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L’addio di Bianca Berlinguer al TG3

Il 5 agosto 2016, alle 19:30, l’editoriale di addio di Bianca Berlinguer alla direzione del TG3. Girodivite esprime la propria solidarietà al direttore epurato.

di Sergej - sabato 6 agosto 2016 - 4392 letture

Neppure Silvio Berlusconi era riuscito a tanto. Il lungo, ventennale assedio al TG3 è terminato. Bianca Berlinguer ha deposto le armi e si è dovuta dimettere. Il suo ultimo editoriale è stato fermo, dignitoso, non privo di accenni indiretti a quello che è accaduto. Un presidente del Consiglio, per la prima volta nella storia repubblicana, ha avuto il potere di cambiare, in pratica in maniera diretta, i vertici di una testata giornalistica - appartenente al "servizio pubblico" e dunque, virtualmente a noi tutti, al Parlamento -. Non c’è stato bisogno in Italia di simulare un golpe, per effettuare una "astuta" manovra erdoghiana (turca): perdinci, l’Italia non è un Paese dell’Operetta, è Paese di nani e ballerine - e di un PD che ha ormai interamente preso in mano l’eredità della Democrazia Cristiana.

La matrice ex-PCI del PD si mostra sempre di più come afflitta da gerontocrazia e residuo pre-pensionistico. Se una cosa del genere fosse accaduto sotto Berlusconi, è luogo comune in queste ore dirlo da tutti, ci sarebbero state le folle democratiche in piazza a protestare. In Italia non c’è nessuno pronto a difendere gli stipendi e le pensioni di Bersani (ormai ottantenne come Berlusconi), D’Alema, Fassino, Veltroni e persino Rutelli. La stanchezza collettiva è tale che acqua sporca e bambino li si butta, e nessuno muove più dito.

Ci avviamo verso la guerra in Libia, abbiamo bisogno del controllo di tutte le testate divergenti.

(Nel passato recente, gli italiani che tanto si divertono hanno usato varie locuzioni per definire il TG3: "Tele Kabul", "pasdran del tg3" ecc. Il TG3 è stato tra i punti fermi di una storia civile e democratica che in Italia è stata sconfitta dalla prevalenza dei cretini, come alludevano Fruttero & Lucentini, e dei buffoneschi. E oggi, chiunque non si senta buffonesco dovrebbe osservare un minuto di silenzio, per il proprio lutto: il lutto che ha colpito la civiltà residuo di questo Paese).

Bianca Berlignuer, che è riuscita a non piangere fuori (non è il ministro Fornero), ma abbiamo tutti avvertito la sua intensa commozione, ha però detto qualcosa di particolare. Ha parlato degli attacchi "sgraziati" che ha subito. Lei come direttore del TG3, e il TG3 come testata. Non sappiamo se Bianca Berlignuer ha usato questo termine con piena consapevolezza; probabilmente si limitava a asserire quanto volgari, di bassa lega, forssero quegli attacchi: in questo caso di Renzi e dei renziani, nel passato immediato da parte degli omuncoli e delle omuncole di Berlusconi.

Ma il termine ha qualcosa di più, per noi, e che rimanda ai tristi tempi che viviamo. Tempi, appunto, "senza grazia". Teologicamente, questo, ha precisi significati.


Scheda: Bianca Berlinguer

Bianca Maria Berlinguer (Roma, 9 dicembre 1959) è una giornalista italiana.

Dal 1º ottobre 2009 al 5 agosto 2016 è stata direttore del TG3.

Biografia

Prima dei quattro figli del leader del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer e di Letizia Laurenti (gli altri fratelli sono Maria Stella, Marco e Laura, giornalista di Studio Aperto), si è sposata in seconde nozze con il politico Luigi Manconi.[1]

Laureata in lettere, dopo un periodo di praticantato presso Radiocorriere TV[2], inizia a lavorare ne Il Messaggero agli inizi degli anni ottanta e contemporaneamente lavora a Mixer (1985) come redattrice, entrando poi in pianta stabile nella redazione del TG3. Di questo, conduce l’edizione serale ininterrottamente dal 1991[3]. Ha presentato inoltre Primo piano, rubrica di approfondimento della stessa testata giornalistica su Rai 3.

Nel gennaio del 2008 è stata coinvolta in una polemica dichiarazione del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga[4][5]. Rispondendo ad un intervistatore, Cossiga ha dichiarato di averla raccomandata insieme ad altri giornalisti (Giuseppe Fiori, Federica Sciarelli) per ottenere una posizione di maggior rilievo all’interno della Rai. La Berlinguer ha smentito queste dichiarazioni del senatore, senza tuttavia intraprendere azioni legali nei suoi confronti[6].

Il 1º ottobre 2009 viene nominata direttrice del TG3[7]. Si insedia il 12 ottobre. Il 24 settembre 2010 ha vinto a Roma la prima edizione del Premio di giornalismo "L’isola che c’è", riconoscimento assegnato a 10 giornalisti sardi, della carta stampata o della RAI - Radiotelevisione italiana, che lavorano a Roma. Il 24 settembre 2011 ha vinto il Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione giornalismo. Da direttrice continua a condurre (dopo un intervallo di qualche mese) l’edizione serale del TG3, nonché l’approfondimento notturno Linea Notte.

Conduce e dirige per l’ultima volta il TG3 il 5 agosto 2016, venendo sostituita, con molte polemiche soprattutto rivolte al governo Renzi, da Luca Mazzà.

Note

^ S.Bio., Bianca Berlinguer è il nuovo direttore del Tg3, Il Sole 24 Ore, 1º ottobre 2009 ^ Intervista di Pierluigi Diaco a Bianca Berlinguer nella puntata di Uno Mattina del 3 settembre 2010 in cui la giornalista smentisce di aver mai lavorato alla Gazzetta di Mantova, pur essendo a conoscenza del fatto che questa voce inesatta giri da tempo. ^ Tg3 storia: 1991 Bianca Berlinguer prima conduzione, rai.tv. URL consultato il 17 aprile 2011. ^ Vige un legame di parentela tra Francesco Cossiga e suo padre poiché Enrico Berlinguer era figlio di una cugina di Cossiga. ^ Mio cugino Berlinguer: Cossiga racconta un leader ^ Articolo da agenziaradicale.com, agenziaradicale.com. URL consultato il 30 giugno 2008. ^ Tg3, via libera al cambio La Berlinguer direttrice, in Corriere della sera, 1° ottobre 2009.

Fonte: Wikipedia Italia


L’ultimo editoriale (brani)

«Sette anni fa, quando ho assunto la direzione, dissi in un editoriale che avrei voluto un Tg3 corsaro e evidentemente questo non poteva piacere a tutti. Negli ultimi tempi non sono mancate pressioni sgraziate e attacchi sguaiati da settori importanti delle classi politiche, ma il Tg3 non ha perso la sua identità e gli auguro di rimanere saggio e irriverente come è sempre stato».

«Vivere senza il Tg3 non sarà facile. Non sarà facile rinunciare al rapporto quotidiano con voi spettatori, alle critiche aspre, sempre fatte con intelligenza e sentimento, ma anche ai tanti apprezzamenti affettuosi. Non sarà facile fare a meno della tensione quotidiana, dell’entusiasmo e della voglia di raccontare la cronaca, le tragedie e la speranza».

«Me ne vado con la malinconia tipica di ogni separazione dolorosa - ha proseguito -, ma anche con la soddisfazione per i riconoscimenti per il costante rispetto del pluralismo arrivate da tutte, ma proprio tutte le parti politiche».

Fonte: Il Messaggero



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