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L’emozione di ricordare Genova

Assemblea pubblica organizzata dalla CGIL (Catania): “Globalizzazione, diritto allo studio, diritto al lavoro.”

di Cesare Piccitto - lunedì 3 aprile 2006 - 1976 letture

Presiede: Pietro Milazzo (del Direttivo CGIL Sicilia) Relazione: Francesco Battiato (segretario generale Camera del lavoro) Intervengono: -Antonio Pioletti (preside della facoltà di lingue Università di Catania) -Giuliano Giuliani -Anna Bucca (Catania Social Forum)

Si è svolta in un clima sereno e propositivo l’assemblea pubblica venerdì, organizzata dalla CGIL di Catania anche se la retorica non è mancata. Apertura di rito di Pietro Milazzo seguito dall’intervento di Francesco Battiato. Entrambi si sono soffermati sulle tematiche della serata, sulla politica governativa, e quale invece le risposte-proposte del sindacato, e dei vari movimenti che si riconoscono in esso.

A seguire gli altri interventi: Antonio Pioletti indirizza il proprio intervento verso una pura e semplice analisi politica della nuova sinistra che in qualche modo cerca di farsi avanti, e che deve poggiare su gli antichi e quanto mai attuali ideali. Non trascurando i temi della serata, Pioletti ha parlato della valorizzazione dell’antifascismo, l’opposizione al revisionismo storico puramente destroide, alle fregature che nasconde il nuovo mercato del lavoro (agenzie interinali, corsi di formazione non retribuiti ecc…) alla politica del togliere i diritti che il governo nazionale lentamente sta attuando. Critica anche alla riforma Moratti.

Otello Urso del “Collettivo Kiostro” facoltà lettere e filosofia. Ripresa la polemica sulla riforma della scuola, critica anche la riforma regionale su “ i buoni scuola ” che praticamente renderebbe eccezionale la gratuità e non il contrario come prevede invece la costituzione della nostra repubblica, palese incostituzionalità, oltre all’appoggio pieno del proprio collettivo alla linea che la CGIL ha avuto il coraggio di intraprendere e portare avanti. Alla fine si è soffermato sull’imminente guerra all’Iraq e sull’assurdità di un nuovo conflitto armato.

Quello di Anna Bucca è stato l’intervento più bello e seguito. Anna si è soffermata sulle stesse tematiche, non con le convinzione di chi appartiene a un sindacato o un partito, ma di chi appartiene al Social Forum e che ha una apertura intellettuale maggiore. Quindi l’area dei cosiddetti NO GLOBAl, più precisamente “il movimento dei movimenti” che non sono e non vogliono essere allo stato attuale inquadrati. Inevitabile, parlando di un logica nuova della globalizzazione, il riferimento al G8 di Genova e ai tavoli di discussioni e confronto che si aprirono all’epoca. La voce si fa più fioca, un brivido di commozione pervade lei e chi la ascolta. Parla, si sforza a parlare, di un G8 che sicuramente è diventato storia e che in qualche modo ha modificato l’aspetto di un movimento che è pacifico e propositivo. Ricorda quando a Genova si è appresa la notizia della morte di Giuliani e il cambiamento di clima che la contestazione subì. Tale clima che non permise più di discutere serenamente come invece si è fatto a Porto Allegre.

Giuliano Giuliani si è soffermato sul G8 che lo ha visto suo malgrado protagonista. Rivendicando un diritto importante quanto gli altri, il diritto alla giustizia. Si chiede ad alta voce: ”che ci facevano i nipotini politici di Salò e di Mussolini nelle caserme insieme a chi dirigeva e eseguiva le operazioni delle forza dell’ordine?”. Incalza Giuliani: “ chi erano i BLACK BLOCK? ” Erano distruttori autentici ma c’erano anche, secondo il suo e molti altri pareri, agenti infiltrati che con tale comportamento avrebbero creato l’alibi per pestare chiunque. Poi si perde in discussioni belle ma inutili: la fame nel mondo, acqua della vaschetta del cesso e cose simili, oltre a belle e lapidarie citazioni.

Questi e molti altri i discorsi retorici e poco stimolanti che tutti gli intervenuti hanno fatto. Avrei preferito si parlasse di cose vicine alla realtà in cui vivo e viviamo. Della disperazione dei disoccupati siciliani, dell’impossibilità da parte di chi non è borghese di frequentare l’università. Del modo di lavorare nelle campagne che praticamente è rimasto uguale dal dopoguerra a oggi. Di tutte quelle persone che sono tagliate fuori da internet e altre tecnologie che allo stato attuale sono il mezzo che veicolano la maggior parte della cultura e delle informazioni. Della distanza abissale che c’è dal sindacato alle istanze e bisogni della classe operaia. Queste persone fanno parte o no della globalizzazione? Il tutto si è ridotto invece a delle “avance” velate al movimento NO GLOBAL da parte anche della CGIL attraverso quella che mi è parsa una squallida strumentalizzazione di Giuliano Giuliani. Il corteggiamento è palesemente inutile poiché sono due cose che viaggiano a velocità completamente diverse. Il sindacato è vecchio e lento, il NO GLOBAL è un movimento giovane forse bambino, che corre e si evolve in maniera incontrollata e incontrollabile. Penso che un sindacato serio e popolare come CGIL dovrebbe occuparsi più delle tematiche del lavoro e della formazione, e meno di corteggiare possibili alleati per le elezioni politiche.

Dopo l’ultimo intervento la pioggia fa scappare gli spettatori ma alcune decine di ragazzi intonano BELLA CIAO. Finita la pioggia la serata viene allietata dalla musica tribale di una formazione senegalese e dalla band “I beati paoli”.


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