o meglio pena o meglio schifo, mi si perdonino i vocaboli, è stata scoprire che l’origine e l’artefice di tale obbrobrio sia stato proprio un abitante del quartiere il quale, infastidito dall’ombra che l’abete rifletteva sulla piazza o dal cinguettio degli uccelli che realizzavano i propri nidi sulle fronde del gigante verde, ha pensato bene di rivolgere istanza affinché l’abete secolare venisse letteralmente abbattuto.

Sarebbe opportuno istituire un apposito premio Nobel per l’ecologia e la tutela dell’ambiente da consegnare a tale illustre personaggio brontese (rimasto anonimo) visto il gesto di grande spessore che ha messo in atto. E, mi sia consentito, spero che il premio Nobel per l’ecologia e l’ambiente sia consegnato anche al Comune di Bronte per aver dato parere favorevole a tale inqualificabile iniziativa.

Antonio P. - 22 Giugno 2009

Increduli per la segnalazione di Antonio P. ci siamo recati sul posto e, oltre ai resti, nelle vicinanze del tragico evento abbiamo trovato un annuncio funebre che comunica la morte del "caro" abete:

Attoniti e sgomenti i PARENTI, a tumulazione avvenuta, danno il triste annuncio del barbaro assassinio del caro ALBERO di Piazza Sant’Antonio – di anni 50 I parenti e gli amici impotenti di fronte al miserevole atto pregano DIO di avere pietà e compassione della STUPIDITÀ di quanti hanno concorso a questo CAPOLAVORO IDIOTA e di scansarci e liberarci della INSIPIENZA alla PONZIO PILATO. NON FIORI MA OPERE DI BENE PER GLI INSIPIENTI.

Mentre nel resto del mondo si combattono battaglie per la tutela del verde, per rendere le città più vivibili con la creazione di ampi parchi e giardini, in un paesino di 20.000 abitanti della provincia di Catania si uccide un albero secolare sol perché un “cittadino” ha voluto dare sfogo a qualche passione repressa. Chissà come ci finirà?!?!

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Finirà male, quando l’insipienza congiunta degli abitanti, dei funzionari e dei sindaci produce tali risultati. Per fortuna altri cittadini si sono resi conto dello scempio e hanno protestato con amara ironia. E questo restituisce ancora qualche speranza. Ma non è certo un caso che tutto ciò succeda a Bronte, dove la rinnovata Piazza Spedalieri non presenta a oggi nemmeno un albero. Gli alberi, infatti, sono creature sobrie, generose, che tendono verso l’alto. Proprio l’opposto dei padroni di Bronte.

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